Clandestini a casa col decreto Maroni

clandestini-150x150.jpg«Con grande soddisfazione l’Aula ha approvato il decreto Maroni, in cui è inserita la norma che estende a diciotto mesi il periodo massimo di trattenimento nei Cie. Un provvedimento che permetterà di identificare i clandestini e rispedirli a casa, visto che nessuno di noi vuole mantenerli a spese dello Stato con vitto e alloggio». Lo ha detto Matteo Bragantini dopo la conversione in legge del decreto sui rimpatri e la libera circolazione dei cittadini comunitari. Nel nostro Paese, ha spiegato l’esponente del Carroccio, «devono venire solo le persone che possono inserirsi, che conoscono la lingua e a cui possiamo trovare un lavoro. Dal momento che questo ultimamente scarseggia anche per i nostri cittadini, il messaggio che dobbiamo trasmettere è di non venire in Italia, perché si troverà solo la fame, con un costo per tutti i cittadini italiani». Il nostro decreto, ha sottolineato Bragantini, «prevede per la prima volta anche l’espulsione dei cittadini comunitari per motivi di ordine pubblico e sicurezza se permangono sul territorio nazionale in violazione delle prescrizioni della direttiva sulla libera circolazione, e grazie a un emendamento della Lega si è alzato anche il reddito minimo che un comunitario deve avere perché dovrà anche dimostrare le risorse per pagare un alloggio».
Per Marco Maggioni, durante la discussione in Aula, «grazie alla dichiarazione di voto del collega Sandro Gozi, abbiamo capito che la sinistra non vuole le espulsioni dei clandestini». I cittadini, ha ribadito, «devono sapere che il Partito democratico vuole aprire le frontiere e riempire il Paese di immigrati irregolari».
Federico De Cesare per Legablog