Lo Stato non può ‘regalare’ ricchezze agli italiani

tasse,statoQueste cose le ha sempre predicate anche la Lega, fin degli inizi. Meno stato, ma tra poco l’avremo anche i camera da letto, e padroni in casa nostra con i nostri soldi. Dovremmo ricordarcelo e agire di conseguenza, dovunque possiamo.  PADANIA LIBERA!

‘La Stampa’ ci informa che gli italiani, nel 2011, hanno speso 76,5 miliardi di euro, in media più di 1.200 a persona, per lotterie, gratta e vinci e scommesse. Con un aumento di circa 250 euro a persona rispetto all’anno precedente. Il Paese è in recessione e si ha meno denaro, ma si spende di più per tentare la fortuna. Secondo la giornalista, ciò indica che “milioni di italiani ripongano maggiore fiducia nella fortuna come mezzo per risollevare le proprie sorti piuttosto che nelle loro capacità o in quelle dei loro governanti”. Indubbiamente c’è del vero, in questa spiegazione, ma non è la sola.

In primo luogo, è stupefacente che si possa sperare nei governanti per risollevare le proprie sorti. Questa è un’idea assurda. Tutto ciò che i governanti possono fare per la prosperità dei cittadini è “non fare nulla che gli impedisca di essere prosperi”. Lo Stato non ha il dovere, e neanche la possibilità, di offrire ai cittadini la ricchezza in confezione regalo; al contrario, dovendo fornire dei servizi essenziali, sarà sempre lui a chiedere ai cittadini una parte della loro ricchezza.

Da noi invece i cittadini hanno la speranza di riuscire a tassare lo Stato: con un posto nell’Amministrazione pubblica (uno stipendio in cambio di poco, a volte in cambio di niente); una pensione solo perché poveri, vecchi o malati; un sussidio di disoccupazione e cure mediche perfette, per tutti e gratuite. Questo atteggiamento demenziale è stato incoraggiato dai politici che, contraendo debiti per un totale di 1.900 miliardi di euro (come non cessano di ricordarci i mercati finanziari) hanno fatto contenti i cittadini ed hanno alimentato per decenni questa mentalità deviata.

Uno Stato ben ordinato fornisce i servizi essenziali e solo quelli; li amministra in modo razionale, evitando accuratamente gli sperperi e mantiene bassa la pressione fiscale, in modo da incoraggiare le attività economiche. Ecco il modo in cui può “risollevare le sorti” dei cittadini. Non tanto facendo qualcosa per loro, dunque, quanto mantenendo un basso profilo e pesando poco. Tutto l’opposto di ciò che è avvenuto ed avviene in Italia.

Questo stato di cose, durato troppo a lungo, ha sregolato i cervelli. Lo sganciamento del denaro dal lavoro ha indotto molte persone a credere che si può ottenerne un po’ col lavoro, ma il grande denaro si consegue – oltre che con la corruzione – essendo grandi calciatori, grandi cantanti, grandi attori o partecipando a giochi in televisione. Ma una constatazione si impone subito: non tutti sono bravi a calciare una palla, incantare una platea o risolvere un quiz. Molti, poverini, non hanno neanche la possibilità di farsi corrompere e l’unica possibilità che rimane, per arricchirsi senza sforzo e senza merito, è la lotteria. Poco importa che i competenti avvertano che il gioco è scorretto. Che il mazziere bara. Che l’unico che vince è costantemente il banco. Quanto più le cose vanno male, tanto più ci si rivolge al caso benevolo. Perché benessere e malessere dipendono dalla fortuna più o meno grande che si ha. E allora bisogna tenerle la porta aperta.

Questa mentalità ha riflessi negativi anche in politica. Se i cittadini perdono il contatto con la piatta aritmetica economica, se abbandonano la realtà in favore del sogno, divengono i bersagli ideali della demagogia. Solo un Paese di analfabeti economici può sognare di uscire dalla miseria andando ad impadronirsi dei beni dei “ricchi”: e tuttavia proprio questo promettono alcuni partiti. Solo un Paese di analfabeti economici poteva credere che fosse “generoso e sociale”, e non “demente e criminale”, uno Stato che creava il nostro colossale debito pubblico. E solo un popolo poco intelligente poteva considerare uno iettatore chi, in quegli anni lontani, avvertiva del pericolo.

Ora siamo al dramma, e non sappiamo se e come ne usciremo. E qual è la soluzione? Vincere all’Enalotto.

(da Affari Italiani, 2-1-2012 -giannipardo@libero.it)

Lo Stato non può ‘regalare’ ricchezze agli italianiultima modifica: 2012-01-03T21:56:00+01:00da leganord.b
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