“Le Province sono necessarie, soprattutto nella Macroregione”

province_italiane_posizione-copia.jpg«Per una Regione di 10 milioni di abitanti e con un Pil che è circa un quarto di quello nazionale, l’ente intermedio è necessario. A maggior ragione in una prospettiva macroregionale». Così Stefano Bruno Galli, a capo del gruppo “Maroni Presidente” in merito alla mozione relativa al disegno di legge costituzionale per il riordino dei livelli intermedi di Governo, discussa in Consiglio regionale. «Non intendiamo – ha dichiarato Galli – combattere una battaglia di retroguardia nella strenua difesa dell’istituto provinciale, tuttavia, sull’ente intermedio di primo livello, deve essere combattuta una battaglia campale, per una folla di ragioni. Anzitutto perché nel quadro della spesa pubblica degli enti locali, il peso delle vecchie province è davvero irrisorio, non arriva al 2% e non è con la loro soppressione che la voragine del debito pubblico viene risolta una volta per tutte». Secondo Galli sarebbe in atto «un vero e proprio attacco frontale al sistema delle autonomie locali che, nel caso dell’ente intermedio, può essere diversificato: intendo dire che ogni realtà regionale deve poter fare da sé, come meglio crede, nel suo rapporto con il sistema delle autonomie locali. A ogni Regione deve essere riconosciuta tale prerogativa.
Se in Abruzzo o in Molise ritengono di poter fare a meno, per ovvie ragioni numeriche, dell’ente intermedio, non è possibile imporre questa soluzione a una delle prime Regioni d’Europa che si chiama Regione Lombardia». Infine, il capogruppo Galli ha posto l’attenzione sulla necessità di «consultare i singoli comuni per verificare con chi vogliano stare, in quale aggregato istituzionale intermedio, per storia e tradizioni civiche, per vocazioni economiche e produttive territoriali, si riconoscano di più». «Occorre pensare di ridisegnare la mappa dell’ente intermedio per quanto riguarda il Nord ma non sopprimerlo – ha concluso Galli -. Il principio dello “stare con chi si vuole”, partendo dal basso, è fondamentale». (BergamoNews,18,9,13)

Due giorni di congresso per la Lega al Palacreberg

bandiere lega.jpgSi aprirà venerdì alle 19 al Palacreberg di Bergamo l’ottavo congresso nazionale della Lega Lombarda che si chiuderà il giorno successivo con l’intervento del Presidente Federale Umberto Bossi.
La giornata di venerdì vede gli interventi del segretario nazionale Giancarlo Giorgetti e del presidente nazionale Roberto Castelli. Sul palco parleranno poi il commissario nazionale del Movimento Giovani Padani Eugenio Zoffili, il vicepresidente della Regione Lombardia Andrea Gibelli e il presidente del gruppo regionale della Lega Nord Stefano Galli.
Sabato 2 giugno i lavori si apriranno alle 9,30 con gli interventi dei triumviri Roberto Maroni, Roberto Calderoli e Manuela Dal Lago. A seguire parlerà il presidente federale Umberto Bossi e, a conclusione, l’intervento del segretario nazionale che risulterà eletto al termine di questa due giorni di congresso.

IMPORTANTE APPUNTAMENTO !!!

110415 incontro Risorgimento1.jpgObiettivo del dibattito – spiega Luisa Pecce, segretario cittadino della Lega Nord – è mettere in risalto l’aspetto che nell’ambito di tutte le manifestazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia è stato maggiormente trascurato e cioè quello relativo alla tradizione federalista nel pensiero politico italiano dell’Ottocento. Verranno ricordate figure come Carlo Cattaneo e Gabriele Rosa e si parlerà anche del processo di costruzione dello Stato in tutte le sue contraddizioni originarie e dello storico legame con la Serenissima, che aveva concesso al suo entroterra libertà e autonomia istituzionale”.
“Con questo incontro non vogliamo limitarci a fornire una visione parziale della storia – aggiunge il capogruppo della Lega Nord a Bergamo Alberto Ribolla – ma intendiamo dare l’opportunità a tutti di capire in modo approfondito cosa è il Risorgimento in tutte le sue sfaccettature”.
“Le celebrazioni per l’Unità d’Italia sono state l’apoteosi della retorica – dichiara Daniele Belotti, assessore regionale al Territorio e all’Urbanistica -. Con questo dibattito cercheremo di fornire ai partecipanti una visione più reale dei fatti, visto che la missione di Garibaldi non è stata tutta rosa e fiori. Inoltre, ritengo che lo spirito dei tanti bergamaschi che parteciparono alla spedizione dei Mille sia stato tradito”.