Piano Sace, la Lega continuerà a vigilare sul progetto

Luisa Pecce, consigliere della Lega Nord, replica all’ex assessore Luigi Nappo in merito al piano integrato di intervento della Sace.

Sace - da sotto.jpgA ciò sollecitata, approfitto per ripetere ancora una volta quello che forse i cittadini di Bergamo si sono stancati di sentire: che tutte le strade  che era possibile in contrattazione percorrere senza aggravio di costi per il Comune con chi aveva già in mano un  PII approvato, sono state battute e nessuno spadone, come affermato, è stato riposto nel fodero.

E’ pur vero che gli originali palazzi di 15 piani, 10 anni di lavori previsti, la trasformazione del Campo Utili in giardinetto del condominio, un assessore che sosteneva questo obbrobrio senza neppure comunicarlo alla Circoscrizione, non esistono più grazie alla battaglie a suo tempo sostenute dai residenti. Certamente l’ideale sarebbe stato per questa Amministrazione aver ereditato una mano libera piena sul progetto, ma purtroppo così non era. La Giunta Bruni ed in particolare l’ex Assessore all’urbanistica Grossi avevano già perseguito, con incredibile caparbietà (e perfino con sospetta sollecitudine) l’iter di approvazione arrivando a varare il PII negli ultimissimi giorni di governo. Con il cambio di maggioranza è stato possibile proseguire nella revisione della convenzione salvaguardando anche il Campo Utili, cui si vuole mantenere la vocazione a destinazione sportiva della città. Il restyling riguarderà tribune, spogliatoi e palestra dando valore aggiunto all’impianto, gli alberi ed il verde saranno rispettati, lo sbancamento radicale per tutta la superficie ed il cambio d’orientamento del campo di calcio precedentemente previsti non saranno realizzati con risparmio di denaro e rispetto dei luoghi. Il sottopasso di via Baioni, del tutto eliminato, sarà sostituito da un rondò per l’immissione di una via Pinetti allargata a doppio senso. Certamente sarebbe stato auspicabile ridurre ulteriormente le volumetrie ma nessuno può negare i risultati fin qui ottenuti : 11.400 mc. in meno, altezze dei palazzi residenziali ridotte a 7 piani, la palazzina Sace dimagrita di 10.000 mq, mentre per la parte residenziale il progetto, da presentarsi entro il 30 giugno 2011, è ancora solo nella mente dei proprietari.

09-11-24 Luisa al Consiglio b.jpgE questo progetto dovrà poi passare in Commissione Urbanistica e poi in Consiglio Comunale. In entrambi i casi quelli con lo spadone, ora parte integrante della coalizione che governa la città, propongono, collaborano e vigilano, come volere dei cittadini che a questo scopo li hanno eletti. Diciamo a tutti i cittadini ciò che i residenti che avevano dato battaglia e che si sono mantenuti informati già sanno: la nostra attenzione è e rimarrà sempre alta su questo (ma non solo poichè questo è una parte dei 5 milioni di metri cemento progettati dalla passata amministrazione) intervento che continuiamo a ritenere determinante per il quartiere della Conca Fiorita ed importante per tutta Bergamo.

 

Luisa Pecce

Consigliere Comunale

Vicepresidente Commissione Urbanistica 

La Sace in Commissione urbanistica

Comunicato stampa

 

Pecce – Ribolla su Transazione P.I.I. Sace in Commissione urbanistica

 

Passa in Commissione urbanistica la transazione proposta dalla Soc “ Conca Fiorita” riguardo al  P.I.I. SACE.

 

Sul tema interviene la Consigliera della Lega Nord Luisa Pecce, ora in veste anche di Vice-presidente della Commissione urbanistica, che ha seguito fin dall’inizio la complessa vicenda.

“Con il parere espresso dalla Commissione, ci stiamo avviando verso la conclusione di un tema urbanistico ancora molto “caldo” . Pur con il taglio operato dalla nuova Amministrazione (11.400 mc. e 3 piani d’altezza in meno)- sottolinea Pecce- la volumetria prevista sull’Area Sace è ancora al vertice in Città in termini di densità  (2,90 mc x mq.!). Questo grazie alla variante urbanistica al Piano Regolatore operata da Bruni e Grossi che aveva aumentato i volumi di circa l’80% .

Ora ci si appresta a porre riparo a quella discutibile decisione pur con tutti i limiti determinati dal fatto che può essere conclusa solo con il consenso dell’imprenditore privato. Un Piano approvato definitivamente dall’Amministrazione Bruni ha creato diritti inattaccabili per la Società. Difficilissime le condizioni in cui si è dovuta muovere la nuova Amministrazione, di fronte al “fatto compiuto”, per ottenere una riduzione che è senza dubbio significativa e che risponde a una chiara promessa elettorale ”

“ Naturalmente- prosegue Pecce- a ben altri risultati si sarebbe potuto arrivare se la vecchia maggioranza di centrosinistra avesse accolto il suggerimento dell’opposizione di allora (la Lega e il centrodestra) che avevano insistito per sospendere, a marzo dello scorso anno e sul finire del mandato, l’approvazione del PII.

Purtroppo, invece, la Città è stata costretta a subire un progetto esageratamente ingombrante  per altezze e dimensioni, a ridosso delle Mura. I sottoscrittori dei ricorsi al TAR, poi, sono stati letteralmente spinti in una situazione di stress per il coinvolgimento, loro malgrado, in una pratica giudiziaria senza predenti nella nostra Città. E stata la prima volta che delle famiglie sono state minacciate con ritorsioni patrimoniali (la richiesta di 8.000.000 di danni) per il solo fatto di aver tentato di difendere le caratteristiche ambientali e paesaggistiche del loro quartiere.”

“Ma una domanda è doverosa- polemizza Pecce – Se Tentorio è riuscito a far sedere ad un tavolo il costruttore chiedendogli di ridurre il progetto di tre piani e 11.400 mila metri cubi, perché questo tentativo non l’ha mai fatto il predecessore Roberto Bruni?

Per noi non si tratta di una rivincita in quanto il risultato elettorale dello scorso anno ha già reso giustizia a chi si è battuto per contrastare questo modo di gestire l’urbanistica cittadina.

Tuttavia ci chiediamo con rammarico perché 3.000 firme, centinaia di osservazioni, diverse assemblee partecipate non sono servite a produrre un cambiamento di rotta alla precedente amministrazione.

Qualcuno ha cercato di utilizzare come scudo il pericolo dei licenziamenti e dello spostamento della sede e ora sappiamo che, senza nessun problema per la SACE e per scelta della proprietà, la palazzina dello stabilimento viene ridotta di quasi un terzo. Tutto questo dovrebbe far riflettere.”

“Ora bisogna lavorare seriamente al nuovo progetto – conclude Pecce – Sembra ormai accertato l’obiettivo di mantenere il Campo Utili al 100 per 100 con la sua funzione di impianto sportivo. Resta l’incognita del nuovo disegno della parte residenziale. Visto che il quartiere è stato già per il passato messo davanti al fatto compiuto, sarebbe davvero importante individuare le modalità più opportune per coinvolgere i residenti.”

 

“Il centro sinistra ancora una volta si arrampica sugli specchi: quello che l’Amministrazione ha ottenuto, con fatica e profondo impegno, è un grande successo. – dichiara Alberto Ribolla, Capogruppo della Lega Nord in Consiglio Comunale e membro della Commissione urbanistica – La nostra visione della città è profondamente diversa da quella dell’amministrazione precedente: la nostra finalità, infatti, come scritto anche nel programma elettorale, non è mettere cemento e torri a due passi dalle mura venete ma è quella di preservare il paesaggio ed il nostro territorio, riducendo altezze e volumetrie. Come si fa – continua Ribolla – a pensare di costruire grattacieli a 200 metri dalle mura? E’ davvero surreale; anche se nulla ormai ci dovrebbe meravigliare da chi aveva sostenuto il progetto, poco distante, della “torre d’assalto”, bocciato a furor di popolo.”

 

  

Lega Nord Città di Bergamo

Ufficio Stampa

Ex Sace …. riduzione del cemento

Ex Sace, il Comune detta le condizioni: ritiro delle querele e riduzione del cemento

Sace - da sotto.jpgLa trattativa partirà solo se la società Conca Fiorita taglierà piani e volumetrie e ritirerà la citazione in giudizio contro i cittadini del Mosaico a cui è stato chiesto un risarcimento da 8 milioni di euro. E’ questa la condizione sine qua non che il Comune di Bergamo ha posto all’immobiliare che dovrà occuparsi della realizzazione del piano integrato ex Sace. Lo ha comunicato il consigliere comunale Luisa Pecce Bemberga, incaricato dal sindaco di tenere i rapporti con la rete sociale Mosaico Ambiente.

“Il sindaco Franco Tentorio, l’assessore all’Urbanistica Andrea Pezzotta e  l’assessore ai Lavori Pubblici Alessio Saltarelli, hanno comunicato e sottoposto a valutazione le condizioni di trattativa tra il Comune di Bergamo e la società “Conca Fiorita” sul caso PII ex Sace al comitato del Mosaico Ambiente ed ai cittadini ricorrenti al TAR, colpiti da una citazione della Soc. Conca Fiorita per un presunto risarcimento di 8 milioni di euro” spiega la delegata in un comunicato.

“Le trattative che presuppongono la chiusura di tutte le vertenze, sia da parte dei cittadini che da parte della società Conca Fiorita prevedono, a parte alcuni dettagli da definire: la diminuzione di tre piani a testa degli edifici più alti che scendono quindi rispettivamente da 10 a 7 e da 9 a 6 piani, la riduzione della volumetria complessiva per il corrispondente di 12.000 metri cubi. Inoltre L’eliminazione dal progetto del sottopasso di Via Baioni. Una ristrutturazione del Campo Utili che verrà rispettato e valorizzato mantenendo la sua valenza sportiva cittadina su progettazione degli uffici comunali di competenza. Il mantenimento nel progetto sia della sala multimediale pubblica che dell’asilo aziendale aperto al pubblico”, prosegue il documento.

“I cittadini convenuti – continua la Pecce Bamberga – si sono concordemente dichiarati soddisfatti per quanto proposto ed hanno ritenuto accettabile il risultato della trattativa che porrebbe fine ad una lunga e astiosa contrapposizione durata due anni e condotta dai cittadini con tutti i mezzi democratici a disposizione, dalla raccolta di firme (3000) alle Assemblee pubbliche, dalle manifestazioni di contestazione alla pubblicazione di volantini, giornali di quartiere e articoli su blog,  prima di giungere a ricorrere al Tar. Gli stessi hanno espresso ulteriore soddisfazione per l’intervento dell’Amministrazione, avvenuto dopo la sgradevole “sorpresa” della vicenda riguardante la citazione per danni, che ha impedito l’apertura di una nuova vicenda giudiziaria, improbabile ma stressante”.

 

“La giunta Tentorio – si legge ancora nel comunicato – coerente con quanto promesso in campagna elettorale e ribadito nelle linee programmatiche, si è attivata per limitare l’impatto devastante di un PII Sace, approvato definitivamente dalla Giunta Bruni, che, nel suo primo progetto, prevedeva torri di 15 e 13 piani a 200 metri dalle mura di Sant’Agostino e una volumetria complessiva di 92.000 metri cubi”.

La consigliera della Lega canta vittoria: “Con questo l’amministrazione e i cittadini hanno ottenuto: la salvaguardia della visuale da e su Città Alta, bene prezioso di tutta la città, la salvaguardia del Campo Utili , che continuerà ad essere dedicato allo sport per tutta la città e sarà anzi in ciò valorizzato, di evitare disagi con l’inutile, costoso lavoro per la costruzione di un pericoloso e facilmente degradabile sottopasso in via Baioni, di ridurre parzialmente l’impatto di densità abitativa e, con la costruzione di una sala ed un asilo, di mantenere il livello di qualità della vita nel quartiere”. I toni sono di grande soddisfazione. “La città può ringraziare l’attuale amministrazione Comunale ed un motivato gruppo di cittadini che, profondamente convinto, impegnando energie, tempo e denaro personale, ha condotto una battaglia d’amore per la nostra Bergamo”. (da Bergasera, 26-02-2010)

Ex Sace e Mosaico: la leghista Pecce replica a Bruni

commissione urb.jpgQuelle accuse di Bruni proprio non le sono andate giù. E così la segretaria cittadina della Lega Luisa Pecce Bamberga ha preso carta e penna e scritto una replica all’ex sindaco. Ecco la versione integrale.    “Personalmente chiamata in causa dall’ex sindaco Roberto Bruni in merito alla sua posizione nella questione Torri ex Sace, tengo a precisare e rettificare quanto erroneamente affermato come segue – scrive la Pecce Bemberga -. La sottoscritta non è e non è mai stata presidente del Mosaico, per la semplice ragione che lo stesso, nella sua veste di rete territoriale di quartiere che fa capo alla Circoscrizione di appartenenza, formata da residenti socialmente impegnati, non ha mai avuto la necessità di formare quadri burocratici.    La sottoscritta, prima di assumere incarichi politici, era stata tra i promotori e fondatori, referente per la sezione ambiente, e per questo motivo le era stato in più occasioni richiesto di esserne anche il portavoce. Dall’elezione in poi è stata sostituita in questo ruolo da un membro della rete stessa. Coloro che con il loro ricorso al Tar hanno inteso opporsi a decisioni della passata Amministrazione, non sono iscritti a nessuna associazione e a nessun partito, sono unicamente dei cittadini attenti e sensibilizzati al tema della qualità della vita di tutta la città e che nel loro quartiere subiranno direttamente le pesanti conseguenze negative dei nuovi insediamenti del Piano d’intervento integrato Sace.    E’ vero invece che le persone più direttamente impegnate nel Mosaico Ambiente sono state le prime a recepire e sostenere pubblicamente la ragioni della loro protesta. Queste spiegazioni fanno intendere che l’ex sindaco non aveva neppure l’idea, nonostante i numerosi incontri e scontri, di chi fossero le persone che lo contestavano e portano a meglio capire come l’ex sindaco intendesse la “partecipazione”, indirizzata preferibilmente a sostenitori pronti ad applaudire decisioni già prese. La sottoscritta, invece, nel suo ruolo di consigliere comunale, perfettamente coerente a quanto promesso in campagna elettorale, coltiva a livello istituzionale il rapporto con i cittadini e con i diversi comitati, dedicando tempo ed energie ad un ascolto dialettico, attento e produttivo delle istanze del territorio.   La sottoscritta auspica una soddisfacente e rapida conclusione della ormai troppo lunga vicenda riguardante il PII SACE, che, con la citazione in giudizio dei cittadini ricorrenti al Tar per un ipotetico rimborso di 8 milioni di euro, ha assunto risvolti di una gravità e aggressività davvero inaccettabili”.  (da Bergamosera, 18,02,2010)

Solidarietà al Mosaico sul caso ex Sace

sace11.jpgNei giorni scorsi l’immobiliare “Conca Fiorita” aveva chiesto un maxi-risarcimento da 8 milioni di euro a 10 cittadini, sostenitori del Mosaico, rei di aver fatto , a suo parere, fallire con i loro ricorsi al TAR contro decisioni della passata Amministrazione comunale (esclusione della VAS e approvazione del P.I.I.) , la vendita di una parte dell’area ex Sace oggetto del P.I.I. 

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Comunicato diffuso alla stampa da Palazzo Frizzoni  :

“La Giunta comunale di Bergamo esprime viva preoccupazione per l’azione giudiziaria iniziata nei confronti di 8 cittadini, alcuni dei quali appartenenti al Comitato “Il Mosaico”, anche perché l’iniziativa rischia di incidere negativamente sulle trattative attualmente in corso per ridefinire le volumetrie del Piano Integrato d’Intervento ex Sace. La Giunta comunale non mancherà di dare ulteriore impulso a dette trattative, nell’auspicio di giungere alla soluzione più opportuna”.

Comunicato firmato dai gruppi consiliari di Lega Nord, PdL e Lista Tentorio  :

“La richiesta di risarcimento avanzata dalla società “Conca Fiorita” ai rappresentanti dell’Associazione Mosaico, firmatari del ricorso al Tar contro il Pii ex Sace, è semplicemente sconcertante ed è un atto per il quale i promotori se ne assumono tutte le responsabilità. Ricorrere al tribunale ed avanzare una richiesta di risarcimento perché la protesta, legittima, dei cittadini avrebbe fatto fallire la cessione a un terzo di una parte del complesso ex Sace, non solo è un assurdo dal punto di vista legale ma soprattutto è pericoloso per la partecipazione popolare nelle scelte della città. La decisione di richiedere otto milioni di euro di risarcimento a dei cittadini che come unica colpa hanno quella di essersi opposti, in modo legittimo e secondo gli strumenti che la legge mette loro a disposizione, allo stravolgimento del proprio quartiere, non può che essere condannata da tutte le forze politiche presenti in consiglio comunale.  Peccato che, invece, da coloro che hanno sempre fatto della partecipazione un punto cardine del proprio programma elettorale ci sia stato il silenzio più assoluto. Il riferimento è al centrosinistra e all’ex sindaco Bruni che non ha sprecato una sola parola per prendere le distanze dall’azione legale che sa tanto di intimidazione avanzata dai proprietari dell’area ex Sace. I gruppi consiliari di maggioranza (Pdl, Lega Nord, Lista Tentorio), invece, condannano fermamente questo grave atto verso una protesta legittima che ha avuto il merito, tra gli altri, di creare un forte e positivo dibattito democratico sulle scelte urbanistiche della città ed esprimono la loro solidarietà agli otto esponenti dell’associazione Mosaico presi di mira dalla richiesta di risarcimento”.

ABB: i deputati della Lega chiedono l’intervento dei ministri

SACE b.jpgIl piano di ristrutturazione della ABB di Dalmine che prevede 248 esuberi preoccupa la Lega Nord che per voce dei suoi parlamentari Giacomo Stucchi, Nunziante Consiglio, Ettore Pirovano e Pierguido Vanalli ha presentato un’interrogazione parlamentare ai ministri del Lavoro, dello Sviluppo economico e dell’Economia.

“Le società del gruppo ABB – si legge nel documento – sono leader nel settore delle tecnologie per l’energia e l’automazione, che consentono ai clienti delle utilities e delle industrie di migliorare le loro prestazioni riducendo al contempo l’impatto ambientale, impiegano più di 120.000 dipendenti in oltre 100 Paesi, mentre in Italia il Gruppo ABB è presente con 5.496 dipendenti in totale dislocati in unità produttive ubicate nel nord e nel centro”.

Nei giorni scorsi l’azienda ha illustrato ai sindacati un piano di riorganizzazione per lo stabilimento bergamasco di Dalmine, che prevede 248 esuberi di personale. “La suddetta riorganizzazione consisterebbe nello spostamento della produzione dallo stabilimento bergamasco di Dalmine a vantaggio di quello della Repubblica Ceca. La delocalizzazione annunciata dal gruppo ABB colpisce una realtà industriale della bergamasca, quella di Dalmine, già profondamente segnata dalla grave crisi economica-occupazionale”, sottolineano i deputati della Lega.

Per questo chiedono ai ministri “se non ritengano necessario convocare l’azienda e i rappresentanti dei lavoratori, al fine di individuare ogni utile soluzione che possa permettere ai dipendenti interessati di ottenere garanzie circa il loro futuro occupazionale. Se non ritengano opportuno intervenire con urgenza, qualora venisse attuato il piano illustrato, al fine di accelerare l’iter per la concessione degli ammortizzatori sociali straordinari per i lavoratori coinvolti. E infine quali iniziative intendano promuovere, per fare fronte alla crisi industriale e produttiva che da diversi anni investendo pesantemente il comparto manifatturiero lombardo coinvolgendo migliaia di lavoratori della Provincia di Bergamo”. (BergamoSera, 8-12-09)

Ex Enel e area Sace. Evitato lo stop Ok dalla Regione

L’Eco di Bergamo/24 marzo 2009

Gli interventi erano a rischio dopo le modifiche alla legge 12. Ma il Pirellone chiarisce: non vale per i Pii già adottati

Arriveranno in Consiglio per l’approvazione finale entro il 21 aprile, data in cui l’assemblea di Palafrizzoni chiuderà i lavori per cambio mandato elettorale. Arriveranno in Consiglio, ma la conferma si è avuta solo ieri. Stiamo parlando dei dibattutissimi Piani integrati di intervento che coinvolgono l’area ex Sace alla Conca Fiorita e quella dell’ex Enel di via Nullo.

Due piani in variante che sono stati adottati dal Consiglio fra dicembre 2008 e gennaio, ma la cui approvazione definitiva è stata messa seriamente in forse nelle scorse settimane. Questioni legate all’incandescente dibattito politico e alle volumetrie? Macché. La faccenda è tutta tecnica e si è sbrogliata solo dopo che il Pirellone ha fornito l’interpretazione ufficiale di una norma che, all’apparenza, sembrava invece stoppare l’approvazione dei Pii fino a quella del Piano di governo del territorio. Cosa che, in soldoni, a Bergamo (dove il Pgt è stato adottato a metà marzo) avrebbe significato lo stop per almeno un anno.
Pericolo di ricorsi a parte, il «congelamento» avrebbe creato più di una questione: il centrodestra a Palafrizzoni ha infatti remato contro ai due piani e il caso politico, con le elezioni di mezzo, sarebbe stato non di poco conto.
Una questione tecnica, si diceva. Perché mentre i fautori dei due piani e i detrattori si sono confrontati a suon di assemblee pubbliche, petizioni e pure osservazioni (decine quelle sull’area Sace, gran parte firmate dall’associazione Il Mosaico, meno numerose quelle pervenute in Comune sull’ex Enel), l’iter procedurale era fino a ora filato via nella logica di un legittimo contraddittorio politico. Il rischio di finire a gambe all’aria per i due interventi si è però fatto concreto nelle scorse settimane, il 10 marzo per l’esattezza. In quella data, infatti, la Regione ha apportato alcune variazioni alla Legge 12 (quella dedicata all’urbanistica e che sovrintende ai Pgt). Al comma 7 dell’articolo 25 si legge: «Fino all’approvazione del Pgt, i Comuni non possono dar corso all’approvazione di Programmi integrati di intervento in variante, non aventi rilevanza regionale, fatta eccezione per i casi di Pii che prevedano la realizzazione di infrastrutture pubbliche o di interesse pubblico di carattere strategico ed essenziali per la riqualificazione dell’ambito territoriale». Quanto sono strategici? «La Giunta regionale fornirà criteri entro 60 giorni». Il tutto però senza annullare la regola per cui l’approvazione di un Pii debba avvenire entro 60 giorni dalla scadenza del termine per le osservazioni, quindi comunque prima del pronunciamento della Giunta del Pirellone. Insomma, un bel pasticcio. E così sono andati in fibrillazione gli uffici dell’Urbanistica di Bergamo ma anche quelli dei Comuni di mezza Lombardia che a marzo si sono trovati con Pii adottati ma non ancora approvati. Inoltre, posto pure il pronunciamento del Pirellone per maggio, a Bergamo si sarebbe arrivati oltre i limiti anche dal punto di vista dell’operatività del Consiglio.
Dopo le modifiche alla legge 12, per due settimane buone gli uffici hanno navigato a vista, in balìa dei dubbi e alla ricerca di certezze. Tanto che al Pirellone è letteralmente piovuta una valanga di richieste di chiarimenti. Mentre ex Enel e piano Sace erano nel limbo, il titolare regionale all’Urbanistica, Davide Boni, aveva però iniziato a dissipare i dubbi ammettendo la nebulosità del comma e giudicando attuabili i piani adottati prima del 10 marzo. Ieri la conferma: sul sito del Pirellone la chiosa che dallo stop «sono fatti salvi i Pii già adottati al momento dell’entrata in vigore della presente legge. La nuova norma riguarda esclusivamente le proposte di Pii in variante allo strumento urbanistico generale, che rimarranno “congelate” fino all’emanazione dei criteri attuativi». Una circolare specifica ancora non c’è, ma nella contro il tempo per garantire il rispetto dell’iter, la specifica del sito internet pare aver rassicurato gli uffici di Palafrizzoni. Un ultimo esame delle osservazioni, poi si approda in aula per il rush finale.