Recupero di Astino, i conti non tornano più

In bilico i contributi della Regione e della Fondazione Italcementi. Torna l’ipotesi di costruire in Ripa Pasqualina

I conti non tornano, e per il recupero di Astino comincia a farsi strada il piano b. Ovvero la possibilità di edificare 8 mila metri cubi per coprire parte dei 6 milioni di euro necessari a proseguire i lavori del monastero acquistato nell’ottobre 2007 dalla Mia. Già costruire, ma dove? Qui la questione comincia a farsi delicata: in teoria in un’area di proprietà della società Valle d’Astino (controllata dalla Mia) nella vicina via Ripa Pasqualina, ma la zona è di quelle tanto pregiate quanto delicate dal punto di vista ambientale. Ma potrebbe non essere la sola opzione.
La verifica del piano economico
«C’eravamo dati come termine fine settembre per verificare la sostenibilità del piano economico, e i conti non sono quelli previsti», spiega Giuseppe Pezzoni, presidente della Fondazione Opera pia Misericordia Maggiore.
Nel dettaglio, finora Ubi Banca ha stanziato 1,6 milioni di euro, la Diocesi 1 per il recupero della chiesa del Santo Sepolcro e della cappella del Beato Guala, poi c’è la prima tranche di 400 mila euro della Regione. E qui cominciano le dolenti note. Rispetto ai contributi previsti «non abbiamo più notizie di quello di Fondazione Italcementi», spiega Pezzoni: trattasi di 1,5 milioni di euro che la Fondazione Italcementi aveva (seppure informalmente) assicurato all’allora sindaco Roberto Bruni a fine 2008. Non una doccia fredda, in verità, considerato che da tempo la Mia stessa aveva orientato le proprie aspettative su altri canali, come la Fondazione Cariplo. Ma siccome di solito piove sul bagnato, ci sarebbe anche il legittimo dubbio sulla restante quota del Pirellone: «Un altro milione e 600 mila euro, diviso tra 2010 e 2011: ma erano stati promessi prima dei tagli ai trasferimenti dello Stato, come facciamo a contarci ora?». E sondaggi informali compiuti in Regione confermerebbero che, effettivamente, qualche problemino ci sarebbe.
Morale, a meno di (auspicabili) colpi di coda e di scena, c’è da trovare una soluzione alternativa per far quadrare i conti, e qui fa capolino la soluzione Ripa Pasqualina. «Era una ipotesi votata dal Consiglio comunale nel luglio 2007» spiega Pezzoni. Una sorta di clausola di salvaguardia chiesta e ottenuta dalla Mia nel caso i finanziamenti attesi dagli sponsor non si fossero concretizzati tutti, per evitare di rimanere con il cerino in mano e i lavori già avviati.
L’ipotesi di via Ripa Pasqualina prevede 8.000 metri cubi di residenziale poco distante da Astino per circa 2 milioni di euro preventivati. Il che permetterebbe di avvicinarsi sensibilmente a quota 6, sperando che strada facendo qualche altro benefattore ci metta del suo. O che semplicemente, a dispetto dei tagli, il Pirellone ci metta quanto promesso ma in tempi non di crisi.
Nelle scorse settimane Pezzoni ha avuto diversi confronti sia con il sindaco Franco Tentorio che con il predecessore Roberto Bruni, all’insegna di una soluzione che sia la più condivisa possibile, soprattutto in vista del necessario passaggio in Consiglio comunale. «I lavori di messa in sicurezza del monastero sono praticamente terminati, ora è il punto di decidere come andare avanti», spiega il presidente della Mia. Fermo restando che l’intervento complessivo di recupero si aggira sui 12 milioni di euro, serve la certezza di averne almeno la metà per proseguire nei lavori.
Luglio 2007, l’ok del Consiglio
E qui il terreno diventa squisitamente politico, perché ora la palla torna nel terreno di Palafrizzoni. Nel luglio 2007 la clausola che assegnava a Mia diritti edificatori per 8 mila metri quadri su un terreno di sua proprietà nel caso non si fossero reperiti sufficienti capitali per i primi interventi, era stata pesantemente contestata dalla Lega. L’allora capogruppo Daniele Belotti aveva presentato un emendamento per escludere la possibilità di via Ripa Pasqualina: «È una zona verde che non dovrebbe venire intaccata: chiediamo che l’area interessata da un ipotetico intervento venga invece individuata in uno dei Pii programmati in città», aveva rilevato.
Costruire sì, ma dove?
L’emendamento venne ritirato dopo le rassicurazioni dell’allora assessore all’Urbanistica Valter Grossi e dello stesso Bruni, sul fatto che la strada maestra fosse la ricerca di ulteriori sponsor: «In subordine c’è l’ipotesi che l’area venga reperita nel contesto di un Piano integrato d’intervento: l’ipotesi di via Ripa Pasqualina è decisamente l’ultima spiaggia».
Quindi in teoria la soluzione potrebbe essere trovata anche altrove: la patata bollente è sul tavolo del Comune, fermo restando che per l’intervento in Ripa Pasqualina serve una variante. E per la cronaca, ora Belotti è assessore all’Urbanistica in Regione. Il che ha il suo peso.
Nel frattempio la Mia non rimane con le mani in mano, considerato che a breve partiranno comunque i lavori di riqualificazione della Cascina Mulino e della chiesa: pare che gli espropri di Brebemi abbiano portato qualche soldino in cassa… «Ma abbiamo bisogno di certezze», taglia corto Pezzoni. Come quella sui futuri inquilini di Astino, allo stato attuale l’istituto civico musicale e il liceo musicale: «Ma anche qui serve l’accordo con Comune e Provincia». Con un traguardo di massima: «Nel 2015 la Mia compirà 750 anni: sarebbe bello festeggiarli ad Astino». (da Eco di Bergamo,7-10-2010)

Recupero di Astino, i conti non tornano piùultima modifica: 2010-10-08T16:18:00+02:00da leganord.b
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