Con un encomiabile e passionale sforzo organizzativo, dei vari enti e movimenti hanno organizzato una gara ciclistica a livello trans-regionale italico, riuscendo nell’impresa di coinvolgere nella gara atleti di livello internazionale che per puro amore dello sport hanno risposto presente alla chiamata. Mi riferisco al primo Giro di Padania appena terminato, cui la coda di polemiche e violenze è ben lungi da essere dimenticata, senza contare la solita degradante figuraccia fatta dallo scapestrato e povero popolino italico a livello planetario, perché pare che ogni occasione si propizia per dividersi nuovamente in guelfi e ghibellini e darsele di santa ragione. Il mischiare politica, sport e quant’altro è da sempre prerogativa di una minuscola e grottesca parte di pensiero, ma arrabattarsi nel blaterare che in questo momento la Padania non esiste ufficialmente sulle carte topografiche è tragicomico, e se questo misero dettaglio è scusa lecita per le intemperanze, allora bisognerebbe bloccare d’ufficio migliaia di altre manifestazioni sportive che ogni anno si svolgono un pò ovunque nello scalcinato stivale italico. Durante le tappe i soliti inutili ominidi specializzati in creare disordini, hanno bloccato anche con la violenza gli atleti, come non ricordare il campione Basso bersagliato da vigliacchi schiaffi, addirittura il tragitto della corsa è stato deviato più volte per non incorrere in nuovi blocchi violenti della marmaglia contestatrice, che trova lecito e divertente prendere a pugni degli atleti professionisti nello svolgimento del loro duro lavoro. Il deviare il percorso gara per evitare i blocchi no global è stato il primo grande errore, bastava una presenza scelta ed efficace di uomini dei reparti celeri e tutta la raccogliticcia masnada urlante sarebbe stata rimessa prontamente all’angolo con più miti propositi, ma purtroppo pare che di questi tempi gli uomini delle forze di sicurezza abbiano le mani legate ovunque, e subiscono passivamente le prevaricazioni di qualsiasi primate che manifesti, tant’è che un onesto e indifeso militare è pure stato incredibilmente travolto e gettato a terra da un vermiglio sindacalista. I vili contestatori di professione sono presenti un pò dappertutto in Italia, e tra un bicchierino e l’altro il buffo Darwin avrà sicuramente fatto dei pasticci scribacchiando la sua strampalata tesi sull’evoluzione della specie umana, perché questi inutili esseri non sono geneticamente nostri pari, e poi è risaputo che mamma Lucy era d’idee piuttosto libertine in campo amoroso, e qualche peloso orango di passaggio avrà approfittato per creare una nuova linea evolutiva, ed essere il pater familias degli odierni manifestanti contro di tutti e tutto. E ora i blasonati reparti investigativi indagano goffamente per individuare e perseguire i responsabili delle violenze, quando gli stessi erano spavaldamente presenti sui luoghi dei misfatti e poco bastava per rastrellare la zona e prevenire il tutto, e la solita storia di sempre, prima si deve assistere a dei crimini e poi con comodo la legge interviene, la maggior parte delle volte inutilmente. Proprio durante lo svolgimento delle tappe e delle violenze, Felice Gimondi, un campionissimo e indimenticabile eroe del ciclismo orobico, ha dichiarato serenamente che avrebbe partecipato anche lui volentieri al primo Giro di Padania, e questa presa di posizione netta e decisa rende onore all’uomo senza paura, e scaraventa dalla rupe tutti gli ignobili contestatori, che a parte pochi claudicanti vegliardi fans oltre cortina sono osteggiati e maledetti da tutta l’onesta popolazione italiana. Chiunque sul nostro pianeta avendo le possibilità economiche può organizzare eventi sportivi e titolarli come meglio crede, a parte evidentemente nell’italiota penisola, perché se la cosa è sgradita a pochi violenti, tutti gli altri milioni d’italiani si devono rassegnare al silenzio e soggiacere al diktat loro imposto.
Mi auspico vivamente che il giro di Padania entri de iure nel circuito internazionale ciclistico, non per motivi personali, ma solo perché il ciclismo è uno sport serio, duro e leale, e vederlo messo alla gogna da pochi agonizzanti pupazzi della politica è avvilente, oltre che per rendere partecipe i contestatori che in casa propria ognuno è il padrone e fa sempre quello che vuole, e all’occorrenza ha anche tutto il diritto di cacciare a pedate gli intrusi.
Lettera firmata