Zaia e Cota: «In Veneto e Piemonte decidiamo solo noi»

zaia cota.jpgGli amministratori regionali veneti e piemontesi di Pdl e Lega fanno quadrato di fronte all’idea del governatore lombardo Roberto Formigoni di legare il destino di Veneto e Piemonte alle sorti della Regione Lombardia. Le due formazioni politiche rinsaldano, anzi, le alleanze nel nome degli accordi politici che hanno portato Luca Zaia e Roberto Cota ai vertici regionali. A non starci per primo è il presidente del Veneto Zaia. «È giusto che i loro problemi se li risolvano i lombardi e non li scarichino sulle altre amministrazioni. Noi non centriamo nulla con quei fatti – spiega –. A me non risulta che Formigoni sia veneto e che si occupi del Veneto, quindi pensi a casa sua». Zaia ricorda di considerare i consiglieri veneti del Pdl «delle persone assolutamente responsabili. In due anni e mezzo abbiamo fatto molto cose assieme. Sanno benissimo che noi abbiamo un solo impegno e un solo accordo, che è quello di rispettare la parola data ai cittadini. Ed è scritta nero su bianco nel programma elettorale. Se c’è qualcuno che deve mandare a casa qualcun altro sono solo io, nel momento in cui non viene rispettato il programma elettorale». Concetti che trovano d’accordo il vicepresidente del Veneto, il pidiellino Marino Zorzato. «La giunta veneta sta lavorando al massimo. Anche oggi (ieri per chi legge, ndr) abbiamo partecipato a una riunione straordinaria di giunta, abbiamo inaugurato nuove sale operatorie e la giornata non è ancora finita». «Certo guardiamo con attenzione – aggiunge Zorzato – a quanto avviene in Lombardia. Faccio il tifo perché questa Regione superi il difficile momento. Ma sto bene attento a non collegare Veneto a Lombardia o quest’ultima al Lazio piuttosto che alla Puglia: ogni Regione risponde di come si comporta». Anche il governatore della Regione Piemonte, Roberto Cota stoppa qualsiasi analogia con quello che sta succedendo in Lombardia. «Con tutto il rispetto per il presidente della Lombardia Roberto Formigoni, quel che accade in Piemonte lo decidono i piemontesi. Noi abbiamo un buon affiatamento e stiamo lavorando bene». (Eco di Bergamo)

 

Sindaci sul piede di guerra, “Non siamo i vostri esattori”

vanalli.jpg«L’Imu è stata voluta dal governo, che venga    questo   governo,   in ogni comune, ad imporla ai cittadini». Il grido di battaglia contro l’imposta si alza forte da Pontida, cittadina simbolo del leghismo e a lanciarlo è il sindaco leghista Pierguido Vanalli.  Scontato,  visto  l’atteggiamento   del   Caroccio verso Mario Monti.      Un po’ meno scontato è il coro di no che arriva, da destra e sinistra, dai sindaci delle  grandi  città  italiane.  «L’Imu è stato un errore perchè si è voluto mascherare una patrimoniale   necessaria   solo sul  sistema  immobiliare  e scaricandola sui sindaci che sono diventati esattori», dice da Roma Gianni Alemanno. Che avverte Palazzo Chigi: «A Roma le rendite catastali sono pesantissime, sono esplose. Il rischio è che molti cittadini non avranno i soldi per pagare l’Imu».  Gli fa eco da Firenze il primo  cittadino  Matteo  Renzi.  L’Imu, spiega, significa prendere «un sindaco e metterlo a fare lo sceriffo. Questa tassa dovrebbe chiamarsi “Ista” e non  Imu,  Imposta  di  Stato.  Inoltre, secondo Renzi, «il governo non ha fatto bene i conti, li ha fatti un po’, come si dice da noi, “a cazzotto”. E questo è un atteggiamento che fa girare le scatole ai cittadini».   Il sindaco di Firenze, infine, polemizza con Annamaria Cancellieri per il suo invito ai primi cittadini di evitare scioperi fiscali, ricordandosi di indossare la fascia tricolore.  «Il  ministro  dell’Interno, usa «più un tono da maestrina   che   da   rappresentante delle istituzioni» – dice Renzi – «non abbiamo bisogno di lei per saperlo, cara ministro».  Intanto Piero Fassino, sindaco di Torino ricorda come il 50 per cento del gettito dell’Imu finirà nelle casse dello Stato e questo è inaccettabile. Contro l’Imu si spende anche il Governatore del Piemonte Roberto Cotache spiega  quali  sembianze  potrebbe   prendere   l’urlo   di guerra  dei  sindaci  leghisti. Secondo Cota non ci sarà alcuna rivolta fiscale. Ma i comuni leghisti, annuncia, abbasseranno  l’aliquota  sulla prima casa al minimo «con gli strumenti previsti dalla legge e introdurranno una serie di esenzioni». E il governo, intanto, annuncia che forse ci saranno  modifiche  all’Imu.  Ma,  come  spiega  il  sottosegretario  all’Economia  Vieri Ceriani,  solo  a  partire  dal 2013. (Repubblica,4-5-12)

Conclusa la Bèrghem Fest : un grande successo.

«Qui sì fanno, per la prima volta, le prove tecniche dì Padania»

foto2.JPG«Qui si fanno, per la prima volta, le prove tecniche di Padania». La dichiarazione – tutta dedicata alla serata di chiusura della Bèrghem Fest, edizione numero 22 – è del vice presidente di Regione Lombardia, Andrea Gibelli.

«La Padania – ha puntualizzato Gibelli – non è un calcolo ragionieristico, ma un patto tra le regioni del Nord», che ieri sera erano presenti in grande spolvero con i governatori di Veneto e del Piemonte, Luca Zaia e Roberto Cota. Certo è che, lontani i big della Lega, quelli che sembrano andare d’amore e d’accordo un giorno sì e l’altro anche con i colleghi del Pdl, appena un gradino più sotto, ad esempio tra i consiglieri regionali della Lombardia, la crisi di coppia c’è e si vede. «A noi non interessano le macroregioni proposte da Roberto Formigoni, che pensa di fare il furbo venendo a giocare sul nostro terreno – ha continuato Andrea Gibelli -, Non vogliamo accorpare per risparmiare dal punto di vista economico. Noi vogliamo salvaguardare le identità e le tradizioni di ogni regione, infatti pensiamo a un patto». E a rivendicare i risultati del Carroccio, in tema di manovra economica, ci ha pensato Roberto Cota: «Per tanti anni lo Stato ha fatto esattamente l’opposto di quello che abbiamo sempre sostenuto. Ha funzionato da bancomat per fare assistenzialismo e clientelismo. Sono contento di come sta operando ora la Lega. Lo si deve a noi se le pensioni non verranno toccate e se verranno ridotti il più possibile i tagli agli enti locali)). Su un’Italia a due velocità, anzi «su quattro regioni che mantengono le altre sedici»è tornato invece Luca Zaia, presidente della Regione Veneto: «È ora che i sacrifici li facciano tutti. Concordo con il presidente Giorgio Napolitano che il federalismo oggi non è più una scelta, ma una necessità». E dal federalismo nel suo complesso è passato al federalismo contrattuale il governatore del Piemonte, occupandosi di lavoro e Fiat, incalzato dalle domande della giornalista di Sky Gaia Mombelli.

«Il mio ruolo è fare in modo che la Fiat rimanga a Torino e che vengano salvaguardati i nostri posti di lavoro. Non possiamo permetterci di fare battaglie di retroguardia. Seguirò Marchionne se farà diventare il nostro territorio competitivo – ha detto Gota -; se le scelte saranno altre, lo abbandonerò. Finora abbiamo parlato la stessa lingua. Le Istituzioni – ha concluso Cota – hanno fatto di tutto e di più, adesso tocca alla Fiat fare gli investimenti promessi»(Eco diB ergamo,29-8-11)

LA LEGA IN FESTA : 25 ANNI A BERGAMO !!!

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TUTTA LA STAMPA HA RIPORTATO LA NOTIZIA DEL GRANDE AVVENIMENTO. QUI DI SEGUITO PUOI TROVARE LA RASSEGNA : Festa della Lega a Bergamo – la Rassegna Stampa.docx
Sul sito www.padanianet.com,
sarà possibile visionare il filmato sulla storia della Lega Nord-Lega Lombarda a Bergamo, tramesso nel corso della serata di gala .
Inoltre, giovedì sera, anzichè Annozero, consigliamo di guardare lo speciale sulla
festa organizzata in occasione del 25° anniversario della Lega a Bergamo,
in onda a partire dalle 21 su Tele Padania!!!
 

I governatori della Lega contro la pillola abortiva

zaia-300x225.jpgParte la distribuzione in Italia della pillola abortiva Ru486 ed è subito scontro. I nuovi governatori del Veneto e del Piemonte, Luca Zaia e Roberto Cota hanno annunciato l’intenzione di impedirne la distribuzione nei propri territori; sulla stessa linea anche le dichiarazioni di oggi dei neo governatori campano, Stefano Caldoro, e calabrese, Giuseppe Scopelliti.

“Non daremo mai l’autorizzazione per poter trovare questa pillola nei nostri ospedali”, ha detto Zaia, mentre il collega Cota è stato ancora più chiaro: “Farò di tutto per contrastarne l’impiego”. Posizioni che hanno provocato la levata di scudi del centrosinistra. “Faremo comprendere – ha detto il segretario del Pd, Pierluigi Bersani – a questi nuovi presidenti che non gli è stata messa in testa una corona da imperatore”.

Meno dura, ma comunque sulla stessa lunghezza d’onda, è stata la neo presidente del Lazio, Renata Polverini: “Io – ha spiegato – sono a favore della vita e farò tutto quello che è necessario per difenderla nel rispetto della legge”. Soddisfatta Eugenia Roccella, sottosegretaria alla Salute, per la quale “le dichiarazioni dei nuovi governatori, da Cota a tutti gli altri, dimostrano la volontà di rispettare la legge 194″, che invece la sinistra avrebbe tentato di “scardinare” con una campagna volta ad aprire “la possibilità dell’aborto a domicilio”.

E se l’Agenzia italiana per il farmaco (Aifa) sottolinea che la pillola dovrà essere disponibile per tutti gli italiani, pur nel rispetto delle autonomie regionali, il capogruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri ribatte stizzito parlando di “fastidiosa insistenza” dell’Agenzia e di “evidente inadeguatezza” del suo direttore, Guido Rasi, che rappresenterebbe “la persona sbagliata al posto sbagliato”. In difesa di Rasi scende in campo la capogruppo al Senato del Pd, Anna Finocchiaro, invitando Gasparri a “evitare minacce”.

Soddisfatto invece dell’uscita dei neo governatori è il presidente della Pontificia accademia per la vita, Rino Fisichella, che a Cota invia il suo “plauso”. Ma sulla vicenda è lo stesso pontefice, Joseph Ratzinger, a intervenire senza mezze misure, invitando i cristiani a “non accettare un’ingiustizia che viene elevata a diritto” per evitare “l’uccisione di bambini innocenti non ancora nati”. (da BergamoSera, 2-4-2010)