Bossi al posto di Garibaldi

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“Su Facebook sette persone hanno espresso il loro gradimento alla pubblicazione di Boni e il plauso all’assessore regionale per il Bossi che oscura Garibaldi, è arrivato anche da Bergamo sulla bacheca dell’assessore. “Grazie Davide Boni…da un bergamasco!” scrive qualcuno. “Però a giugno dobbiamo rimettere la scritta Berghèm”, ribadisce qualcun altro. “Così, con Bossi, va bene…e alla prossima tornata “i mille” siano i voti della sinistra”. Non mancano le solite punte di revisionismo sul Risorgimento: “Mi rattrista che con tutto il positivo che ha, Bergamo venga ricordata per quelli (i Mille, presumibilmente, ndr). Signore perdonali perché non sapevano quello che facevano…”. Questo è quanto, Garibaldi non è mai stato digerito, e la storia dei Mille viene respinta dal Carroccio.”

(fonte: Bergamonews/Venerdi 27 Marzo 2009)
Bossi al posto di Garibaldiultima modifica: 2009-03-29T18:09:00+02:00da leganord.b
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2 pensieri su “Bossi al posto di Garibaldi

  1. Che lo Stato sia meridionalista lo sapevamo, ma la cultura subdolamente entra nella nostra sostituendola. Ricordiamoci di tutta la poesia dialettale: il grande poeta Carlo Porta, la commedia dell’arte di Goldoni recitato nei teatri in veneziano, “Le baruffe chiozzote”, “La locandiera”. Sicuramente Quasimodo
    ( Premio Nobel ), Verga, Pirandello, ma un Manzoni, un Montale ( Ossi di seppia ) un Pasolini, invece a scuola in antologia ti spiegano Rosso Malpelo
    ( Bello! ), “IL cinghialetto”, Trilussa come se fosse l’unico vero poeta dialettale, sagace e bravo, ma non unico e non rappresenta tutta l’italia! In teatro il mitico Edoardo De Filippo, Anna Magnani, Sofia Loren, Totò, Mastelloni, Aldo Fabrizi ( Bravissimi ! ), ma i nostri Bramieri, Tognazzi, Beppe Grillo? Bravo Carlo Verdone nel fare il romanaccio, ma…apprezziamo tutta l’arte e la letteratura. Diego Abatantuono ha esordito facendo il cow-boy, come Luca Laurenti nelle sue cose meno riuscite, credo, poi è approdato ad un fallimento filmografico sui mulini a vento di Sancho Pancia, infine lentamente a “Mediterraneo” con l’Oscar. E “La vita è bella” del toscanaccio Beppe Benigni? No, i De Filippo, come se fossero gli inventori del teatro, nato molto prima. Non che Sofia Loren ed Anna Magnani non sappiano recitare, ma non sono le uniche eppure diventano solo loro delle Muse artistiche, chissà! Totò, grande, ma non unico! Non voglio spezzare dei miti! Tutti sono bravi: da De Sica a Risi padre e figlio, Lizzani e Felllini, Ferrario e Martone, non monopolizziamo la cultura, avete mai sentito parlare dei “Legnanesi”? Recitano in lingua bergamasca! Bravi i Fichi d’India, la Ripizzetto ( ? ), ma gli “Zanni” che recitano in vernacolo? Sconosciuti al grande pubblico che preferisce Paolo Virzì e altri…con quei trogloditi da far spavernto…nudi e pelosi come me.

  2. Sicuramente ol Senatur è meglio di Garibaldi, anche perchè ho saputo che l’unificatore d’Italia non aveva una grande considerazione per la moglie facendola partorire in situazioni di estremo disagio durante i suoi viaggi e i suoi soldati non li trattava per niente bene pur permettendogli di essere il grande Giuseppe Garibaldi. Non entro nei dettagli, perdonate la mia ignoranza. Forse il disegno richiama troppo il Che. Con il sigaro poi. Ma vorrei continuare dicendo che Bossi è una figura politica sicuramente più carismatica e il Federalismo per il quale si batte lo rende ancora più mitico. La sinistra si appella alla Cultura e al suo valore, che è nelle mani di “caste”. All’esame di abilitazione per Lettere i tutors, entrambi del Sud, rivelarono impreparazione e non professionalità. La Signora, a causa del suo accento presente genotipicamente nei suoi cromosomi, si esprimeva con difficoltà ed all’esame mi domandò cosa fosse il modulo didattico. Avendo preso appunti non potevo sbagliare. Lei si ostinò fino alla fine ripetendo la domanda, spaventato non parlai più. Il dottore, invece, parlando si fece sfuggire un “se sarei”, prof in pensione dopo 30 anni di insegnamento ( !? ) che però ha il coraggio di insegnare ancora, in un istituto tecnico in cui, però, frequentano studenti “facoltosi” senza voglia di studiare. All’esame i due tutors più altri ( Ovviamente del Sud ) domandorono fatti storici particolari e specifici: il biennio rosso, in poesia piano denotativo e connotativo da me definito ma non accettato perchè i termini non erano gli stessi della tutor ed espressioni, a detta sua, oboslote e anacronistiche perchè io insegnai 20 ani fa e c’erano stati aggiornamenti ( Anche sulla poetica? ). Inoltre altre domande sulla poetica di Giuseppe Ungaretti, la politica di Giolitti e lì mi arenai, perchè non riuscivo più a parlare…ottenni 56/80, il minimo e il tutor del “se sarei” mi disse che avevo rischiato ma che mi aveva aiutato ( Nella simulazione della prova, tra l’altro il tutor si complimentò con me!? ). Gli altri studenti partivano quasi tutti dal 76/80, c’erano 78/80 e 80/80…che vergogna! Due o tre respinti poi quache voto intermedio, eccetto quelli già detti. Nello scrivere il tema riempii un po’ di pagine di protocollo: circa una dozzina trascrivendo i testi poetici di alcune liriche. La mano dolorante per la doppia copia, “brutta” e “bella” uguali, talis et qualis. Tra l’altro, quando scrivo, tendo a “premere” la penna sul foglio. Il tema l’ho preparato ricordando i testi della cattolica di Brescia dove superai l’esame con un buon voto. Diamo un taglio però a tali situazioni. La prima versione di Latino in prima magistrale vide un massimo di 5, 5 fino ad un mininmo di 3, perdonate l’immodestia ottenni 5+, non ricordo sufficienti, la prof napoletana vada a Secondigliano e nei quartieri spagnoli a correggere e dare valutazioni, ma sicuramente migliori di quì. Su 28 studenti in prima, 6 promossi a Giugno e più di 14 respinti o ritirati, i rimanenti ripararono a Settembre di cui qualcuno respinto ( non ricordo bene ). In seconda ci trovammo in 13 ed in terza ci divesero per l’esiguo numero di studenti. Sgominati da prof. per la maggior parte del Sud.

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