Il federalismo fiscale è (sarebbe) vicino ai primi traguardi

Arriva il censimento delle spese per i Comuni : per quelli che sprecano non ci sarà più alibi.

federalismo-fiscale,spesa-standard,commissione-federalismo,Il federalismo fiscale è vicino ai primi traguardi. Il cuore della riforma, è stato ripetuto più volte, è il superamento di quarant’anni di dominio incontrollato del criterio della spesa storica. Da questo punto di vista il federalismo fiscale è una riforma che si misura sulla distanza, i cui effetti non si vedono nell’immediato. Ma ci sono riforme die servono a tranquillizzare i mercati e gli investitori sulla volontà del nostro Paese di superare le sue più gravi anomalie, come ha rilevato Mario Monti nel suo discorso programmatico al Senato. Quando è stato emanato, il decreto che superava la spesa storica con i fabbisogni standard non ha fatto notizia. Forse è anche comprensibile, perché in quel decreto non c’erano numeri ma solo criteri complessi e un metodo di lavoro indicati alla Sose (che negli anni ha già prodotto gli studi di settore per 3 milioni di contribuenti) e all’Ifel per procedere alla standardizzazione delle sei funzioni fondamentali di comuni e province. A distanza di un anno, per effetto del lavoro svolto, iniziano ad arrivare i primi risultati, da sottopone al vaglio della Copaff e della Commissione bicamerale sul federalismo fiscale. Per febbraio-marzo dovrebbero essere pienamente operativi. Ora i dati inizieranno a fare notizia e si incomincerà a capire il federalismo fiscale.
Dall’approvazione della legge delega n.42/2009 sono passati più di due anni. Ma non è un tempo irragionevole, anzi è ragionevolissimo, perché si tratta di superare le incrostazioni di quarant’anni di spesa storica. Fare dall’oggi al domani avrebbe sicuramente prodotto guasti maggiori di quelli che si volevano superare. Il lavoro ha coinvolto i 6.700 comuni delle regioni ordinarie che hanno risposto tutti al primo questionario e ora consegneranno il secondo. Sono questionari impegnativi: l’ultimo, sulle funzioni di amministrazione generale, conta circa 400 domande, che spaziano dal personale fino ad arrivare alle partecipate. Ogni informazione è funzionale alla definizione del fabbisogno standard, che avviene quindi sulla base di un numero elevatissimo di variabili (la dimensione demografica, i modelli organizzativi e altro). Con la spesa storica nulla di tutto ciò è mai avvenuto ed esistono comuni che prendono fino a 6-7 volte il pro capite di altri senza che nessuno studio sul fabbisogno effettivo sia mai stato effettuato. Ora iniziano a essere disponibili i dati sulla funzione «polizia locale» ed emerge che la spesa è alquanto eterogenea: nella fascia dei comuni di 50 mila abitanti c’è una spesa che oscilla tra i 10 e i 120 euro prò capite; in quella dei comuni di 20 mila abitanti tra i 4 e i 170 euro prò capite. L’oscillazione dipende da numerosi fattori: gestione del personale, polizia locale armata o meno, convenzioni con le altre forze dell’ordine…  Si aprono importanti possibilità di razionalizzare la spesa: la standardizzazione offre un elemento nuovo alla politica e ai cittadini. Alla politica locale perché potrà considerare le best practice, alla politica nazionale perché potrà orientare la perequazione sui fabbisogni effettivi e non sugli sprechi, ai cittadini perché potranno misurare le proprie amministrazioni. (Luca Antonini – Panorama 50/11)

Il federalismo fiscale è (sarebbe) vicino ai primi traguardiultima modifica: 2012-01-02T22:07:00+01:00da leganord.b
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