la Provincia al lavoro sulle strade di accesso alla città

provincia,accesso-bergamo,Sul miglioramento dell’accessibilità a Bergamo dalla ex strada statale della Valle Brembana, dove si trova lo snodo Valtesse-Pontesecco, l’assessore provinciale alla Viabilità Capetti ha assicurato: «Gli uffici tecnici stanno elaborando una proposta che sarà inviata ai Comuni interessati». Poi, ci sarà una riunione con gli amministratori locali per condividere il documento e predisporre un protocollo di intesa. Infine, si lavora alla variante con Ponteranica che potrebbe essere sdoppiata «per ridurne i costi» e avere maggiori possibilità di ottenere un finanziamento.
L’assessore ha poi ricordato : per la Stezzano-Zanica : «l’impresa che si è aggiudicata i lavori sta predisponendo il progetto esecutivo dell’opera. Il tutto dovrebbe concludersi entro l’estate». Per la Treviolo-Paladina «l’Anas ha validato il progetto, ed è pronta presso gli uffici del settore la delibera che sarà iscritta tra gli ordini del giorno della Giunta per l’approvazione del progetto definitivo». Entro un mese e mezzo al massimo dovrebbe esserci il bando. Per la Paladina-Villa d’Almè, a febbraio è arrivato da Anas l’ok «definitivo e formale». Si ipotizza che in sei mesi sarà pronta la progettazione. Infine, sulla possibilità di utilizzare i ribassi d’asta per l’ultimo lotto, «l’interpretazione – ha aggiunto Capetti – è che tutti i ribassi d’asta debbano essere mantenuti dentro la progettazione complessiva», ma per avere una conferma ufficiale si dovrà chiarire definitivamente il punto con l’Anas.

Pirovano: la Provincia non si sposta, de profundis su Porta Sud

provincia.jpgDurante la discussione in consiglio comunale sul Pgt, in particolare su Porta Sud, la Lega era stata piuttosto defilata. Il centrodestra sull’argomento spesso era stato in silenzio, suscitando i richiami dell’opposizione. Lo stesso assessore all’urbanistica Pezzotta, aveva ribadito più volte che il faraonico progetto a sud della città era di difficile fattibilità, per i costi enormi che avrebbe comportato: per questo il Comune aveva tentato di limare qualcosa sulla “piastra” che sovrastava i binari, ma aveva specificato e rispecificato “se mai si farà, sarebbe la prima volta in Italia”. (nella foto òl mausoleo del Betù).

Ora arriva la doccia fredda: il presidente della Provincia Pirovano, in consiglio provinciale, ha detto testualmente che non ci sono i soldi per realizzare una simile struttura, quindi la sede della Provincia, fulcro di tutto il progetto, non si sposterà da via Tasso. Suona dunque il de profundis, almeno per un po’, sulla gigantesca Porta Sud, che avrebbe dovuto cambiare faccia alla città. Che il progetto di trasferimento della sede non sia mai piaciuto alla Lega è cosa nota. Fin dalla sua presentazione, quella della torre di 88 metri che il consigliere regionale Belotti definì in maniera sprezzante “il mausoleo del Betù”, i leghisti non hanno fatto mistero della loro contrarietà ad un impegno economico così gravoso. Ieri Pirovano ha ribadito che “in questo momento di ristrettezze preferiamo rimanere in affitto piuttosto che impegnarci a realizzare una nuova casa”, in attesa di tempi migliori.Per raggranellare il denaro necessario, la Provincia ha tentato di vendere alcune azioni delle sue società, ma le aste sono andate deserte. Il presidente ha rivolto appelli per un intervento economico dei privati, ma anche qui nisba. Da qui le prospettive funebri del progetto, e il mancato ricorso al Tar contro la sentenza di annullamento del concorso vinto dall’architetto Isozaki, per la costruzione della nuova sede provinciale. In più le previsioni sulla vendita degli immobili provinciali non sono state rispettate, semplicemente perché i prezzi del mercato sono calati e quindi nelle casse di via Tasso non entrerà quanto necessario per un impegno così oneroso.   Insomma, ci sono tutte le condizioni per rimandare a un futuro non troppo definito la costruzione di quella Porta Sud tanto voluta dal centrosinistra, Bruni e Grossi in testa. Certo è che il progetto strategico per il Comune verrà stravolto senza la presenza della Provincia, con tutte le conseguenze del caso. Il sindaco Tentorio condivide i timori del collega di via Tasso ma rimanda la decisione definitiva al consiglio di vigilanza su Porta Sud che si terrà nelle settimane a venire. D’altronde, ha precisato il sindaco, non si può chiedere alla Pronvicia di farsi carico della gran parte del progetto. “Non vedo perché il nostro ruolo debba essere determinante per la partenza di Porta Sud e poi nessuno ci aiuta” ha detto il presidente Pirovano.  Il ritiro da Porta Sud, tuttavia, non frenerà l’arrivo del treno per Orio. Pirovano ha detto ai consiglieri provinciali di aver incontrato l’amministratore delegato delle Fs, Mauro Moretti, che ha assicurato che considera i due progetti completamente distinti. (da bergamoSera, 28/11/09)

Pendolari

Anche la Provincia di Bergamo si schiera a favore dei pendolari della Bassa Bergamasca in vista dell’incontro di domani mattina previsto in Regione, nel quale farà valere le sue tesi per mantenere attiva la fermata di Treviglio Ovest lungo la linea diretta Milano-Bergamo, destinata col nuovo orario del 13 dicembre a essere soppressa. Un orientamento anticipato dall’assessore provinciale alla Viabilità e Trasporti, Giuliano Capetti, al termine dell’incontro avuto col sindaco di Treviglio Ariella Borghi, determinata a sua volta nel portare avanti le richieste dei numerosi viaggiatori, che dal giorno di Santa Lucia potrebbero trovarsi davanti all’annunciata e spiacevole sorpresa.
C’è attesa per l’incontro di domani a Milano che i sindaci dei comuni di Treviglio, Arcene, Levate, Verdello, Verdellino e Stezzano affronteranno forti dell’appoggio della Provincia come ha spiegato l’assessore Capetti: «Ci muoviamo con l’intento di convincere Regione e Trenitalia nel mantenere la fermata di Treviglio Ovest. Mi sembra un’operazione possibile, tanto che non porterebbe a un aggravio dei costi e a uno stravolgimento degli orari con eventuali lungaggini nei tempi di percorrenza.
La Provincia si muove per puntare su questo aspetto, convinta che il buonsenso abbia il sopravvento»…. (da Eco di Bergamo, 18-11-09)

Dal Palazzo della Provincia

E’ andata deserta la prima asta per le quote dell’autostrada Brescia-Padova, la cosiddetta Serenissima, detenute dalla Provincia di Bergamo. Alla scadenza del termine, fissato per le 12 del 10 novembre, non è stata presentata alcuna richiesta.

Il presidente della Provincia Ettore Pirovano non sembra particolarmente turbato: ci sarà un’altra asta nei prossimi mesi. Via Tasso detiene il 2,84 per cento delle azioni della Serenissima. L’obiettivo è quello di venderne una parte, circa l’1 per cento, per ricavarne una decina di milioni di euro da reinvestire nell’acquisto di azioni della Sacbo, la società di gestione dell’aeroporto di Orio al Serio, per acquistare le quote Sacbo – messe in vendita dalla Sea di Milano che vuole defilarsi da Orio dal momento che possiede già la maggioranza di Linate e Malpensa-, c’è tempo fino a giugno.

Entro fine anno il Piano dell’offerta formativa. Superiori: crescono gli iscritti

La Provincia punta sulla formazione

La Provincia punta sulla formazione: entro la fine dell’anno potrebbe infatti essere pronto il Piano provinciale dell’offerta formativa, al quale assessori e dipendenti dell’ente stanno già lavorando da diverso tempo. Dopo l’incontro con i referenti dei vari ambiti per un confronto sui contenuti, nei giorni scorsi sono stati avviati gli incontri con i Comuni di ciascun ambito per la condivisione delle proposte pervenute dalle istituzioni scolastiche e formative. E dalla seconda metà di novembre, se la tabella di marcia dovesse essere rispettata, si dovrebbe passare all’esame conclusivo in sede di cabina di regia provinciale, per poi approdare in commissione. L’obiettivo? Adottare il piano di organizzazione formativa di secondo grado entro dicembre e trasmetterlo alla Regione Lombardia. Lo ha annunciato l’assessore all’Istruzione, formazione, lavoro e sicurezza sul lavoro Enrico Zucchi, durante la riunione della Seconda commissione provinciale, che ha esaminato le attività in corso nel settore. E tra gli obiettivi programmati nel campo della formazione c’è anche quello di implementare la Banca dati provinciale, invitando entro date ben precise gli istituti provinciali a fornire l’anagrafica dei ragazzi che frequentano le scuole di primo e secondo grado, il percorso scolastico e formativo scelto dai ragazzi delle classi terze delle scuole medie e a comunicare tempestivamente in ogni periodo dell’anno scolastico i trasferimenti e i ritiri dei ragazzi frequentanti gli istituti provinciali.

 

Vento del Nord anche in Provincia

Provincia Pirovano: verso la riorganizzazione di orari e servizi

«Uffici aperti venerdì e sabato»

Chi l’ha detto che gli uffici pubblici devono chiudere il venerdì pomeriggio e il sabato mattina? Il ministro Brunetta sarebbe fiero della Provincia, dove è in atto una riorganizzazione dei servizi, «all’insegna del miglior rapporto costi-benefici», dice il presidente di via Tasso Ettore Pirovano.  L’adeguamento, passato in Giunta e approvato nell’ultimo Consiglio provinciale, è stato presentato dall’assessore al Personale (ora esiste questa delega, prima sotto l’ala diretta di Valerio Bettoni) e Bilancio Mario Gandolfi. Si passerà dall’attuale accorpamento dei settori provinciali in sei aree omogenee per materia (risorse economiche e finanziarie; servizi generali; sviluppo economico; attività culturali e servizi alla persona; opere pubbliche e valorizzazione dell’ambiente) all’articolazione per settori, dodici, in pratica corrispondenti agli assessorati. «Così si saprà chi comanda e chi obbedisce, con le rispettive responsabilità», commenta Pirovano. Pirovano.jpgFermo restando che «il coordinamento tra i vari settori verrà garantito dalla figura del direttore-segretario generale e che per materie trasversali sarà possibile costituire unità di progetto». Era dal 1997 che non si metteva mano ai criteri generali di organizzazione, e se si considera che l’organico della Provincia è di quasi 800 unità si capisce la portata dell’operazione. I cui obiettivi principali, ricorda sempre Pirovano, sono «l’efficienza e la valorizzazione del personale interno». A vantaggio degli utenti: «Dove sta scritto che in Provincia non ci debba essere nessuno il venerdì pomeriggio o il sabato mattina, orari più comodi ai cittadini? Con questa riorganizzazione vedremo innanzitutto se c’è la possibilità di rivedere la turnazione dei dipendenti per una Provincia più vicina ai cittadini». Oltre che ai Comuni, con l’apertura degli sportelli decentrati che sono previsti nella delibera e verranno presentati agli stati generali del 29 novembre. Verrà quindi rivista la pianta organica («con la responsabilizzazione dei dirigenti quali datori di lavoro che operano in una gestione per obiettivi; la riconversione interna a fronte di esigenze organizzative; la valorizzazione del principio di esclusività del rapporto di pubblico impiego con contenimento degli incarichi extralavorativi») e anche il Bilancio di previsione 2010 (che verrà approvato entro Natale) sarà diviso settore per settore. Sul punto si è astenuto il Pd. «L’obiettivo della ristrutturazione – interviene il capogruppo Franco Cornolti – è il contenimento del costo del personale, che secondo i dati 2008 ammontava a 30 milioni e 500 mila euro, cioé il 19,1% della spesa corrente, tra le più basse in Lombardia. Non vorrei che questo ulteriore contenimento si traducesse in minor efficienza». «Semmai il contrario – ha ribattuto Pirovano –. Risparmiare ancora si può. Ad esempio, ora, tutti gli assessori non avranno più una segretaria esterna, e il presidente che prima aveva cinque segretarie ora ne ha una». (da Eco di Bergamo, 16-11-09)

Il profilo di ETTORE PIROVANO

EcoBg040409[2].jpgClasse 1949, geometra come Valerio Bettoni, Ettore Pirovano vive a Misano Gera d’Adda. Consulente di gestione per società di costruzioni, nel 1993 entra in Consiglio comunale con la Lega a Caravaggio,all’opposizione. Nel 1996 diventa deputato e l’anno dopo sindaco di Caravaggio, carica che mantiene fino al 2006: attualmente è vicesindaco. Nel 2001 passa al Senato dove viene riconfermato anche nel 2006: dal 2004 al 2006 e capogruppo leghista, mentre nel 2008 torna alla Camera. Chitarrista jazz blues, componente in gioventù del gruppo «Le corde felici», è sposato dal 1975 con Mariuccia Brambilla e ha una figlia, Daisy,in corsa alle amministrative per la carica di sindaco a Misano Gera d’Adda. Chiaramente per la Lega.

 

(da L’Eco di Bergamo/4 marzo 2009)

ETTORE PIROVANO. «In Provincia voglio portare facce nuove». L’onorevole leghista in corsa per il centrodestra unito: via Tasso deve essere più vicina ai Comuni. Le priorità: lavoro, sociale, infrastrutture. «Sono stato secessionista, ma ho un trisavolo ga

(L’Eco di Bergamo/4 aprile 2009)

Voltiamo pagina e «mettiamo davanti la Provincia al presidente». Ettore Pirovano è il candidato unitario del centrodestra per la corsa a Via Tasso: il parlamentare leghista mette sul tavolo le priorità – lavoro, sociale, infrastrutture –, apre alla collaborazione con i privati, mette qualche paletto agli alleati e fa pure outing: «Ho un trisavolo che ha partecipato alla spedizione dei Mille».

Una curiosità: se non si fosse chiuso l’accordo con il Pdl, avrebbe corso lo stesso solo con la Lega?

«Sì, certo. Ma sono ben lieto di essere un candidato di coalizione. Al governo e in Regione abbiamo dimostrato

di saper fare squadra sui grandi obiettivi. Se lo spirito sarà lo stesso, potremo ottenere buone cose per Bergamo. Ora la Lega è molto più forte e magari ce l’avrebbe fatta anche da sola, ma sarebbe stata una vittoria inutile. Serve un consenso più ampio, e con gli alleati è meglio litigare prima per arrivare uniti poi».

Quindi quali paletti mette?

«Io un programma ce l’ho, ma prima di presentarlo devo miscelarlo con quello del Pdl. Però sicuramente non può essere diverso come impostazione da quanto stiamo facendo al governo: sicurezza, tutela del territorio, salvaguardia della nostra gente».

Quanti saranno gli assessori?

«Dieci, come prevede la nuova legge. Quando si pensava potessero essere ancora 12, i miei alleati hanno proposto

una ripartizione 7 a 5».

A favore loro?

«Chiaramente sì, al che ho detto che forse era il caso di aspettare il risultato delle urne. C’è poi chi si è lamentato

del fatto che avessi già presentato la lista il 23 dicembre, sottolineando la necessità di condividere una strategia di collegio. Per me è un discorso che non esiste e vorrei ricordare agli amici del Pdl che sulla scheda ci sarà una lista Lega e una loro: perché dovrei favorirla?».

Realisticamente, Pirovano, potreste anche ritrovarvi alla pari…

«Io sto spingendo per stravincere, così potremo avere maggior potere di scelta in Giunta».

Questo in numeri, ma sugli uomini degli alleati?

«L’ho già detto al Pdl: esigo il diritto di veto, perché se uno non è capace non lo voglio. E dopo dieci anni di amministrazione vorrei anche da loro facce nuove, per segnare una certa discontinuità e la rottura di certi legami».

Quindi se vince…

«Ripartiamo da zero, cercando persone normali: non mi interessano soloni, geni o gente con il torace sempre troppo gonfio. Vorrei gente normale che capisca che, una volta impostato, quello è il programma del presidente e non dell’assessore».

Ohi, ma la Lega non era quella che accusava di personalismo il presidente

Valerio Bettoni?

«Non farò mai un programma che non sia condiviso, questo è chiaro: ma, una volta fatto, non voglio battitori

liberi».

Che idea di Provincia ha in mente?

«Più Provincia e meno presidente ».

Messaggio nemmeno tanto subliminale

a Bettoni?

«Beh, credo che in questi 10 anni sia emerso più lui che l’istituzione. Io penso che la Provincia debba essere un ammortizzatore tra Comuni e Regione, fare cioè squadra con le amministrazioni locali, soprattutto quelle piccole, e aiutarle davvero».

E secondo lei questo non è avvenuto?

«Al di là delle poche cose ottenute per le infrastrutture, dove l’accordo con i Comuni era indispensabile…».

Beh, sulle infrastrutture non si tratta proprio di poche cose, onestamente…

«Ma no, non hanno lavorato male, anche se all’inizio c’è stato un po’ il tentativo di fare il padre-padrone.

Però prendiamo qualche esempio: sulle cave di prestito la Provincia ha reso partecipi i Comuni? Non mi pare

proprio».

Ma lei vede la Provincia come ente regolatore o gestore? Bettoni tra i suoi fiori all’occhiello mette il sistema della società partecipate…

«La Provincia deve riuscire a conciliare i legittimi interessi economici dei privati con quelli dei cittadini, dando dei precisi indirizzi: un ente regolatore, senza dubbio, non un’azienda».

Quindi della multiutility Abm che intende farne?

«Prima voglio capire che c’è dentro, guardare i conti – quelli veri – e le persone in faccia. Dopo, con grande professionalità, dismettere le società inutili e valorizzare quelle che servono al territorio».

A proposito di inutilità: il Pdl vorrebbe abolire le Province, come la mettiamo?

«Non tutte, quelle inutili appunto. Ma non può essere il caso di Bergamo. Credo che con il federalismo, fiscale prima e istituzionale poi, ci saranno spazi di manovra più ampi e precisi. Personalmente non sono innamorato delle Province, ma finché ci sono vanno gestite al meglio».

Lei ha detto di voler un po’ portare la Provincia nella Bassa…

«Vero».

Saranno entusiasti i valligiani…

«Ma nessuno intende penalizzarli, semmai valorizzarne la loro più grande risorsa, quella turistica».

Lo vogliono tutti, di questi tempi…

«Le faccio un esempio: a Roma c’è un ufficio della Provincia che pubblicizza il formai de mùt e il prosciutto di Ardesio:

non so quanto gliene possa fregare ai romani, ma so per certo che uno di Treviglio non sa che ad Ardesio fanno

un eccellente prosciutto».

Turismo uguale Orio al Serio: Bettoni ha lanciato diversi allarmi sulle vostre possibili intenzioni di penalizzare

lo scalo, magari a favore di quella Malpensa vessillo della Lega.

«Non capisco perché lo pensi».

Magari anche perché il primo e finora unico presidente leghista, Giovanni Cappelluzzo, fu il solo a non entrare

nel Patto di sindacato dei soci bergamaschi. È stato Bettoni a riportarci la Provincia.

«Io penso che Orio sia una risorsa da valorizzare al massimo, e su questo non ci piove. Ma serve una strategia precisa sul turismo: credo la cosa migliore sia parlarne insieme e che nei Cda non ci debba andare chi non ha più niente da fare o non sia candidabile in Europa, ma persone che conoscano bene la materia».

Finora, visti i risultati, sembra che la conoscano, eccome…

«Niente da dire, ma ora cosa facciamo di Orio?».

Ce lo dica lei: per esempio acquisterebbe le quote Sea, come ha deciso Bettoni?

«Per farlo ha dismesso quelle della Serenissima, e ho già qualche dubbio in materia. Perché prima, per esempio, potrei fare a meno di qualcosa che c’è in Puglia, per dire… Su Sacbo la Provincia può fare molto senza la necessità di avere una quota predominante».

Quindi non è contrario all’ingresso di nuovi privati?

«Ma proprio per niente: la Provincia può giocare un ruolo ugualmente decisivo senza per forza acquistare quote.

Non ho il mito del controllo pubblico del Patto di sindacato, proprio no».

C’è chi si lamenta del fatto che la Provincia spenda molti soldi in mostre, patrocini, manifestazioni…

«Anche qui voglio vederci chiaro, perché i “si dice” da bar non mi piacciono. Prima voglio vedere cosa c’è nei cassetti, senza andare a cercare scheletri nell’armadio, non è il mio lavoro. È una perdita di tempo e basta. Certo, se poi uno se li trova tra i piedi…».

La lista della Lega è composta in buona parte da sindaci uscenti, pescherà lì per i suoi assessori? Oppure tra qualche esterno?

«Se gli esterni fanno parte del movimento o sono persone già collaudate, nulla in contrario. Comunque ho scelto in gran parte sindaci per due motivi: potenzialmente prendono voti e poi dopo l’esperienza amministrativa sono disincantati e quindi concreti. Gente che sa che c’è anche una burocrazia, quindi tempi e quindi regole…».

Scusi, non ha l’impressione di volare molto basso? Non crede che magari serva anche un sogno per questa Provincia e non solo una concretezza tutta bergamasca?

«Certo che sì, ma i sogni devono anche avere buone possibilità di realizzazione ».

Allora immaginiamo il sogno che vorrebbe aver realizzato nel 2014…

«Che in provincia di Bergamo ci sia una derivazione importante dell’Expo: che una parte delle centinaia di migliaia di visitatori sia arrivata a Bergamo, anche solo per comprare il prosciutto di Ardesio».

Lo sa che potrebbe diventare presidente di una Provincia con il 15 per cento di immigrati?

«Lo so, ma se sono regolari non c’è alcun problema».

Ma questa distinzione regolari-irregolari non può spiegare tutto: tra gli irregolari ci sono in maggior parte donne, bambini, gente onesta che cerca lavoro…

«Ma serve un filtro, qualcosa che impedisca di venire qui a chi non voglia integrarsi».

O assimilarsi?

«No, integrarsi, ma tra estremismi del buonismo e del cattivismo alla fine troveremo una sorta di soluzione. E qui penso che il lavoro sia il discrimine».

Il lavoro lo cercano, e c’è chi scappa da guerre.

«Per la guerra c’è il diritto d’asilo».

Normativa non sempre chiarissima.

«La perfezioneremo dove necessario, e il lavoro purtroppo  non c’è per tutti. Soprattutto in un momento difficile come

quello attuale, dove la nostra gente nelle valli è a piedi. E questo è un problema: oltre l’etica c’è anche la pratica».

Ha intenzione di collaborare con il suo collega di coalizione Franco Tentorio in corsa per il Comune?

«Gli ho già fatto sapere di esser pronto a fare campagna elettorale insieme, e sarebbe la prima volta nella storia.

Dobbiamo creare un senso di collaborazione che poi si sposti nelle istituzioni».

Quindi se vince Roberto Bruni e il centrosinistra offre collaborazione?

«Certo, perché quello che conta è la gente che amministriamo».

Ci dica tre priorità.

«Lavoro, sociale, gestione delle infrastrutture e del territorio»

Come usciamo da questa crisi del lavoro?

«Insieme ai privati e non contro i privati: il lavoro si crea con lo sviluppo, quindi dobbiamo assolutamente collaborare».

Pirovano, quanto è condizionato dalla Lega?

«Fino ad oggi non mi ha mai condizionato nella gestione dell’amministrazione».

Ok, a vittoria conseguita le dicono che deve mettere quell’uomo e non quell’altro…

«Litigo e tanto. E credo anche di aver l’età e il disincanto per poterlo fare»

In caso di vittoria resterà anche alla Camera?

«Sì, le due cariche non sono incompatibili».

Però si parla già di Pirovano presidente a mezzo servizio…

«Quando facevo il sindaco a Caravaggio non l’ha mai detto nessuno».

Lei pensa di vincere?

«I numeri ci sono».

E gli avversari mancano, finora: Pd in alto mare, centristi in attesa, Lista Bettoni pure. A proposito, il presidente in carica non perde occasione per attaccare la Lega.

«E io lo ignoro, sono convinto che sia il modo migliore per farlo imbestialire».

Non le sembra una vittoria potenzialmente troppo facile?

«Cominciamo a vincere, anche se va detto che è brutto non avere un’opposizione. Speriamo che almeno in aula le cose cambino. Di certo lavorerò per modificare il regolamento».

Perché?

«Perché gli interventi non devono essere così prolissi».

La nuova tendenza berlusconiana che avanza: basta perdite di tempo in aula?

«Ma assolutamente no. A Caravaggio l’ho fatto nel 1998, applicando al regolamento comunale quello della Camera,

allora presieduta da Luciano Violante: quindi sono al di sopra di ogni sospetto. Tempi contingentati, riunione dei capigruppo: più tempo per le cose importanti e meno per quelle secondarie».

E le Commissioni: si taglieranno i consistenti gettoni?

«Mi risulta che le cose siano già migliorate con l’introduzione di un tetto massimo indipendentemente dal numero di sedute. La cosa che mi dà fastidio è che ci siano Commissioni che si riuniscono due-tre volte in una settimana per diversi argomenti: ecco, questo cambierà».

Sbagliamo o dovrà giurare sulla Costituzione italiana?

«Beh, non è uno scandalo. Siamo nella Repubblica italiana, stiamo semmai cercando di modificarne i meccanismi».

Non è un secessionista?

«Lo sono stato, perché era piacevole, ma sono sostanzialmente federalista. Diciamo che sono secessionista tanto quanto il mio trisavolo era un garibaldino, quindi un unitario».

Prego?

«Giovan Battista Asperti, disertò dall’esercito savoiardo per partecipare alla spedizione dei Mille. Un vero rivoluzionario».

Scusi, ma…

«Tranquilli, Bossi lo sa».

 

Dino Nikpalj