La Lega chiude la campagna elettorale con Maroni

140521 lega-venerdi-chiude-con-maroni-e-la-pecce-attacca-goriSarà il governatore Roberto Maroni a chiudere la campagna elettorale della Lega: venerdì 23 maggio alle 19,45 terrà una conferenza stampa al Lega Point di via Tiraboschi.
Nell’attesa, la segretaria cittadina leghista, Luisa Pecce, va all’attacco di Giorgio Gori: «Se vi è capitato di leggere il primo punto del suo programma alla sezione “Decentramento amministrativo”, vengono avanzate proposte che, se realizzate, vedrebbero l’assessorato alla Sport inglobato in un fantomatico assessorato di coesione sociale ed integrazione, con una “ macedonia” di deleghe miste (politiche sociali , giovani, sport, pari opportunità, integrazione e istruzione). In poche parole ciò porterebbe, oltre ad altri pasticci, ad annullare tutti gli sforzi fatti fino ad oggi per collocare lo sport al livello che si merita».
«Uno sport su misura è la proposta targata Lega, che cerca di creare una sinergia tra Comune, strutture socio-sanitarie, scuola e associazioni, perché siamo convinti che oggi, nella situazione attuale di difficoltà educativa e con sempre più numerosi fenomeni di delinquenza e bullismo, lo sport sia una formidabile occasione formativa da non perdere”. Per questo vogliamo: tutor formati e a disposizione per far conoscere tutte le discipline sportive ai giovani sia in ambiente scolastico sia nelle strutture del Comune; un aiuto psicologico e medico che, tramite specialisti, indirizzi verso le discipline più adatte al ragazzo sia dal punto di vista fisico che caratteriale; un vero coinvolgimento di squadre e associazioni sportive che possano “accompagnare” il giovane». «Una risposta concreta ed immediata che valorizza e non annega in un “di tutto di più” le risorse già presenti sul territorio. Mi piace poi anche sottolineare come nel programma “goriano” sullo sport si preveda il restyling delle piscine Italcementi. Peccato che sia uno sciacallaggio di idee perché in effetti la proposta di rinnovo dell’impianto e l’ identificazione di partners per un projet financing è già stata realizzata da Bergamo Infrastrutture in piena amministrazione Tentorio», conclude la Pecce. (Eco di Bergamo,21/5/14)

Prima Bergamo e i bergamaschi

140514 tessera-del-bergamasco«Prima Bergamo e i bergamaschi». Con tanto di tessera. Quella del bergamasco, presentata nel programma elettorale della Lega. Uno slogan che si concretizza anche in una serie di sconti per quei servizi, come musei, teatri, impianti sportivi e, se le risorse lo permetteranno, trasporti, che vengono usati da un bacino più ampio dei soli residenti, che invece li pagano con le tasse. In sostanza, l’annoso problema (economico) della Grande Bergamo, o meglio, dei costi che il capoluogo deve sopportare.Il principio della residenzialità è centrale:«Per bergamasco non intendiamo solo chi è nato qui, ma i lungo residenti», puntualizza il segretario cittadino, e consigliere comunale, Luisa Pecce. «Più voti prenderemo, più forza avremo per realizzare i nostri punti», aggiunge, dichiarando anche che protocollerà al sindaco il documento, «perché è difficile avere idee, è facile fregarle». Il Carroccio rivendica quindi la paternità di alcune battaglie, come quelle per lo stop al cemento e la sicurezza. (Eco di Bg -14/05/2014)

Presentato il programmo della coalizione che sostiene Tentorio

140509 tentorio-lancia-la-volataUna Bergamo sempre più di qualità: è l’obiettivo di Franco Tentorio che tenta il bis a Palafrizzoni. Nella mattinata di venerdì 9 maggio il sindaco ha presentato il suo programma elettorale, a poco meno di 2 settimane dal primo turno delle elezioni.
Due versioni del programma, una completa da 35 pagine e una più small «che verrà inviata a tutti i cittadini elettori» spiega il sindaco, attorniato dai rappresentanti dei partiti che lo sostengono.
Una Bergamo sempre più sicura, solidale, sostenibile, ecologica, aperta, viva e attrattiva, bella e moderna, vicina, efficiente, tua e amica dei cittadini: sono questi i capitoli del programma elettorale. Molti dei temi sono quelli già messi sul tavolo nel primo mandato in Comune, come i contenitori storici, il rifacimento della rotonda dell’autostrada, la ristrutturazione dello stadio, il parco dello sport «light», la fermata del treno all’ospedale, il parcheggio dell’ex gasometro, solo per citarne alcuni. «Non partiamo da zero, ma da 5 anni intensi, mantenendo fede al programma e ai nostri valori».
Tra le proposte più interessanti, quelle di un Piano straordinario per gli alloggi sfitti, la valorizzazione del turismo di qualità, l’attenzione alla lotta alle ludopatie, la riorganizzazione dei servizi pubblici per ridurre il traffico privato, un rafforzamento della rete di assistenza per gli anziani, l’attenzione alle marginalità: «Non vogliamo rivoluzionare la città, ma esaltarne i valori». Ad una, ormai atavica, condizione: «Basta tagli da Roma». In tal caso «l’impegno è quello di mantenere la stessa impostazione del passato, non alzare le imposte e le tariffe». (da Eco di Bergamo, 9/5/14)

Scarica l’intero programma in versione ridotta : PROGRAMMA Elettorale versione B

Una battaglia della Lega : Nuove sale slot, la Regione dà l’altolà

«Servirà anche l’ok dei Comuni»

slot 1La Lombardia sperimenterà un nuovo sistema di rilascio delle autorizzazioni alla apertura di sale gioco, bingo o videoslot. Lo studierà un tavolo di lavoro coordinato dall’assessore Paola Bulbarelli al quale parteciperanno Regione, Anci, Comune di Milano, prefetture e questure.
Il Governatore Roberto Maroni ha rilevato come dal confronto con prefetti e questori lombardi di mercoledì 23 aprile sia emerso come «l’autorizzazione di Ps rilasciata dalle questure, da sola non può più bastare. Serve anche un’autorizzazione di carattere amministrativo, rilasciata dalla Regione o dai Comuni, perché si possa aprire il locale. Come regolamentare e fare in modo che questo “concorso di interessi di pari rilievo” abbiano la stessa rilevanza, sarà oggetto del lavoro del tavolo di lavoro che si riunirà già nei prossimi giorni con l’obiettivo di individuare le procedure per dare piena attuazione a questo nuovo sistema». Una sperimentazione importante, l’ha definita Maroni «perché vede insieme il ministero dell’Interno attraverso prefetture e questure, la Regione e i Comuni a tutela dei soggetti deboli per evitare che si rovinino nelle sale slot».
Maroni ha ricordato una circolare del Dipartimento della pubblica sicurezza del ministero dell’Interno, secondo la quale sulla materia esiste «un concorso di interessi pubblici di pari rilievo facenti capo ad amministrazioni diverse, statali (ministero dell’Interno, concorso pubblico in materia di sicurezza) da un lato e territoriali dall’altro (Regione Lombardia, interesse pubblico a tutela dei più deboli e degli affetti da ludopatie), con la conseguenza che il regime di pubblica sicurezza convive con eventuali norme di legge regionali o regolamentazioni comunali che, muovendo su un piano diverso rispetto a quello della licenza di Polizia, pongono limiti all’apertura di sale gioco, sale bingo e slot». (Eco di Bergamo,23/4/14)

Basta Euro Tour

salvini-contro-leuroAuditorium del Liceo Mascheroni stracolmo dove domenica 13 aprile, con il benvenuto del Sindaco Tentorio, è approdato anche a Bergamo il “Basta €uro tour”. Il convegno itinerante ideato da Matteo Salvini e dal professor Claudio Borghi, docente di Economia all’Università Cattolica di Milano, per spiegare ai cittadini i numerosi motivi per cui conviene uscire dalla moneta unica europea. «In Europa l’Italia ha sempre avuto un atteggiamento da scendiletto nei confronti dei tedeschi, delle banche e delle multinazionali: è ora di raddrizzare la schiena e di andare a testa alta; lo dobbiamo alle nostre imprese e ai nostri cittadini schiacciati da questo sistema monetario iniquo e da un patto di stabilità che sta soffocando i comuni virtuosi e l’economia». E’ stato illustrato il manuale «Basta euro! Come uscire dall’incubo», con 31 domande e altrettante risposte dedicate a chi ancora considera un disastro uscire dall’euro dove ben 10 paesi europei su 28 già stanno. Tra i relatori presente anche il direttore del Tg4 Mario Giordano che ha presentato il suo nuovo libro, «Non vale una lira. Euro, sprechi, follie: così l’Europa ci affama».

Increscioso a Bergamo…vigilessa aggredita sul pullman

«Il Governo permetta di difendersi»
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«Il Governo metta a disposizione anche per Bergamo strumenti di autodifesa».

La richiesta arriva dalla Lega Nord dopo che una vigilessa è stata aggredita su un pullman dopo che la sua pattuglia era stata chiamata per un giovane che infastidiva una passeggera.
«All’agente della polizia locale aggredita nel pomeriggio di domenica va la mia solidarietà e quella del gruppo consiliare della Lega Nord in Comune. Si tratta di un grave episodio di violenza, che mette ancora più in evidenza la necessità, più volte sollecitata al Governo, di avere a disposizione degli strumenti di autodifesa, come mazzette segnaletiche e spray, che inspiegabilmente il Ministero – dichiara Alberto Ribolla, capogruppo della Lega Nord in Comune a Bergamo – nega a Bergamo ma concede in altre città come Brescia, Milano e Torino. Peccato però che a Roma Renzi&co. siano troppo impegnati nel tagliare le già esigue risorse per la sicurezza messe a disposizione dei territori».
«Mentre nelle nostre città si verificano fatti come questo, lo Stato – prosegue Ribolla – diminuisce gli investimenti per la sicurezza, dà il via libera allo “svuota carceri” e cancella il reato di clandestinità. Non solo: il piano dei tagli in materia di sicurezza avrà conseguenze pesanti per il nostro territorio con la chiusura di numerosi presidi della polizia. Tutto questo non è solo inconcepibile ma anche intollerabile». (Eco di Bergamo, 9/4/14)

la Bergamo che lavora e produce lavoro

IMG_00000118 b.jpgE’ stata inaugurata la nuova copertura del Mercato ortofrutticolo all’ingrosso di via Borgo Palazzo. Alla cerimonia di inaugurazione sono intervenuti anche il sindaco Franco Tentorio, gli assessori Enrica Poppa Pedretti, Alessio Saltarelli ed Enrico Facoetti, il presidente del Consiglio comunale Guglielmo Redondi, il presidente di Bergamo Mercati Renzo Casati.
Sono stati coperti i due corridoi intermedi del mercato che separano le tre pensiline che costituiscono rispettivamente il settore riservato ai produttori (quello centrale), dai due laterali dove stanno i grossisti In tutto 3.500 metri quadri di tetto. Un anno e mezzo di lavoro per un’opera dal costo di un milione completamente autofinanziata dalla società partecipata del Comune che è una delle poche con il bilancio positivo e che pur nel momento di crisi ha migliorato il suo giro di affari.  L’ortomercato di Bergamo, secondo della Lombardia dopo Milano, rappresenta una realtà positiva per l’economia della nostra provincia : è in continua crescita per quanto riguarda le derrate contrattate (nel 2012 hanno raggiunto le quasi 157 mila tonnellate), vi operano  circa 450 addetti, 20 grossisti e florovivaisti e 75 produttori, le ditte acquirenti registrate sono circa 1.400. Le condizioni in cui versava l’ortomercato erano da considerarsi inaccettabili per una città come Bergamo che rappresenta un gioiello dell’imprenditoria anche in questo settore e la realizzazione di questa infrastruttura è la dimostrazione concreta di quali positivi risultati si possano ottenere attraverso la collaborazione tra ente pubblico e privati. I lavori erano urgenti e necessari. C’era da fare uno sforzo per rendere la struttura confortevole così da non essere più in balia del tempo e consentire agli operatori di lavorare in condizioni più dignitose.  La nuova copertura è garantita anche dal punto di vista statico e sismico e ha già evidenziato i suoi positivi effetti sul lavoro degli operatori ma anche per una maggiore salvaguardia delle derrate alimentari. La struttura, voluta sia dall’amministrazione comunale sia dagli operatori privati, è stata finanziata dagli operatori tramite mutuo con un aumento del canone di concessione e al Comune non è costato una lira – ha sottolineato Renzo Casati ». Un passo avanti sul piano estetico, ma soprattutto funzionale. L’ortomercato è rimasto alla Celadina e non spostato come era nelle previsioni urbanistiche e si trova in una posizione strategica con un’area adiacente che potrebbe anch’essa avere una destinazione in linea.

Ci sono Province inutili (sopratutto al sud), ma non sia questa la scusa per ridurre le autonomie locali.

Bautonomie-locali,en 44 costituzionalisti di varie aree hanno elaborato un documento sul processo di riforma degli enti locali che esprime numerosi rilievi al ddl messo a punto dal ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Graziano Delrio, relativamente a quanto messo in atto per le Province. In un lungo documento intitolato «Per una riforma razionale del sistema delle autonomie locali», indirizzato significativamente alle commissioni Affari costituzionali e ai gruppi parlamentari di Camera e Senato – è stato evidenziato il fatto che «il sovrapporsi disordinato di provvedimenti di “riforma” del sistema delle autonomie locali» «lascia disorientati». Particolarmente soddisfatte, per l’iniziativa dei Professori, le Province che per bocca del presidente dell’Upi Antonio Saitta, hanno chiesto «la difesa delle regole» e non «un’operazione di populismo massmediatico». L’appello dei 44 non lascia margini di interpretazione: «Riteniamo che non si possa comunque con legge ordinaria sopprimere le funzioni di area vasta delle Province e attribuirle a Regioni e Comuni né trasformare gli organi di governo da direttamente a indirettamente elettivi, né rivedere con una legge generale gli ambiti territoriali di tutte le Province». Mostrano poi «perplessità» sulla strada della revisione costituzionale e sull’«opinabilissimo provvedimento di commissariamento fino a giugno 2014 di tutte le Province con organi in scadenza prima della prossima tornata elettorale-amministrativa», perché «appare per molti versi una scorciatoia, fonte di ulteriori complicazioni per il rischio di un mancato rispetto del principio autonomistico sancito in Costituzione». Al contrario sarebbe necessario «tracciare una linea di riforma delle autonomie locali condivisa ed efficace». (da Eco di Bergamo,22-10-13)

INSOMMA, I TAGLI DEVONO ESSERE FATTI AL CENTRO E LASCIARE ALLE REGIONI DI DECIDERE PER SE’, CIASCUNA CON I SOLDI CHE HA RICEVUTO DAI PROPRI ABITANTI.

Expo 2015, un’occasione da non perdere per promuovere il territorio e le sue aziende

imagesCA8UYTT6.jpgBergamo farà da apripista. Attesi in città 350 delegati di 72 nazioni partecipanti ai “cluster” dell’esposizione universale si fermeranno per tre giorni, dal 29 al 31 gennaio 2014, in città, dove incontreranno i dirigenti di Expo 2015 Spa. L’obiettivo è mettere a punto i dettagli tecnici per allestire le 9 aree tematiche (“cluster”) su cui ruoterà l’esposizione universale del 2015, aree che saranno dedicate a : Riso; Cacao; Caffè; Cereali e Tuberi; Frutta e Legumi; Spezie, Prodotti del Mediterraneo, Isola, mare e cibo; Agricoltura e Nutrizione in zone aride. I delegati appartengono a Paesi per i quali è previsto un notevole sviluppo (dalla Cambogia allo Yemen, compresi i paesi economicamente emergenti dell’Africa) e bisognosi, oltre che di alberghi e strutture ricettiv e ricreative per il periodo in cui i delegati dimoreranno a Bergamo, soprattutto di prodotti tecnologici e manifatturieri all’avanguardia. Quelli che le imprese bergamasche possono offrire loro, rilanciando anche la ripresa nostrana. Ecco perché il grande evento (che vedrà riuniti per la prima volta in Italia i 72 paesi delle aree tematiche) è un’occasione per le imprese locali di farsi conoscere e apprezzare. Messo sul chi va là il mondo economico e le istituzioni bergamasche circa l’opportunità che Bergamo deve cogliere subito. “E’ la prima tappa di avvicinamento di Bergamo a Expo 2015. La scelta della nostra città per questo importante appuntamento è un modo per promuovere il territorio, il turismo, la realtà economica e imprenditoriale bergamasche su scala internazionale dice Paolo Malvestiti, presidente della Camera di Commercio Un’occasione che richiede un forte coinvolgimento delle amministrazioni locali e di tutti i protagonisti dell’economia provinciale. I tre giorni di fine gennaio devono essere un momento utile e fruttuoso per la nostra economia: ai 350 delegati potremo far conoscere la nostra ospitalità, le bellezze del territorio e l’eccellenza delle nostre imprese. Stabiliremo i primi rapporti con paesi in netta espansione, a cui abbiamo tanto da offrire”. (da Il Giorno,22-10-13)

La giungla delle coop con titolari ignari e lavoratori fantasma.

images.jpgSfruttano sistemi mutualistici ed evadono. Quando hanno fondato la coop, sono stati anche gentili: visto che lei era la presidente avevano deciso di dare il suo nome alla ditta. Peccato che la signora di Calcio, 82 anni, non ne sapesse niente. Non sapeva di avere a che fare con l’impresa, non sapeva di avere alle sue dipendenze 140 persone e tantomeno di dovere organizzare dei lavori edili. Ma questo non è un problema, visto che tanto la ditta, hanno scoperto gli ispettori dell’Inps quando l’hanno controllata, non ha nessun cantiere aperto. Benvenuti nel mondo delle finte cooperative, delle aziende che hanno dipendenti ma non li usano, che nascono e muoiono in pochi mesi, che cambiano nome ogni anno, che hanno come presidente dei nullatenenti, che producono documenti falsi, che sfruttano i lavoratori e non pagano loro nemmeno i contributi. «Solo nel settore del facchinaggio, che con le pulizie rappresentano i due principali settori di attività precisa Alberto Civera, segretario della Fit-Cisl le vere cooperative di lavoro bergamasche si contano sulle dita di due mani». Nell’ultimo anno l’Inps ne ha controllate a campione 45, trovandone regolari solo 18. Tutte le altre si nascondono nella nebbia formata da una contabilità opaca che sfrutta ogni piega di una legislazione pensata per favorire il sistema mutualistico ma che è diventata una scusa per l’evasione e lo sfruttamento più sfrenati. Il primo boom delle imprese fittizie (tra coop e ditte individuali) risale al 2005-2006, ed erano quelle create da malviventi di mezza tacca spesso collegati con malavita organizzata che le usavano per farsi pagare dei clandestini ai quali fornivano fìnte buste paga che servivano per ottenere il permesso di soggiorno. Poi è arrivata la crisi. «Con la crisi gli strozzini prosperano commenta Civera e le false coop si sono moltiplicate». Ora sono suddivise in tre categorie: quelle che certificano lavoro inesistente, quelle che piazzano personale in modo illecito (praticando un caporalato organizzato) e quelle che lavorano davvero. «Quelle che erano stamperie di finte buste paga riassume il maggiore Emanuele Chietera, comandante della Guardia di Finanza di Treviglio si sono sviluppate fino a mettere a segno una lunga serie di abusi. In più c’è un incremento di ditte che si trasformano in cooperative in modo da non avere più personale direttamente alle proprie dipendenze e non avere i relativi problemi. Ed effettuare evasioni fiscali e contributive anche di grossi importi». I trucchi per non pagare tasse e soprattutto i contributi ai lavoratori sono tanti. Per esempio la compensazione di credito e debito. Se una ditta deve versare una somma allo Stato ma deve anche incassare un credito per degli arretrati, la legge consente una compensazione: le due somme si annullano o si paga giusto la differenza. Succede quindi che qualcuno che dovrebbe versare i contributi produca fatture false che generano crediti Iva per somme simili e quindi non paghi un euro, contando sul fatto che i controlli (quando e se ci saranno) arriveranno come minimo due anni dopo. Se una ditta è regolare viene scoperta. Ma le ditte fantasma hanno una durata di vita di un paio d’anni, e nel frattempo la coop è sparita, ha traslocato e cambiato nome, lasciando solo il responsabile legale, spesso un nullatenente sul quale non è possibile rifarsi. Ma non è finita. Perché se la coop non paga i contributi scatta l’automaticità delle prestazioni. Il che significa che i contributi li versa lo Stato. E con quelli arrivano i diritti a malattia, mobilità, cassa integrazione, e nel caso degli irregolari anche la residenza e quindi i servizi comunali. Perché se a gestire il gioco in genere sono italiani (nella Bassa per esempio è molto attiva una famiglia calabrese) la manodopera è straniera. Le ultime tre coop irregolari scoperte avevano 150, 80 e 57 dipendenti, tutti immigrati del Maghreb e dell’Africa subsahariana. «A volte riusciamo a scoprirne una prima che chiuda dice un ispettore Inps . Ma anche in pochi mesi ha già fatto un danno da milioni di euro alle casse dello Stato». (Corriere della Sera,18-10-13)

Anche la Regione dice stop alla slot-machine

slot 1.jpgIl Consiglio regionale ha approvato all’unanimità la legge contenente «norme per la prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo». Tra le misure introdotte, l’istituzione di un numero verde per segnalazioni e richieste d’aiuto delle persone in difficoltà affette da ludopatia. Le Asl dovranno dotarsi dì una struttura specializzata per la presa in carico dei soggetti patologici e terranno dei corsi di formazione per i gestori dei locali dove sono presenti slot. Ci saranno anche norme e corsi, sul tema della ludopatia, per la formazione degli agenti di Polizia locale. Per i locali che rinunciano all’installazione di macchinette, poi, è prevista la creazione del marchio regionale «no slot» e sgravi per quanto riguarda l’Irap regionale (con un risparmio medio che dovrebbe aggirarsi sui mille euro annui). Un aggravio di questa imposta sarà invece applicato ai gestori in possesso di apparecchiature legate al gioco d’azzardo. Inoltre viene   introdotta l’imposizione, che comunque stabiliranno i Comuni, di una distanza massima di 500 metri tra i nuovi locali con più di tre slot machine e luoghi sensibili, come scuole, oratori, strutture sanitarie e centri sportivi. Infine, vengono regolamentati gli accessi agli spazi destinati alle slot.
Soddisfatto Roberto Maroni. Con questa legge, ha sottolineato il governatore, «diamo una regolamentazione, per mettere un freno ad un fenomeno che sta facendo rovinare molte famiglie». Dal canto suo, il presidente del Consiglio Cattaneo spiega che «l’approvazione è un segnale importante perché il Consiglio regionale della Lombardia è tra i primi a porre una prima regolamentazione a una vera piaga sociale». Sia la Lega Nord che la Lista Maroni presidente sottolineano che, sul contrasto alla ludopatia, la Lombardia sia arrivata prima del Parlamento nazionale. Il capogruppo del Carroccio, Massimiliano Romeo, ha spiegato: «Da Roma finora non è arrivata nessuna legge ma soltanto un condono vergognoso nei confronti delle grandi società che gestiscono il lucroso affare delle slot-machine nel nostro Paese». (da Eco di Bergamo,16-10-13)

Pronta anche la “lobby” dei Sindaci contro il gioco d’azzardo

Il fallimento di questa organizzazione dello Stato, che costringe i Primi Cittadini eletti a costituirsi in “lobby” per imporre soluzioni civili e dimostrando così la sua lontananza dai cittadini, è stata espressa in molti interventi al convegno tenutosi a Palazzo Marino. Numerosi e approfonditi tutti gli interventi dei rappresentanti di Associazioni, di Asl e di Sindaci. 

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– “Sindaci uniti nella campagna “no slot” e firmano la proposta di legge di iniziativa popolare per la tutela della salute dal gioco d’azzardo, promossa da Lega Autonomie Lombardia, Terre di Mezzo e Scuola delle Buone Pratiche. Ieri a Milano la sottoscrizione e il lancio della proposta di legge, cui hanno partecipato anche i comuni di Bergamo, di Treviglio e molti altri della bergamasca.
L’incontro si è tenuto a Palazzo Marino, dove un centinaio di sindaci italiani ha firmato simbolicamente per la legge. Alla sottoscrizione seguirà l’avvio di una raccolta firme rivolta ai cittadini per la «tutela della salute degli individui tramite il riordino delle norme vigenti in materia di gioco con vincite in denaro – gioco d’azzardo». Positivo il commento di chi ha partecipato: «È andata molto bene, c’è stata una presa di posizione da parte dei sindaci -commenta Luisa Pecce, consigliere comunale Lega Nord e presidente del Consiglio delle donne, in rappresentanza del Comune di Bergamo -. Gli organizzatori dell’iniziativa hanno voluto che indossassimo la fascia tricolore, perché l’ultima sentenza del Consiglio di Stato insiste sul fatto che non i sindaci ma i questori possono presidiare gli interessi di particolare rilievo pubblico che coinvolge il settore del gioco, come per esempio l’orario delle sale». La consigliera parla di un’azione «potente e simbolica»: «La forza dell’unione dei sindaci è il portare avanti le istanze, in modo che si possa legiferare – continua Pecce -. Ieri si è parlato di una lobby dei sindaci contro quella del gioco d’azzardo. Il fatto che ci siano due proposte di legge contro il gioco è uno stimolo, unito ad un’azione potente e simbolica».
Presente anche il sindaco di Treviglio Giuseppe Pezzoni, che invita i cittadini a sottoscrivere la proposta già da oggi: «Ci siamo mossi in anticipo con il Consiglio delle donne e mozioni in Consiglio – commenta Pezzoni -. Da subito è possibile recarsi in municipio e sottoscrivere la proposta, per aiutare i Comuni e per non far pagare ai più deboli questa “tassa della speranza”, che è la ludopatia. Abbiamo altre iniziative in atto, come momenti di formazione nelle scuole, per rendere consapevoli, dai piccoli ai grandi, il livello di rischio legato al gioco».
A rappresentare i sindaci della provincia, Leonio Callioni, presidente del Consiglio di rappresentanza dei sindaci (Cdrs) e Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Bergamo. «È un’iniziativa utile perché concreta e rappresenta la posizione dei sindaci che hanno aderito al documento dei Comuni bergamaschi per il contrasto al gioco d’azzardo promosso dal Cdrs e che rappresentano quasi il 90% della popolazione. Bisogna superare la  logica che i Comuni sono responsabili di tutto, ma non hanno potere di imporre un regolamento che abbia efficacia. È un’ottima iniziativa – conclude – che avremmo dovuto fare anche con altri temi, come per esempio il patto di stabilità»-. (da Eco di Bergamo,10-10-13)

Dalla Provincia 40mila Euro per i lavoratori in mobilità

lavoratori-mobilità,provincia-bergamo,Tute blu in mobilità Dalla Provincia 40 mila euro Dalla Provincia 40 mila euro per i lavoratori metalmeccanici in mobilità di Treviglio e Ponte San Pietro. Il finanziamento, deliberato dalla giunta, è destinato a due progetti per la riqualificazione e il reimpiego di tute blu in mobilità, che prevedono di coinvolgere 230 lavoratori nella zona di Treviglio e 220 nell’Isola. Firmatari dell’intesa sono Provincia, Apindustria, Confìndustria, Imprese & Territorio, Cgil, Cisl e Uil. La gestione del processo sarà affidata ad Abf (Agenzia Bergamasca Formazione) di Treviglio e all’agenzia per il lavoro Umana. Nella nostra provincia da inizio anno nel settore metalmeccanico sono stati 998 i licenziamenti, contro i 440 del 2012. (da Eco di Bergamo,2-10-13)

Bergamo promossa a pieni voti per sicurezza e accessibilità delle scuole

DSCN253.jpgTutte nelle prime posizioni della classifica nel report di Cittadinanza Attiva su 165 edifici in Italia II meglio piazzato è l’Ic Camozzi (88 su 100). Nella «pagella» anche prevenzione e organizzazione Susanna Pesenti Cittadinanza Attiva promuove le scuole bergamasche. Nel report che ogni anno l’associazione dedica alla sicurezza e all’accessibilità degli edifìci scolastici, tutte le scuole considerate dall’indagine sono entrate nella parte alta della classifica. Il migliore è risultato l’Istituto comprensivo Camozzi, con 88 punti su 100 in graduatoria generale grazie alla primaria Giovanni XXIII (mentre 79 punti sono stati assegnati alla scuola d’infanzia Monterosso), su un totale di 165 scuole italiane monitorate in 18 regioni. Seguono a breve distanza scuola d’infanzia Cene con 87 punti e Istituto Turoldo di Zogno con 86. Gazzaniga è a 84 punti con la primaria Ghilardini e a 83 con la scuola d’infanzia. A 83 punti è anche il Comprensivo Aldo Moro di Seriate, mentre ad Albino la primaria Bulandi ottiene 81 punti e la secondaria Solari 80.1 livelli strutturali e di sicurezza sono giudicati per tutte le scuole «buoni». Quest’anno il report ha considerato anche graduatorie specifiche per prevenzione, organizzazione, edifìci, qualità. Qui, l’Ic Camozzi con la primaria Giovanni XXIII risulta primo nelle aree «prevenzione» e «organizzazione», (92 e 96 punti) e secondo in «prevenzione» con la Monterosso. Gazzaniga invece è prima per edifìci e qualità, con la primaria Ghilardini e la scuola d’infanzia, rispettivamente a 94 e 84 punti.  (da Eco di Bergamo,30-9-13)

“Le Province sono necessarie, soprattutto nella Macroregione”

province_italiane_posizione-copia.jpg«Per una Regione di 10 milioni di abitanti e con un Pil che è circa un quarto di quello nazionale, l’ente intermedio è necessario. A maggior ragione in una prospettiva macroregionale». Così Stefano Bruno Galli, a capo del gruppo “Maroni Presidente” in merito alla mozione relativa al disegno di legge costituzionale per il riordino dei livelli intermedi di Governo, discussa in Consiglio regionale. «Non intendiamo – ha dichiarato Galli – combattere una battaglia di retroguardia nella strenua difesa dell’istituto provinciale, tuttavia, sull’ente intermedio di primo livello, deve essere combattuta una battaglia campale, per una folla di ragioni. Anzitutto perché nel quadro della spesa pubblica degli enti locali, il peso delle vecchie province è davvero irrisorio, non arriva al 2% e non è con la loro soppressione che la voragine del debito pubblico viene risolta una volta per tutte». Secondo Galli sarebbe in atto «un vero e proprio attacco frontale al sistema delle autonomie locali che, nel caso dell’ente intermedio, può essere diversificato: intendo dire che ogni realtà regionale deve poter fare da sé, come meglio crede, nel suo rapporto con il sistema delle autonomie locali. A ogni Regione deve essere riconosciuta tale prerogativa.
Se in Abruzzo o in Molise ritengono di poter fare a meno, per ovvie ragioni numeriche, dell’ente intermedio, non è possibile imporre questa soluzione a una delle prime Regioni d’Europa che si chiama Regione Lombardia». Infine, il capogruppo Galli ha posto l’attenzione sulla necessità di «consultare i singoli comuni per verificare con chi vogliano stare, in quale aggregato istituzionale intermedio, per storia e tradizioni civiche, per vocazioni economiche e produttive territoriali, si riconoscano di più». «Occorre pensare di ridisegnare la mappa dell’ente intermedio per quanto riguarda il Nord ma non sopprimerlo – ha concluso Galli -. Il principio dello “stare con chi si vuole”, partendo dal basso, è fondamentale». (BergamoNews,18,9,13)