Gazebata Lega Nord, in Bergamasca raccolte circa 30 mila firme

xx settembre.jpgSono 29.758 le firme raccolte in Bergamasca nei gazebo della Lega Nord per le tre leggi di iniziativa popolare su tasse, euro e Imu proposte dal Carroccio. Sia sabato sia domenica, quindi, grande è stata l’affluenza ai 250 gazebo allestiti sul territorio provinciale per una delle più grande gazebate degli ultimi anni. Superano di poco le mille quelle raccolte in città e arrivano a 326.000 quelle di tutta la Padania.
Oltre alle votazioni per le tre leggi di iniziativa popolare, nei gazebo è stata offerta l’opportunità di indicare il nome del candidato alla Regione Lombardia: circa 22 mila sono stati gli elettori che hanno partecipando al sondaggio, decretando un plebiscito per Roberto Maroni. Dei 21.425 voti raccolti, ben 15.426, infatti, sono stati per il segretario del Carroccio, che ha raccolto dunque una percentuale superiore al 70 per cento; 4.070 (19 per cento) per Matteo Salvini; 1.285 (6 per cento) per Dario Galli, presidente della Provincia di Varese; in 642 hanno indicato altri candidati.

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Un milione di opuscoli per spiegare l’aggressione di Roma al Nord

lega.jpgUn milione di opuscoli “Lega Nord flash” per denunciare l’aggressione che il Nord sta subendo dal governo Monti sul fronte delle tasse. E’ l’iniziativa che scatterà domenica prossima 22 gennaio, in concomitanza con la grande manifestazione del Carroccio a Milano. «Le nuove tasse sulla prima casa – spiega il senatore Mario Pittoni, curatore della pubblicazione cofirmata da Roberto Calderoli, coordinatore delle Segreterie nazionali leghiste – porteranno a Roma svariati miliardi. Più di due terzi delle imposte sulle abitazioni graveranno sulle regioni padane. E sono destinate a gonfiarsi esponenzialmente con la revisione degli estimi catastali, a fronte di un Meridione dove si parla di 2 milioni di immobili inesistenti per il fisco. Nel foglio si parla poi dell’Iva – che crescerà di 2 punti – in carico per il 75% alla Padania, a causa del tasso di infedeltà fiscale che notoriamente sale vertiginosamente mano a mano che scende la latitudine. Senza dimenticare le pensioni di anzianità, per tre quarti maturate al Nord (spesso straguadagnate con 40 anni di lavoro) destinate a slittare oltre misura. In sostanza denunciamo che il Governo, anziché accelerare – forte dei suoi numeri – la riforma federalista per abbattere gli sprechi storici del Sud, si avventa sulla parte più produttiva: lavoratori, piccole-medie imprese e artigiani del Nord.

Per quanto riguarda le difficoltà del nostro Paese con l’Europa, può essere utile andare a rileggersi le parole di Umberto Bossi, pronunciate nel lontano 1998 e che riportiamo nella pubblicazione: «Si sta partorendo un mostro che non genererà né democrazia, né stabilità, né vantaggi economici per tutti… Le leggi finanziarie degli Stati si ridurranno a un semplice fax inviato da Bruxelles, dal Consiglio d’Europa, terminale delle cento grandi famiglie europee… All’Italia resterà solo la leva fiscale e i quattrini dovrà toglierli maledettamente e subito dalle tasche dei cittadini, evidentemente aumentando la pressione fiscale». Vedeva lontano il segretario della Lega. Attenzione però: sottrarre ancora risorse alla Padania (invece che attuare il federalismo, unico concreto strumento blocca sprechi), riducendo ulteriormente i suoi margini d’investimento, vuol dire spegnere la locomotiva del Paese.

Nell’opuscolo riportiamo un esempio di dove finiscono i soldi dei cittadini padani. Secondo dati dell’osservatorio sulle pensioni dell’Inps, in provincia di Napoli una pensione su 3 è versata a un invalido (per la cronaca, nell’ultimo anno 36.000 pensioni di invalidità – ossia il 20% del totale – sono state revocate per truffa). In Campania su 6 milioni di residenti l’Inps registra 500.000 inabili al lavoro: 1/8 di tutti gli invalidi del Paese. 11 persone su 100 incassano l’assegno di povertà o inabilità e solo 8 su 100 sono le pensioni di anzianità erogate a seguito del versamento dei contributi. L’Inps spende 432 milioni al mese per 504.000 pensioni di vecchiaia e 229 milioni per quelle di invalidità, oltre a 137 milioni per i 277.000 coniugi che hanno diritto alla reversibilità. Per l’Inps il costo sociale delle pensioni in Campania è di 845.625.000 euro al mese: 10 miliardi di euro l’anno. Una fetta consistente – sottolinea Pittoni – della manovra Monti!»

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