BARBAROSSA

VI ASPETTIAMO NUMEROSI NELLE SALE DOVE SI PROIETTA IL FILM “BARBAROSSA”.  E’ LA PELLICOLA CHE DEVE APRIRE LA STRADA ALLA CINEMATOGRAFIA DEL NORD… PER LA VALORIZZAZIONE DELLA NOSTRA CULTURA E DELLE NOSTRE RADICI..

Barbarossa.jpg

A me il Barbarossa è piaciuto e vi spiego perchè

 

Dire che sono sorpreso per le critiche che sta ricevendo  il film di Martinelli sarebbe una bugia, non lo è dire che mi ha sorpreso l’unanimità, non dei giudizi critici, ma delle argomentazioni che li sostengono, veri esercizi di arrampicata sugli specchi del pregiudizio. A me il film è piaciuto e molto cercherò in poche righe di spiegarne le ragioni. Il film, come un giornale o un libro, è un prodotto comunicativo e in quanto tale caratterizzabile da struttura e contenuto. Il contenuto riguarda il “cosa”, la narrazione , il messaggio che si vuole trasmettere, la trama. La struttura riguarda la tecnica e gli strumenti con cui si vuole narrare il contenuto e cioè  come voglio trasmettere quel messaggio. Per chiarire: la struttura riguarda il mezzo (film, libro, e-book…), le modalità visive (colore o bianco nero, digitale o analogico,  primo piano o piano americano…) le modalità auditive ( stereo o dolby, colonna sonora e dialoghi, ritmo, tono e volume…) e le modalità cenestesiche (movimento e staticità, velocità nella sequenza delle scene, sensazioni viscerali e sentimenti trasmessi…).

Tutti questi criteri sono stati congegnati armonicamente e il tempo di proiezione, che pure è insolitamente lungo, è trascorso in fretta. Prova ne è che mio figlio dodicenne, nonostante l’ora tarda e le sedie non certo comode sistemate al Castello Sforzesco di Milano se ne è rimasto sveglio e pimpante quasi dispiaciuto della fine.

 E questo anche se Il film narra un fatto storicamente importante la ribellione del popolo lombardo  all’invasore Federico Barbarossa ,  ma sarebbe riduttivo interpretarlo solo sotto il versante storico, occorre considerare che un evento  filmicamente tradotto non deve necessariamente  rappresentare  la verità degli storici che non è comunque la verità ultima.  Le gesta di  Alberto da Giussano (Raz Degan)  sono narrate in maniera da esaltarne non solo  la figura di combattente e resistente  ma anche quelle umane, ne fornisce  uno spaccato di vita dell’epoca fatto di soprusi e sangue ma anche di amori,  difficoltosi e osteggiati ma vissuti  fino alle estreme conseguenze. Questo grazie ad un discreto mixaggio tra realtà e fantasia,  tra verità e mito con spunti anche esoterici come il ritrovamento di una reliquia grazie alla sensitività di Eleonora (Kasia Smutniak) che le deriva dall’essere stata colpita e sopravvissuta ad  un fulmine lasciandole doti di precognizione e perciò considerata folle.  Persino del  traditore Siniscalco Barozzi( Murray Abraham, una interpretazione superba la sua) si fa emergere l’ambivalenza tra potere e amore in una personalità  fredda e tormentata s’insinua l’amore per Tessa ( Federica Martinelli, figlia del regista?) che però è promessa ad altro e per fuggirgli si rifugia in convento di clausura. Dove casualmente Barozzi la ritrova e lei per sottrarsi si butta dalle mura della torre. Bellissima la sequenza in cui cerca Barozzi cerca di dissuadere Tessa dal buttarsi nel vuoto dichiarandole il suo disperato amore in cui Murray Abraham si esprime con uno spunto interpretativo inpareggiabile.  Ma anche del Barbarossa ( un Rutger  Hauer all’altezza delle sue migliori performance) se ne dipinge da un lato la ferocia e  dall’alto la fragilità di uomo facilmente assoggettato alle volontà della regina (Cécile Cassel). In questo kolossal di Renzo Martinelli  tutto questo è narrato con ritmo, con sofisticatezza tecnologica ma mai usata a scopo narcisistico. 

Alcune scene sono veramente crude, forse crudeli ma servono a dare senso alla rudezza della vita medievale . 

Sarò controcorrente ma per me è uno dei migliori film italiani contemporanei.

 

Roberto Cadonati

Consigliere di amministrazione di Cinecittà Luce     

BARBAROSSAultima modifica: 2009-10-18T20:23:00+02:00da leganord.b
Reposta per primo quest’articolo