fino a quando ??? quanti milioni ne devono venire da noi prima di dire BASTA IMMIGRAZIONE ??

Oltre 2000 firme perché il Gleno non si trasformi in un centro di accoglienza clandestini. Anche Salvini firma.

In questi giorni, mentre vengono diffusi i dati drammatici dell’ISTAT sulla crescente povertà delle famiglie italiane straziate dalla crisi e da uno stato sempre più oppressore, i nostri governanti di Roma e locali si dimostrano ancora una volta più sensibili ad accogliere e assistere nuovi clandestini, piuttosto che aiutare la nostra gente in difficoltà. Una politica assurda e miope! – dichiarano Massimo Bandera, segretario cittadino Lega Nord, ed Alberto Ribolla, Capogruppo a Palazzo Frizzoni e Vice Segretario Cittadino.
Negli ultimi mesi – continuano gli esponenti leghisti – nella nostra provincia sono stati già accolti oltre 1.000 immigrati clandestini dell’operazione “Mare Nostrum” per una spesa che ha superato i quattro milioni di euro a carico dei contribuenti bergamaschi (solo di assistenza). Ovviamente ai nostri cittadini (tra cui gli immigrati regolari che hanno ottenuto la cittadinanza) che si trovano in condizioni disperate perché sfrattati, disoccupati o esodati, non resta altro che dormire in macchina o per strada sulle panchine. Ci hanno spiegato che vanno accolti perché sono tutti profughi, ma più della metà, consapevole di non esserlo, si è già dileguata, mentre, per i rimanenti, in pochissimi hanno ottenuto lo status di rifugiato.
Per questo la Lega Nord cittadina, a partire da fine dicembre, dopo che la Casa di riposo del Gleno, in barba allo suo statuto, è stata messa a disposizione di 70 clandestini, ha avviato una raccolta firme .
In meno di due mesi tale raccolta firme ha visto la sottoscrizione di oltre 2.000 cittadini che, con convinzione, chiedono di rispettare lo statuto della Casa di riposo (che prevede l’esclusivo aiuto agli anziani ed indigenti bergamaschi) e di aiutare prima i nostri anziani che non riescono ad arrivare a fine mese o a permettersi la retta.
Lunedì – concludono Bandera e Ribolla – le firme, tra cui anche quella di Matteo Salvini, verranno consegnate al Sindaco Gori, al Prefetto e al Presidente della Casa di riposo.

Le intense riflessioni di Magdi Cristiano Allam

I buonisti facciano mea culpa. Vanno aiutati, ma a casa loro.

Basta con la solidarietà cieca: a furia di soccorrere i disperati anche quando erano in acque straniere abbiamo trasformato il nostro Paese in terra di conquista.

E EVIDENZE NEGATE La tratta frutta più del commercio di droga. E la clandestinità è reato

Magdi AllamBasta! Basta! Basta! Basta! Basta assistere alla morte di decine di migliaia di persone nel disperato tentativo di entrare illegalmente in Italia! Basta assistere al traffico di esseri umani perpetrato dalla criminalità organizzata che lucra sulla loro pelle! Basta assistere alla flagrante violazione delle nostre leggi nel nome del relativismo giuridico e del buonismo che incrina lo stato di diritto! Basta con l’auto-colpevolizzarci attribuendoci tutte le colpe e assolvendo gli altri da ogni responsabilità!
Altro che vergognarci! Noi italiani abbiamo fatto fin troppo! Per prevenire che possano morire li andiamo a recuperare non solo in acque internazionali ma persino nelle acque territoriali straniere. Per soccorrerli quando sono a un passo dalla morte dispieghiamo le nostre unità navali militari e civili, pubbliche e private, in una gara di solidarietà assolutamente gratuita che va al di là di qualsiasi prescrizione contemplata dai trattati internazionali.
Altro che eliminare il reato di clandestinità! Noi italiani siamo arrivati al punto di negare l’evidenza della clandestinità auto-censurandoci, mettendo al bando la stessa parola clandestino, al punto di considerare reato non la clandestinità ma chi rappresenta correttamente la realtà denunciando la clandestinità! Per legittimare il nostro intervento arriviamo al punto di chiudere entrambi gli occhi sul fatto che si tratta di un’attività criminale che frutta più del traffico della droga e che do¬vrebbe essere contrastata con il massimo rigore. Per predisporci positivamente nei loro con¬fronti neghiamo spudorata¬mente il fatto che chi sale sulle carrette del mare, piaccia o me¬no, è corresponsabile del reato di ingresso illegale nella nostra frontiera con l’aggravante che ciascuno di loro paga una cifra stimata in mille dollari.
È ora di dire una volta per tut¬te «Basta»! Basta con la legitti¬mazione della clandestinità! La comunità internazionale, a co¬minciare dalle Nazioni Unite che predicano la moralità della sacralità della vita e razzolano nell’immoralità dello sperpero delle risorse destinate a salvare la vita, intervenga decisamente per bloccare sul nascere l’attività criminale del traffico di esseri umani. Dobbiamo impedire a tutti i costi che salgano sulle carrette del mare! L’Unione Europea, Italia compresa, investa per favorire delle condizioni di vita dignitose nei paesi d’origine degli immigrati affinchè non siano costretti ad abbandonare la loro terra, i loro affetti e la loro civiltà.
Basta con l’ideologia del globalismo che, da un lato, abbatte le frontiere e lo stesso Stato nazionale e, dall’altro, legittima l’emigrazione arbitraria e incontrollata di milioni di persone che in Italia e in Europa non potremmo mai e poi mai accogliere! Riaffermiamo a viva voce e orgogliosamente che l’Italia è la casa comune degli italiani, che l’Italia non è una terra di nessuno e che gli italiani non vogliono che si trasformi in una terra di conquista.
Basta con l’ideologia dell’immigrazionismo e del buonismo che ci portano a immaginare che gli immigrati, persino i clandestini, siano buoni a prescindere dalle ricadute nel nostro vissuto! Noi italiani siamo arrivati al punto da anteporre il loro interesse, anche se fondato su un arbitrio, rispetto al nostro legittimo interesse.
Basta con la latitanza dello Stato italiano che si auto-deresponsabilizza e si auto-assolve invocando l’intervento dell’Unione Europea, un fantasma politico sottomesso ai poteri finanziari globalizzati, buono solo a condannare a morte le nostre imprese e a ridurre in povertà gli italiani.
A tutti coloro che affermano di avere a cuore la vita dei clandestini, rivolgo l’appello a
contribuire a porre veramente fine a queste immani tragedie assumendo il coraggio di affermare la verità, la determinazione a salvaguardare il nostro legittimo interesse nazionale, la disponibilità ad aiutare fraternamente i più bisognosi a casa loro. Solo così saremo credibili, sinceri, seri e responsabili quando promettiamo: «Mai più morti nei nostri mari»!
Twitter magdicristiano

Comunicato stampa

LN - LL - Padania - UFFICIALE rid.jpgLEGA NORD – LEGA LOMBARDA
per l’indipendenza della Padania
Via Berlese 1 -24124 BERGAMO (Padania)-
tel.035.363.111 – fax 035.363.183
e-mail: info@leganordbergamo.org – Internet:
www.leganordbergamo.org

— Bergamo 10/07/2013

Comunicato stampa

Ministro, basta ingannare gli immigrati !

«In occasione della visita a Bergamo del Ministro Kienge, paladina dello “ius migrandi”,  mi pongo alcune domande. Mi chiedo quale sia il progetto  di quella parte politica, così variegata e trasversale e travestita da angelo dei diritti umani, che va criticando e criminalizzando le dichiarazioni di buon senso della Lega Nord rispetto all’immigrazione e alla possibilità di accoglienza e integrazione di chi sbarca sul nostro Stato. Qual è il progetto politico, ad esempio, rispetto all’immigrazione clandestina in Italia , ma soprattutto nelle regioni del Nord dove si concentra l’approdo finale ? Le nostre città sono popolate da persone, per lo più italiani ma anche stranieri, sempre più senza lavoro, sempre più poveri, sempre più disperati, che si appoggiano all’assistenza sociale. Cosa pensiamo di offrire a coloro che giungono da zone tormentate dell’Africa o dei Paesi dell’est del mondo? Non inganniamoli.  Diciamo la verità: diciamo che tanti di loro finiranno a mendicare o a compiere atti illegali per procurarsi da vivere o addirittura a cadere vittime della criminalità organizzata ». Lo dichiara Luisa Pecce, segretaria cittadina della Lega Nord.

«Si vuole offrire una visione riduttiva delle posizioni della Lega – prosegue Pecce – che invece racconta una storia vera. La storia di un popolo in grande difficoltà, che non sa trovare soluzioni per i nati nella sua terra e che dovrebbe sobbarcarsi  l’onere sociale ed economico di accogliere persone destinate comunque a diventare disperate. Secondo le utopie della” politica corretta”, chi arriva ha il diritto di essere accolto mentre chi riceve ha il dovere di accogliere, al di là di qualsiasi rispetto delle leggi delle frontiere o della necessità di sopravvivere alle proprie difficoltà. Siate onesti con chi scappa  da disperato e pensa di trovare le risposte alla sua vita nel paese dei balocchi che non c’è più. La via da seguire è un’altra: quella di valorizzare le grandi ricchezze ed opportunità degli ex Paesi del terzo mondo , destinati in realtà ad uno sviluppo esponenziale se non saranno, in modo nuovo ma ancora una volta, colonizzati ( purtroppo brutti segnali ci sono già) e se verranno invece veramente aiutati per un reciproco vantaggio globale». 

Segreteria Provinciale Lega Nord – Lega Lombarda

Un milione di immigrati in Lombardia. Oltre 130mila in provincia di Bergamo

immiggrati1.jpgNel 2010 il numero di  immigrati  regolari, registrati  nelle  anagrafi comunali,  in  Lombardia ha superato per la prima volta il milione. Secondo il  Dossier  Immigrazione presentato ieri dalla Caritas Ambrosiana a Milano in totale sono 1 milione e 157mila euro, un aumento dell’8,4% rispetto al 2009. La media lombarda è di un cittadino immigrato su dieci, in Bergamasca si sale all’11,3%, con una presenza  di  quasi  131mila stranieri regolari sul territorio  della  provincia  di Bergamo. La concentrazione di immigrati è ancora più  alta  in  provincia  di Brescia, dove vive il 16% della popolazione straniera regolare della Lombardia. Il  dossier  propone  anche una visione dinamica della presenza degli stranieri in Lombardia: la percentuale  di  persone  con origini diverse da quella italiana è destinata a essere ben più alta, se si considera che nella regione nel 2010 un neonato su tre è stato partorito da madre straniera. Nello stesso processo si inserisce il continuo aumento di bambini di origini straniere iscritti nelle  scuole lombarde (+5,6%). I dati della Caritas mostrano come la crisi economica abbia avuto un impatto forte sulle fasce sociali  cui  appartengono gli immigrati: nel 2010 i regolari al lavoro sono calati dell’1,9%, mentre la crisi si fa sentire anche sulle rimesse, cioè sui soldi che gli stranieri inviano a casa,  nel  2010  in  calo  del 7,2%. (Giornale di Bergamo,28-10-11)

Missioni all’estero, la Lega all’attacco: vanno ridotte

calderoli serio.jpgIl Carroccio torna ad alzare la voce sulle missioni militari e sull’immigrazione.
Portavoce delle istanze leghiste è Roberto Calderoli. Il ministro rivela che ieri in Consiglio dei ministri ha prospettato «una concreta riduzione del numero sia dei nostri soldati impegnati nella varie missioni all’estero, sia una riduzione del numero delle missioni stesse» in vista del riesame «del decreto di rifinanziamento». Ma garanzie i lumbard le vogliono anche sul fronte dell’immigrazione. Calderoli, sempre con una nota, spiega di aver «chiesto al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, di assumere personalmente il mandato di impegnarsi direttamente con gli attuali governanti libici per trovare una soluzione al problema dei profughi provenienti dalla Libia». Sullo sfondo resta la questione dello spostamento dei ministeri al Nord.

Profughi libici. Pirovano: rivedere i criteri d’accoglienza

pirovano serio.jpgRivedere in modo equo i criteri di distribuzione dei profughi sul territorio, con dei correttivi che tengano conto del fatto che vi sono zone, come la Bergamasca, dove c’è già forte pressione di immigrazione.
È il commento del Presidente Ettore Pirovano a proposito dell’incontro negli spazi della Regione a Bergamo con il delegato della Protezione civile, Roberto Giarola, e una rappresentanza dei sindaci della provincia di Bergamo per organizzare l’accoglienza di nuovi profughi dal Nord Africa. «La richiesta di disponibilità mette in difficoltà gli amministratori locali e il territorio bergamasco – ha sottolineato il presidente Ettore Pirovano –. Il numero di profughi che ogni provincia dovrebbe ospitare è stabilito secondo rigide percentuali definite secondo il numero di abitanti e, in Bergamasca come in tutto il Nord, non tiene conto della presenza consolidata di circa 200 mila extracomunitari tra regolari e clandestini. Con questo criterio di determinazione il numero di profughi destinato alla nostra provincia finirebbe per penalizzare pesantemente il nostro territorio».
«Una volta che viene assegnato il regolare permesso in qualità di rifugiati politici – ha precisato ancora Pirovano – il migrante resta in carico ai nostri Servizi sociali. Quindi, se mai dovessimo in futuro accettare di ospitarli (a oggi la disponibilità non c’è), dovremo anche essere in grado di garantire loro l’accesso all’assistenza sociale, cosa che andrebbe a pesare drammaticamente sulle risorse dei Comuni».

Lega:ok al permesso temporaneo per stranieri

Da Lampedusa a Mozzo: erano fuggiti da Lampedusa e sono stati bloccati alle porte di Bergamo i 6 tunisini, di cui uno minorenne, che sono stati fermati dai carabinieri ieri Mozzo, in un bar sulla provinciale Briantea. I sei extracomunitari non avevano ovviamente i documenti con sé. Con loro c’era un settimo clandestino che aveva già ricevuto il mandato di espulsione dal nostro paese perché irregolare, mentre un ottavo è riuscito a fuggire.  Dagli accertamenti è emerso che due di loro erano sbarcati a Lampedusa l’11 marzo, due il 21 e due il 23 marzo. Sarebbero poi arrivati a Mozzo passando da Caltanissetta e da Milano. I carabinieri li hanno accompagnati in caserma a Bergamo e fotosegnalati. Il piu’ giovane è stato affidato a un centro di accoglienza per minorenni. Gli altri sono stati denunciati a piede libero per violazione della normativa sull’immigrazione. A loro è stato consegnato un decreto di espulsione.

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bossi maroni calderoli.jpg

Al vertice di palazzo Grazioli di lunedì in tarda serata sarebbe arrivato il via libera della Lega alla concessione del permesso di soggiorno temporaneo per i migranti. Il documento consentirà agli stranieri la libera circolazione nell’area Schengen e dunque la possibilita’ di lasciare l’Italia per altri Paesi europei.
Al vertice hanno partecipato con il presidente Berlusconi, Bossi, Maroni, Calderoli, Castelli, i capigruppo di Camera e Senato, Reguzzoni e Bricolo, la vicepresidente del Senato, Mauro e Cota.

Immigrazione, sì dell’Ue all’Italia: vertice a marzo

Soddisfatto Maroni: impensabile che l’Europa di fronte a questa crisi stia solo a guardare. Rimpatriati gli egiziani sbarcati in Sicilia martedì

Maroni conf stampa.jpgDopo le forti pressioni dell’Italia, il tema dell’immigrazione è stato inserito nell’agenda del vertice Ue del 24-25 marzo prossimi. Un primo confronto tra i 27 sull’emergenza sbarchi si terrà comunque il 24 febbraio al Consiglio affari interni e giustizia (Gai) dell’Unione, a Bruxelles. Il giorno prima, a Roma, si riuniranno invece i ministri dell’Interno di Italia, Francia, Cipro, Grecia, Malta e Spagna, per affermare una linea comune in vista del Gai.
Il no di Francia e Germania
Era stato il premier Silvio Berlusconi a sollecitare, nel corso di una telefonata con il presidente europeo Herman Van Rompuy, di dedicare un vertice alla questione dell’immigrazione, sulla base della convinzione che si tratta di una questione europea e non solo italiana.
Soddisfatto dell’intervento di Bruxelles, il ministro dell’Interno Roberto Maroni, secondo cui è «impensabile che di fronte a questa crisi le istituzioni europee stiano solo a guardare».
Francia e Germania, però, mettono le mani avanti ed escludono di accogliere i tunisini sbarcati in questi ultimi giorni sulle coste italiane. Maroni ha tenuto a rimarcare che, nonostante l’ondata di 5 mila arrivi in pochi giorni, «il sistema ha tenuto, nessuno si è fatto male, tutti sono stati assistiti». Ora però Lampedusa scoppia, con 1.800 migranti nel Centro di accoglienza, ma, ha sottolineato il ministro, «la situazione è tranquilla, non ci sono emergenze».
Il villaggio della solidarietà
Per decongestionare l’isola si conta sul «Villaggio della solidarietà», il residence dei militari americani nel Catanese che il titolare del Viminale e il premier Berlusconi hanno visitato martedì. La struttura, secondo il ministro, potrebbe accogliere «tutti i richiedenti asilo ora ospitati nei Cara (Centri di accoglienza per richiedenti asilo) sparsi in tutta Italia».
«Contemporaneamente – ha aggiunto – potremo mettere nei Cara i clandestini che ora si trovano a Lampedusa». La decisone sul Villaggio verrà presa entro oggi.
Intanto, ha proseguito il ministro, «una buona notizia è arrivata dall’Egitto, che ha accettato il rimpatrio, con un volo charter partito ieri pomeriggio da Catania, di una quarantina di egiziani sbarcati martedì a Marina di Ragusa.
Significa – ha osservato – che il nuovo governo egiziano dei militari rispetta gli accordi che noi avevamo sottoscritto con il governo Mubarak e che consentono un rapido rimpatrio degli egiziani arrivati sulle nostre coste».

Immigrati romeni. Maroni: c’è timore

Maroni conf stampa.jpgC’è «apprensione» per l’ingresso della Romania nel sistema Schengen, previsto per i primi mesi del 2011. L’allarme lo ha lanciato il ministro dell’Interno Roberto Maroni, che ha già pronte le contromisure.
Il titolare del Viminale vorrebbe fosse data la possibilità di allontanare dall’Italia i cittadini comunitari che non hanno un reddito e un lavoro.   In un’audizione al Comitato Schengen, ha anche ribadito che gli sbarchi sono in calo, nonostante gli arrivi di migranti attraverso nuove rotte che partono da Turchia e Grecia. «In Italia – ha premesso Maroni – la comunità romena è una delle più numerose: la maggioranza è bene integrata, ma ci sono alcune frange, come i nomadi, che rappresentano un problema per la sicurezza pubblica».   Nei primi nove mesi dell’anno – ha ricordato – «sono stati rintracciati 1.412 romeni in posizione irregolare; 327 sono stati rimpatriati coattivamente, 858 hanno lasciato volontariamente l’Italia e 227 non sono stati allontanati, perché la direttiva europea sulla libera circolazione non prevede sanzioni per chi viola le norme». Ora, ha sottolineato il ministro, «vogliamo colmare questa lacuna, non si può fare finta di niente».
Intanto, chiusa la direttrice Libia-Lampedusa, si stanno diversificando le rotte degli immigrati in Italia, con sbarchi soprattutto in Calabria, Puglia (in Salento sono stati rintracciati quest’anno 1.173 clandestini contro i 178 del 2009) e, in misura minore, in Sardegna.  Comunque, ha sottolineato Maroni, «anche quest’anno prosegue il trend degli sbarchi in calo: nei primi 9 mesi del 2010 sono stati 2.868, contro gli 8.292 dell’anno precedente».
Capitolo Cie. «Entro il 2011– ha annunciato Il ministro – puntiamo ad aprire quattro nuovi Centri in Marche, Campania, Veneto e Toscana. Le trattative con gli enti locali per i siti sono più lunghe del previsto, noi non vogliamo imporre nulla, c’è un negoziato in corso con gli enti locali». Quanto al Cie di Lampedusa, visto il drastico calo degli arrivi sull’isola, sarà ceduto al Comune per realizzarvi una scuola. (da Eco di Bergamo,13-9-2010)

«Con la nostra politica meno sbarchi, l’Ue si dia una mossa»

Maroni. «Sull’immigrazione seguiamo l’Europa»

Difende i risultati del suo governo il ministro degli Interni Roberto Maroni. Anzi – per essere precisi – i suoi: «Io rispondo di quello che ho fatto». Traccia un bilancio, fornisce con puntiglio molte cifre: e i bilanci, di solito, si fanno a fine esercizio. Il clima della giornata, politicamente, è molto delicato. Maroni in mattinata al Meeting spiega che il governo italiano, sulla questione dei rom, «si è sempre mosso nell’ambito delle norme europee. Chi dice il contrario o è in malafede o non sa di cosa parla. Negli ultimi due anni abbiamo regolarizzato situazioni che erano invivibili, una vergogna per un Paese civile».
Maroni.jpgEsiste una direttiva europea, ricorda il ministro, che riguarda le condizioni per cui i cittadini europei possono stabilirsi negli Stati membri, la numero 38 del 2004: essa «stabilisce che i cittadini comunitari hanno diritto di soggiornare per tre mesi in un altro Paese europeo, ma ad alcune condizioni. Noi vogliamo applicarla con rigore. Se queste regole valgono per me quando vado in Francia, devono valere anche per chi viene in Italia. Il governo – assicura – si è mosso e si muoverà sempre nell’ambito delle norme europee». Le norme, però, sono una cosa, fa capire, la politica un’altra: non tutti i soggetti che dovrebbero gestire il fenomeno dell’immigrazione lo stanno facendo.
«Mi riferisco all’Unione europea. Occorre che si dia una mossa – ha detto Maroni –, che capisca che il problema non è dell’Italia o della Spagna, della Grecia o di Malta, ma di tutti». Da tempo Maroni domanda una politica comune: «Ho chiesto perché i Paesi dell’Unione non fanno uno sforzo per gestire in maniera unitaria e uniforme il tema dell’asilo e dei rifugiati. La risposta dei Paesi del Nord è stata: «No, grazie, vengono da voi e ve li tenete. Questo la dice lunga sul ritardo, innanzitutto culturale, dell’Unione». Spiega che in Italia «abbiamo centomila rifugiati: sono qui, stanno bene, sono persone scappate da Paesi in cui c’è la guerra e anche persone invece che godono di una semplice “protezione internazionale” che l’Italia dà anche a chi è debole, anziano, disabile, alle donne incinte, tutta gente che potremmo rimpatriare. Centomila persone che sono a carico nostro e che invece accogliamo, perché è giusto che sia così».
Ricorda che in questi anni c’è stata «una drastica riduzione dell’arrivo di minori non accompagnati». E quelli che arrivano non vengono ributtati in mare: «Ci sono altri Paesi, che spesso ci fanno la morale, che invece li rispediscono nei loro luoghi di origine, anche in Afghanistan. La nostra accoglienza in questo senso, gestita dal volontariato, è un modello». «Mi hanno accusato – dice Maroni – di aver introdotto le leggi razziali e di aver aperto dei campi di concentramento. Ma dimenticano che i Cie li ha inventati Napolitano quando era ministro dell’Interno».
Le accuse di «Famiglia cristiana» al governo Berlusconi – aggiunge – «non mi fanno né caldo né freddo. Un anno e mezzo fa mi hanno definito Hitler e sono stato costretto a sporgere querela perché, francamente, non era una critica ma un insulto. Io mi considero una persona ragionevole. Se c’è qualcuno che mi dice: “Guarda, le politiche che stai facendo sono sbagliate” e mi dimostra che è così io le cambio, non ho nessuna prevenzione, nessun atteggiamento ideologico. Io e la Lega siamo nati quando è caduto il Muro di Berlino; siamo figli della concretezza. Ma quando qualcuno mi dice che le nostre politiche non vanno bene “a prescindere”, allora non mi sta bene. Se le stesse cose che faccio io le fanno Zapatero e Sarkozy va bene, se invece le faccio io sbaglio?».
Certo – dice il ministro – «l’immigrazione è un fenomeno complesso e sono convinto che non si governa solo con la sicurezza». Parla del censimento dei beni sottratti alle mafie: «Entro due o tre mesi – confidando che il governo possa durare – conto di completarlo». Vorrebbe adoperare questi beni, «ingentissimi», «per investirli nella sicurezza e nell’integrazione», con l’appoggio del Terzo settore: nel 2008/10 – spiega – si tratta di «32.799 beni, immobili, aziende, terreni, unità produttive, per un controvalore di 15 miliardi di euro».
Maroni ha difeso anche l’accordo italo-libico per fermare gli sbarchi sulle nostre coste, alla vigilia dell’incontro di lunedì prossimo tra Berlusconi e Gheddafi: «È un accordo ottimo, ha risolto un’emergenza seria». Anche qui snocciola numeri: «Nell’ultimo anno in Italia sono sbarcati complessivamente 3.499 clandestini, nell’anno precedente ne erano arrivati 29.076: c’è stata una riduzione dell’88%» (da Eco di Bergamo,26-8-10)