Ma l’opinione pubblica non è ostile a Berlusconi

stucchi1.jpgCosì il nostro parlamentare della Lega Nord, e Segretario di Presidenza alla Camera dei Deputati, Giacomo Stucchi :   “Gli strali dei falsi moralisti, che infoltiscono le schiere dei vecchi e nuovi oppositori del Governo, si schiantano con un’opinione pubblica magari disorientata ma di certo non ostile a Berlusconi. Proprio quando si scatena una controffensiva in grande stile, magari pensando che la stessa possa contribuire ad indebolire e isolare il Cavaliere, la maggioranza invece, con l’appoggio del nuovo Gruppo parlamentare dei ‘responsabili’, si rafforza e il Governo ottiene quasi una seconda fiducia con l’approvazione in Parlamento della relazione sulla Giustizia del ministro Alfano. Auspichiamo quindi che questa stabilità sia un buon viatico per l’approvazione definitiva del federalismo fiscale e la sua effettiva entrata in vigore”.

La sinistra anestetizzata dalla lotta al premier

Mai come in questi giorni il Pd ha avuto la prova che il Berlusconismo è stato la trappola che gli ha bloccato in tutti questi anni i movimenti. Dopo un’attraversata del deserto durata più di vent’anni alla ricerca, prima della sua piena legittimazione, poi della conquista senza interposta persona di Palazzo Chigi, il primo partito della sinistra si ritrova al punto di partenza. Nel momento magico per l’opposizione in cui il governo boccheggia, a corto com’è di voti in Parlamento per di più, con una leadership sotto tiro mediatico-giudiziario; in una tale occasione favorevole si appella in pubblico diviso al suo interno, stordito dalle trasformazioni in corso, confuso sul da farsi e con una leadership per lo meno inadeguata.
Si può capire che al momento della sua comparsa, Berlusconi sia sembrato un competitore troppo improvvisato per essere preso sul serio. Un signore senza arte né parte (politicamente parlando), senza storia, senza retroterra e senza classe dirigente che osa lanciare la sfida al più grande partito del Paese, ricco del suo invidiabile patrimonio di storia, di uomini, di quadri, di intellettuali, di radicamento sociale poteva comprensibilmente risultare una sfida troppo facile per non essere colta alla leggera. Non è bastata la clamorosa sconfitta subita a sorpresa nel ’94 per correggere il tiro e realizzare che dietro il Signore delle televisioni si era ricomposto il blocco sociale, sempre risultato maggioritario nell’Italia repubblicana, dell’anti-sinistra.
Il Berlusconismo è rimasto la stella polare che ha guidato la sua transizione, finendo col diventare il diversivo che ha illuso il prima Pds, poi Ds, infine Pd che gli bastasse tenere stabilmente sul banco degli imputati il Cavaliere Nero per promuovere se stesso. Non si è accorto che quella insistente denuncia si stava trasformando in una droga sottile che anestetizzava le sue capacità reattive, il suo corpo, la sua anima e, soprattutto, la sua mente, distogliendolo dal compito storico che lo aspettava di ridefinire identità, storia, memoria, immagine e strategia alla luce degli scenari disegnati da una modernità sconvolgente?
C’è voluta la valanga Marchionne perché il Pd, erede storico del partito – il Pci – che aveva fatto della classe operaia il soggetto collettivo incaricato di costruire il futuro, scoprisse che di questa classe operaia non solo ha perso la rappresentanza, ma la stessa guida. A quasi un quarto di secolo dal crollo della «patria del socialismo» (l’Urss) e dalla falsificazione dell’utopia comunista, si ritrova con le vecchie armi spuntate e le nuove ancora tutte da approntare. Ci si chiede, a questo punto, se il partito decisivo per la costruzione di un’alternativa al centrodestra, senza più l’alibi del Berlusconismo, saprà trovare la forza e le idee per uscire dalla comoda trincea in cui è riparato in questi anni. (da Eco di Bergamo,17-1-2011)

Ma l’opinione pubblica non è ostile a Berlusconiultima modifica: 2011-01-21T15:03:00+01:00da leganord.b
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