Ius soli, politica romana lontana dalla realtà

immigrati protestano.jpgIl vicesindaco di Telgate (cittadina a guida leghista e tra le cittadine italiane con più alta concentrazione di extracomunitari), Fabrizio Sala, risponde all’intervento della parlamentare bergamasco del Pd Elena Carnevali che ritiene lo “ius soli“ una “grande opportunità per l’integrazione”.

Gentile redazione, voglio rispondere all’on. Elena Carnevali constatando ancora una volta quanto la politica dei palazzi romani sia lontana dalla realtà dei territori e dei suoi cittadini. Innanzitutto premetto che non è assolutamente vero che la legge Bossi-Fini non ha funzionato, è stata efficace negli anni in cui è’ stata applicata sia con gli accordi con i paesi del Mediterraneo che con le espulsioni. Ma oggi sembra che sia diventato disdicevole anche solo evocare accordi con i paesi di passaggio dei flussi migratori verso l’Italia, così come è diventato deplorevole invocare l’espulsione dei clandestini, perché ormai pretendere che si rispettino le leggi in fatto di immigrazione non è’ più di moda. Così mentre l’onorevole di turno fa esercizi di retorica su come, quando e perché sia assolutamente indispensabile occuparsi proprio ora di dare la cittadinanza agli stranieri nati in Italia, i nostri cittadini si confrontano con una crisi economica senza precedenti e con un livello di tassazione tra i più elevati al mondo. La teoria è’ una cosa, la pratica è un’altra. La maggior parte degli immigrati non si aspetta trattati di sociologia sulla loro vita , discussioni su come loro si devono integrare, su come noi dobbiamo accettarli, si aspettano solo cose molto concrete, parlando in maniera schietta: sono interessati soltanto alle agevolazioni di cui possono usufruire, dai buoni affitto alla dote scuola. La cittadinanza diventa importante solo se porta benefici economici o burocratici, tutto il resto è pura filosofia. Abbiamo oggi a Telgate, problema comune ormai a quasi tutto il territorio della provincia di Bergamo, 70 bambini stranieri in età di scuola materna che non la frequentano e che si riverseranno nelle nostre scuole nei prossimi 3 anni. Lei pensa che se fossero cittadini Italiani tramite lo Ius soli la frequenterebbero? O la frequenterebbero solo se questo servizio fosse gratuito?
Capita sempre più’ spesso che in condomini vengano acquistati appartamenti da stranieri e nel giro di pochi anni tutti gli altri vengano deprezzati. I pochi italiani che non hanno la possibilità’ di trasferirsi, in genere persone sole o anziani, si trovano a vivere situazioni paradossali, come rimanere senza gasolio per il riscaldamento centralizzato perché la maggior parte degli stranieri non paga le spese condominiali. Per non parlare poi del problema del sovraffollamento notturno di tanti appartamenti con persone di passaggio senza sapere chi sono, da dove arrivano e dove vanno. Lei pensa che lo Ius soli risolva tutti questi problemi? Che l’essere cittadini italiani porti automaticamente al pagamento delle bollette e delle spese condominiali? Le ricordo che a livello di controllo dell’immigrazione, con il governo Monti, avete tolto ogni residua possibilità di controllo delle residenze costringendo i Sindaci a rilasciarle dopo 48 ore dalla richiesta.
Oggi un sindaco deve concedere la residenza anche se il richiedente abita sotto un ponte!!! Tra l’altro In caso di sfratto per morosità, il Comune deve occuparsi del mantenimento della moglie e dei minori in strutture adeguate con un costo altissimo per la comunità. Si spendono, in media, quando va bene, dalle 80 alle 100 euro al giorno per periodi medio-lunghi. Avete presente il costo economico che si deve sostenere in questi casi? Poi non possiamo aiutare il pensionato che vive con 550 euro al mese, intere famiglie italiane che perdono il lavoro e non riescono a pagare il mutuo. Per anni ci avete martellato con il fatto che gli stranieri erano indispensabili per il nostro futuro, che mancava manodopera, che pagavano le nostre pensioni e adesso che non c’è più lavoro neanche per noi come la mettiamo? Perché continuare a insistere con lo Ius soli, la cittadinanza non va regalata ma è un diritto che bisogna meritarsi. I minorenni, indipendentemente dalla cittadinanza italiana o meno, godono della stessa tutela fino alla maggiore età. Date invece ai sindaci poteri veri e lasciategli le risorse che il loro territorio produce, poi saranno i cittadini a scegliere chi vuole aprire la propria comunità al mondo intero o chi vuole preservarne l’identità limitando il numero di residenze o legandolo a fattori di legalità e di sostenibilità economica. Tutti i cittadini italiani che incontriamo sono arrabbiati perché hanno passato tutta la vita a pagar tasse pensando che se ne avessero avuto bisogno avrebbero potuto usufruire di qualche aiuto, invece di continuare a parlare di Ius soli, pensate di rendere il welfare più adattabile alle nuove difficoltà che incontrano i nostri cittadini.
Un cordiale saluto da un gretto e anacronistico amministratore della Lega Nord
Fabrizio Sala – Vicesindaco di Telgate

«Lombardismo» per la difesa del lavoro

gibelli230.jpgÈ il «lombardismo» una delle carte vincenti sui cui giocare per sconfiggere l’attuale crisi economica. A dichiararlo è Andrea Gibelli, vicepresidente e assessore all’industria e artigianato di Regione Lombardia, ieri a Telgate per incontrare gli imprenditori del territorio a conclusione della cinquantesima tappa di «Assessorato Itinerante». «Si tratta – ha spiegato Gibelli – di un vero e proprio blocco padano a difesa del sistema produttivo. Penso alla misura Start-up di impresa che dallo scorso anno prevede l’accessibilità ai finanziamenti per l’avvio di una nuova attività solo ai residenti da almeno cinque anni e la recente legge Harlem che regola l’apertura di attività del settore del commercio e artigianato. Quest’ultima si occupa in particolare – ha proseguito Gibelli – della produzione e vendita di alimentari, e lascia la possibilità al sindaco, in caso di eccesso di concorrenza e concentrazione, di selezionare le aperture secondo il principio di qualità delle nostre città. In questo modo è possibile salvaguardare il giusto equilibrio tra la presenza di attività tradizionali e le nuove aperture». E il vicepresidente di Regione Lombardia chiude con un auspicio: «I sindacati, le associazioni di categoria e le istituzioni devono fare la stessa battaglia per la tutela del territorio in maniera tale che non ci siano solo le istituzioni che tengono una certa barra ma tutto un sistema che tutela la nostra economia». Sul modello federale è ritornato anche l’ex ministro Roberto Maroni, accompagnato dallo stato maggiore della Lega: erano presenti gli onorevoli Giacomo Stucchi e Nunziante Consiglio, il presidente della Provincia, Ettore Pirovano, e il segretario provinciale Cristian Invernizzi. Davanti ad una sala gremita – circa 170 i presenti, per il 30% imprenditori locali – Maroni ha illustrato la ricetta padana per uscire dalla crisi. «I problemi strutturali sono principalmente tre: la pressione fiscale, l’eccesso di burocrazia e il sistema bancario lontano dalle imprese. Da soli rappresentano l’80% delle difficoltà degli imprenditori. Nel primo caso – ha spiegato l’ex ministro all’Interno – occorre ridurre da subito e per 2 anni la pressione sulle imprese almeno di 15 punti percentuali, lasciando alle Regioni l’articolazione su come intervenire». Ripropone invece l’applicazione dei costi standard, soprattutto in sanità, con il conseguente rimborso sulla media delle spese, per abbattere la burocrazia, e auspica che le banche più che ai loro conti, comincino a prestare attenzione all’imprenditoria. «Sono soluzioni concrete, ma il governo Monti si rifiuta di ascoltare. Adesso – ha concluso Maroni – tocca alle imprese fare sentire la propria voce». E gli imprenditori locali, durante il dibattito, non si sono fatti pregare, se non altro per cercare di capire cosa è possibile fare. «Avete a disposizione il voto – è stata la replica di Maroni – la possibilità di indire manifestazioni e tra poco anche una nuova presidenza di Confindustria. Spero che i nuovi vertici considereranno quello di Monti semplicemente come un governo e non un governo “amico”».  (Eco di Bergamo,28-3-12)

 

Chiuduno Verde

chiuduno,locatelli,ecosostenibile,telgate,bolgare,green-village,E’ denominato «Green Village» il progetto che prevede una serie di iniziative – installazione di pannelli fotovoltaici, utilizzo di lampade a led per l’illuminazione pubblica, organizzazione di incontri per sensibilizzare i cittadini al risparmio energetico -, che coinvolgeranno non solo Chiuduno, ma anche paesi limitrofi come Grumello, Telgate e Bolgare, i cui rappresentanti spiegheranno nei dettagli le azioni che intendono mettere in campo. Sarà inaugurata una colonnina posizionata nella piazzola di via Battisti, destinata alla carica di veicoli elettrici/ibridi, e verrà consegnata all’ufficio tecnico comunale una moto ibrida, funzionante sia a benzina sia con l’energia elettrica. «Diamo il buon esempio e incentiviamo i cittadini all’uso di fonti energetiche ecosostenibili» spiega il sindaco Stefano Locatelli.