Il Muro di Berlino in mostra a Palazzo Frizzoni

Una delle iniziative del nostro Presidente del Consiglio Comunale Guglielmo Redondi :

 

Il Presidente del Consiglio Guglielmo Redondi mentre spiega il funzionamento del “Palazzo” ai partecipanti ad una delle numerose visite guidate aperte al pubblico.Redondi 091108.jpg

 

 

 

Celebrare il ventesimo anniversario della caduta del Muro di Berlino offre a tutti la possibilità di riflettere sugli storici avvenimenti che hanno portato all’unificazione dell’Europa. Per questo il Comune di Bergamo ha organizzato una mostra fotografica che ha aperto quest’oggi i battenti a Palazzo Frizzoni e resterà aperta fino al 12 novembre.

Il titolo della mostra è “Il futuro oltre il muro. Ricordi e testimonianze inedite a vent’anni dalla caduta del muro di Berlino”. La rassegna è organizzata dal Comune con il Consolato generale della Repubblica Federale di Germania a Milano, e allestita dall’associazione Arcobaleno Vicentino onlus. L’ingresso è libero negli orari di apertura del palazzo comunale. In mostra fotografie, libri, giornali di tutta Europa.

“Il Muro di Berlino – spiegano gli organizzatori – si scrive con la M maiuscola perchè è diventato nell’accezione comune il muro per antonomasia. Troppo grandi sono state infatti le paure, le sofferenze, i dolori e infine l’inaspettata gioia di una generazione, quella dei nostri padri, che a qualsiasi latitudine ha visto, sentito, e avvertito la presenza del Muro come un evento inaudito, capace di segnare per sempre la propria esistenza. La mostra vuole allora cercare di capire come sia stato possibile che in Europa per più di quarant’anni siano sopravvissuti sistemi politici così sbagliati da permettere che il sopruso, la menzogna e la violenza costituissero comuni strumenti di potere. Con la storia del Muro si legge in filigrana la storia recente dell’Europa e con la sua caduta si comprende l’inizio dell’era della globalizzazione, alla quale attualmente tutti noi apparteniamo”.

“La storia, contrariamente all’interpretazione di molti politologi, non ha scritto la parola fine nell’89. Benché viviamo in una società in cui ci terrorizzi il deserto di valori condivisi e l’indifferenza verso ogni regola morale, è necessario lavorare per trasferire serenità al futuro e la costruzione di un’Europa unita è la più straordinaria risposta programmatica ai dubbi e alle incertezze dell’attuale difficile situazione economica e sociale. La caduta del Muro di Berlino ha provocato tante speranze, alcune si sono rivelate ancora illusioni (dall’unità delle Chiese cristiane alla riduzione sostanziale degli ordigni atomici). Non dobbiamo perdere una sana ambizione positiva che ci faccia essere (ieri realisti nel tempo delle ideologie) oggi idealisti nell’era della mediocrità. Se è vero, secondo le parole di Willy Brandt, che dopo l’89 nulla sarà più come prima, non c’è nell’attuale crisi tenebra che debba oscurare la luce del sogno europeo”.

“Se possiamo assumere il muro come metafora della modernità – chiosano gli organizzatori – dobbiamo allora chiederci quali sono i muri che anche oggi dobbiamo abbattere, raccogliendo la sfida lanciata l’anno scorso da Barack Obama proprio a Berlino: è arrivato il momento di costruire nuovi ponti in tutto il mondo”. (BergamoSera, 6-11-09)

Ex-Sace. Finalmente qualcosa si muove..

L’Amministrazione non si costituirà nel ricorso del Mosaico. Centrosinistra all’attacco

Ex Sace, Palafrizzoni non si oppone al Tar

Il sindaco Franco Tentorio lo definisce un gesto di distensione: «Non volevamo dare un segno politico di contrapposizione». Da qui la scelta del sindaco di ritirare la delibera che autorizzava Palafrizzoni a costituirsi nel giudizio promosso da alcuni residenti della Conca Fiorita (che si riconoscono nell’associazione Mosaico) al Tar di Brescia, relativamente alla delibera consiliare di approvazione del Pii ex Sace.
Di più: «Riteniamo che il ricorso al Tar possa essere uno strumento utile per la mediazione in sede di presentazione del progetto vero e proprio», spiega il sindaco. In pratica, vista da Palafrizzoni versione centrodestra, il ricorso amministrativo dell’associazione contraria agli insediamenti alla Conca Fiorita potrebbe essere uno degli strumenti possibili per la trattativa con i privati che dalla loro hanno comunque volumetrie regolarmente concesse e una convenzione messa nero su bianco. O comunque ad un passo dalla firma.
Una scelta, quella «della rinuncia a far valere in giudizio le ragioni a sostegno della legittimità dei provvedimenti adottati dall’amministrazione comunale, che pare davvero grave e sorprendente» stigmatizzano i consiglieri comunali del centrosinistra «perché la non condivisione nel merito del provvedimento impugnato da parte della Giunta attualmente in carica non può comportare la rinuncia ad affermarne e sostenerne la piena legittimità» si legge in un’interpellanza.
Inoltre il centrosinistra sottolinea come «siano apparse a più riprese notizie circa la volontà dell’amministrazione in carica di apportare modifiche al Pii ex Sace senza che alcuna informazione sia stata fornita, allo stato, ai consiglieri comunali, nonostante la rilevanza dell’intervento urbanistico in questione». Da qui la richiesta di conoscere i motivi del ritiro della delibera, di sapere se la convenzione urbanistica sia stata già sottoscritta e se e quali modifiche si intendano apportare a tale Pii e quale sia l’iter procedurale previsto per la loro eventuale approvazione».
Nell’attesa della risposta in aula, la decisione del Comune si può interpretare solo in un modo, cercare di creare un clima disteso con l’associazione, poco convinta (eufemisticamente) dell’epilogo della convenzione con i privati. Atto però dovuto per legge, in quanto conseguenza di una regolare deliberazione dell’aula la scorsa primavera. Il tentativo di tagliare le volumetrie previste ci sarà, con quale esito è difficile prevedere: nell’attesa Palafrizzoni ha strappato l’impegno a rivedere almeno le altezze. Per i metri cubi si vedrà.

(Eco di Bergamo, 30-10-2009)