La Provincia con la città per ” Bergamo Capitale della Cultura”

pirovano -cartello berghem.jpgDuecentomila euro. «E posso garantire che non è stato facile trovarli», assicura il presidente Ettore Pirovano. A tanto ammonta il contributo che la Provincia ha confermato di voler destinare al comitato per la candidatura di Bergamo a Capitale europea della cultura 2019. L’ok è arrivato nella Giunta provinciale di mercoledì, confermando così uno dei pochissimi contributi che l’ente, nel bilancio risicato di quest’anno, ha potuto destinare sul fronte delle iniziative culturali. E ora l’intenzione è di mettercela tutta per arrivare al traguardo e portare Bergamo alla ribalta d’Europa. I prossimi passi per portare avanti la candidatura nostrana sono già segnati: settimana prossima ci sarà un incontro per confrontarsi sul dossier di presentazione della candidatura, che va consegnato entro il 20 settembre (poi, entro i primi mesi del 2014 sarà resa nota la short-list della 4-5 città ammesse alla fase finale). Non solo: il 10 settembre Pirovano e il sindaco di Bergamo Franco Tentone incontreranno insieme il governatore lombardo Roberto Maroni. «La Regione – dice Pirovano – è molto interessata a confrontarsi con i candidati, a parlare di questa opportunità». Oltre a Bergamo, in Lombardia anche Mantova partecipa alla corsa per il prestigioso traguardo. E poi ci sono le altre realtà italiane con cui è aperta la sfida: da Ravenna a Urbino, da Siena a Matera, passando per Perugia-Assisi. Ce la faremo? Pirovano è ottimista: «Certo che sì. Puntiamo sul lavoro, che abbiamo sempre messo al centro qui nella nostra terra, e sulla cultura, che va valorizzata». E, in materia di ragionamenti sul da farsi, arriva anche un invito generazionale-strategico: «Mettiamo al centro i giovani, mandiamoli avanti per sostenere Bergamo in questa sfida. Nella burocrazia europea ci sono molti più giovani che da noi, è giusto che anche per questo portiamo in campo volti dinamici, freschi. Finora le procedure da seguire sono state molto legate a questioni burocratiche; noi per le firme andiamo bene, ma poi mi piacerebbe vedere in prima linea, per esempio, i ragazzi dell’università». (Eco di Bergamo,30-8-13)