Consiglio Comunale straordinario sulla Sicurezza. Dal discorso del capogruppo Lega Nord Alberto Ribolla

ribolla,sicurezza-bergamo,bandera,consiglio-comunaleL’attività della polizia locale in tema di sicurezza urbana e di contrasto all’illegalità è cresciuta esponenzialmente in questi ultimi anni. Per noi gli agenti di polizia locale non devono essere intesi con la vecchia concezione di vigili urbani ma con quella innovativa di vigilanza attiva sul territorio, coadiuvando le altre forze dell’ordine. E in questa direzione l’Amministrazione si sta muovendo, con azioni sinergiche interassessorili che vedono la sicurezza intesa come molteplicità di azioni…
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Sicurezza. Grande lavoro vanificato da provvedimenti del governo

sicurezza-bergamo,bandera,Prossima seduta straordinaria del Consiglio Comunale sulla Sicurezza a Bergamo. L’Assessore preposto, Massimo Bandera sta preparando i dati da mostrare ai consiglieri. “Non voglio anticipare dati di cui discuteremo in Consiglio ma posso anticipare alcune osservazioni . Sul fronte della sicurezza, la situazione è sotto controllo e noi ce la stiamo mettendo tutta. Però alcune nostre azioni vengono purtroppo vanificate da provvedimenti governativi che io non condivido. Per esempio, la nostra lotta all’accattonaggio è vanificata da chi (dal governo Monti in avanti) ha dato segnali di apertura e portato un maggior flusso di immigrati. Noi, con la questura e la prefettura, stiamo assicurando una forte presenza sul territorio e siamo al massimo della potenzialità, considerando uomini e mezzi a disposizione. Però il governo che non contrasta l’immigrazione rende tutto inutile. Il mio non è certo un segnale di razzismo, ma un’analisi dei dati di fatto: anche dal punto di vista della sicurezza non ci possiamo permettere di accogliere immigrati senza le verifiche necessarie. In molti casi, come per la Romania, che, essendo nell’Ue ha ora i suoi emigranti tutelati, da noi è arrivata anche una parte della loro criminalità. E non aiuta certo sentir parlare di amnistia, indulto e svuota-carceri. Si da l’idea che qui siano tollerate molte cose e non vi sia la certezza della pena. Non va poi dimenticato—dice Bandera—che noi stiamo lavorando in un momento in cui gli investimenti sono limitati e che se avessimo la possibilità di spendere i nostri soldi, la nostra attività sarebbe ancora più incisiva. Così come se ci fosse ancora Roberto Maroni ministro potremmo operare in maniera più tranquilla”.

La giungla delle coop con titolari ignari e lavoratori fantasma.

images.jpgSfruttano sistemi mutualistici ed evadono. Quando hanno fondato la coop, sono stati anche gentili: visto che lei era la presidente avevano deciso di dare il suo nome alla ditta. Peccato che la signora di Calcio, 82 anni, non ne sapesse niente. Non sapeva di avere a che fare con l’impresa, non sapeva di avere alle sue dipendenze 140 persone e tantomeno di dovere organizzare dei lavori edili. Ma questo non è un problema, visto che tanto la ditta, hanno scoperto gli ispettori dell’Inps quando l’hanno controllata, non ha nessun cantiere aperto. Benvenuti nel mondo delle finte cooperative, delle aziende che hanno dipendenti ma non li usano, che nascono e muoiono in pochi mesi, che cambiano nome ogni anno, che hanno come presidente dei nullatenenti, che producono documenti falsi, che sfruttano i lavoratori e non pagano loro nemmeno i contributi. «Solo nel settore del facchinaggio, che con le pulizie rappresentano i due principali settori di attività precisa Alberto Civera, segretario della Fit-Cisl le vere cooperative di lavoro bergamasche si contano sulle dita di due mani». Nell’ultimo anno l’Inps ne ha controllate a campione 45, trovandone regolari solo 18. Tutte le altre si nascondono nella nebbia formata da una contabilità opaca che sfrutta ogni piega di una legislazione pensata per favorire il sistema mutualistico ma che è diventata una scusa per l’evasione e lo sfruttamento più sfrenati. Il primo boom delle imprese fittizie (tra coop e ditte individuali) risale al 2005-2006, ed erano quelle create da malviventi di mezza tacca spesso collegati con malavita organizzata che le usavano per farsi pagare dei clandestini ai quali fornivano fìnte buste paga che servivano per ottenere il permesso di soggiorno. Poi è arrivata la crisi. «Con la crisi gli strozzini prosperano commenta Civera e le false coop si sono moltiplicate». Ora sono suddivise in tre categorie: quelle che certificano lavoro inesistente, quelle che piazzano personale in modo illecito (praticando un caporalato organizzato) e quelle che lavorano davvero. «Quelle che erano stamperie di finte buste paga riassume il maggiore Emanuele Chietera, comandante della Guardia di Finanza di Treviglio si sono sviluppate fino a mettere a segno una lunga serie di abusi. In più c’è un incremento di ditte che si trasformano in cooperative in modo da non avere più personale direttamente alle proprie dipendenze e non avere i relativi problemi. Ed effettuare evasioni fiscali e contributive anche di grossi importi». I trucchi per non pagare tasse e soprattutto i contributi ai lavoratori sono tanti. Per esempio la compensazione di credito e debito. Se una ditta deve versare una somma allo Stato ma deve anche incassare un credito per degli arretrati, la legge consente una compensazione: le due somme si annullano o si paga giusto la differenza. Succede quindi che qualcuno che dovrebbe versare i contributi produca fatture false che generano crediti Iva per somme simili e quindi non paghi un euro, contando sul fatto che i controlli (quando e se ci saranno) arriveranno come minimo due anni dopo. Se una ditta è regolare viene scoperta. Ma le ditte fantasma hanno una durata di vita di un paio d’anni, e nel frattempo la coop è sparita, ha traslocato e cambiato nome, lasciando solo il responsabile legale, spesso un nullatenente sul quale non è possibile rifarsi. Ma non è finita. Perché se la coop non paga i contributi scatta l’automaticità delle prestazioni. Il che significa che i contributi li versa lo Stato. E con quelli arrivano i diritti a malattia, mobilità, cassa integrazione, e nel caso degli irregolari anche la residenza e quindi i servizi comunali. Perché se a gestire il gioco in genere sono italiani (nella Bassa per esempio è molto attiva una famiglia calabrese) la manodopera è straniera. Le ultime tre coop irregolari scoperte avevano 150, 80 e 57 dipendenti, tutti immigrati del Maghreb e dell’Africa subsahariana. «A volte riusciamo a scoprirne una prima che chiuda dice un ispettore Inps . Ma anche in pochi mesi ha già fatto un danno da milioni di euro alle casse dello Stato». (Corriere della Sera,18-10-13)

Pronta anche la “lobby” dei Sindaci contro il gioco d’azzardo

Il fallimento di questa organizzazione dello Stato, che costringe i Primi Cittadini eletti a costituirsi in “lobby” per imporre soluzioni civili e dimostrando così la sua lontananza dai cittadini, è stata espressa in molti interventi al convegno tenutosi a Palazzo Marino. Numerosi e approfonditi tutti gli interventi dei rappresentanti di Associazioni, di Asl e di Sindaci. 

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– “Sindaci uniti nella campagna “no slot” e firmano la proposta di legge di iniziativa popolare per la tutela della salute dal gioco d’azzardo, promossa da Lega Autonomie Lombardia, Terre di Mezzo e Scuola delle Buone Pratiche. Ieri a Milano la sottoscrizione e il lancio della proposta di legge, cui hanno partecipato anche i comuni di Bergamo, di Treviglio e molti altri della bergamasca.
L’incontro si è tenuto a Palazzo Marino, dove un centinaio di sindaci italiani ha firmato simbolicamente per la legge. Alla sottoscrizione seguirà l’avvio di una raccolta firme rivolta ai cittadini per la «tutela della salute degli individui tramite il riordino delle norme vigenti in materia di gioco con vincite in denaro – gioco d’azzardo». Positivo il commento di chi ha partecipato: «È andata molto bene, c’è stata una presa di posizione da parte dei sindaci -commenta Luisa Pecce, consigliere comunale Lega Nord e presidente del Consiglio delle donne, in rappresentanza del Comune di Bergamo -. Gli organizzatori dell’iniziativa hanno voluto che indossassimo la fascia tricolore, perché l’ultima sentenza del Consiglio di Stato insiste sul fatto che non i sindaci ma i questori possono presidiare gli interessi di particolare rilievo pubblico che coinvolge il settore del gioco, come per esempio l’orario delle sale». La consigliera parla di un’azione «potente e simbolica»: «La forza dell’unione dei sindaci è il portare avanti le istanze, in modo che si possa legiferare – continua Pecce -. Ieri si è parlato di una lobby dei sindaci contro quella del gioco d’azzardo. Il fatto che ci siano due proposte di legge contro il gioco è uno stimolo, unito ad un’azione potente e simbolica».
Presente anche il sindaco di Treviglio Giuseppe Pezzoni, che invita i cittadini a sottoscrivere la proposta già da oggi: «Ci siamo mossi in anticipo con il Consiglio delle donne e mozioni in Consiglio – commenta Pezzoni -. Da subito è possibile recarsi in municipio e sottoscrivere la proposta, per aiutare i Comuni e per non far pagare ai più deboli questa “tassa della speranza”, che è la ludopatia. Abbiamo altre iniziative in atto, come momenti di formazione nelle scuole, per rendere consapevoli, dai piccoli ai grandi, il livello di rischio legato al gioco».
A rappresentare i sindaci della provincia, Leonio Callioni, presidente del Consiglio di rappresentanza dei sindaci (Cdrs) e Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Bergamo. «È un’iniziativa utile perché concreta e rappresenta la posizione dei sindaci che hanno aderito al documento dei Comuni bergamaschi per il contrasto al gioco d’azzardo promosso dal Cdrs e che rappresentano quasi il 90% della popolazione. Bisogna superare la  logica che i Comuni sono responsabili di tutto, ma non hanno potere di imporre un regolamento che abbia efficacia. È un’ottima iniziativa – conclude – che avremmo dovuto fare anche con altri temi, come per esempio il patto di stabilità»-. (da Eco di Bergamo,10-10-13)

Dal Comune una tranche di 500.000 euro per il recupero di Via Quarenghi.

via quarenghi33.jpgGrande soddisfazione della Lega che da anni si batte per il recupero della via. Prendendo spunto da una delibera che permette  di erogare alla società Bergamo Infrastrutture 500.000 euro dedicati al pagamento dei lavori di recupero del civico 33 di via Quarenghi, la Lega Nord ha avuto occasione di ribadire in Consiglio comunale la sua posizione in merito alla scelta di riqualificazione dell’immobile. Gli interventi del capogruppo Alberto Ribolla  e del consigliere e Segretario cittadino Luisa Pecce hanno sottolineato come le scelte di destinazione d’uso e di riqualificazione siano state scelte politiche,  volte ad alleggerire la situazione di via Quarenghi, densamente abitata da extracomunitari, con una offerta di commercio quasi esclusivamente  gestita da stranieri e  purtroppo interessata da frequenti episodi di microcriminalità.
«Abbiamo radicalmente cambiato la destinazione dell’immobile» –  sottolinea la consigliera Luisa Pecce, che ha seguito con particolare attenzione  il progetto di riqualificazione  e il percorso per ottenere un finanziamento della Fondazione Cariplo per 800.000 euro. Abbiamo ridotto  della metà (oggi sono 24) gli appartamenti di housing sociale, che destineremo a famiglie di militari, a studenti, a famiglie mono-genitoriali – prosegue -. Inoltre, abbiamo voluto che nello stabile fossero ubicati gli uffici dell’Assessorato alle Opere pubbliche, che creeranno movimento sano nella via e faranno risparmiare l’affitto dei locali attualmente occupati in via Canovine. Al piano terra – continua  Pecce -troverà spazio un ufficio della polizia locale, che traslocherà dalle stanze  in affitto sempre in via Quarenghi. Ampi spazi saranno fruibili per attività di tipo socio-culturale collegate all’animazione teatrale ed al teatro dei burattini. E’ previsto un bar, magari connotato con le attività svolte. Il tutto contribuirà a rivitalizzare la via richiamando, nelle ore diurne e serali, i fruitori dei servizi. Infine, una  sala all’ultimo piano, utilizzata di giorno per le attività dell’Assessorato, potrà essere utilizzata nelle altre ore dalla cittadinanza».
«Il recupero è stato studiato con grande attenzione –conclude la consigliera Pecce- cercando anche di salvaguardare e valorizzare le cantine ipogee con tetto a volta. Un immediato riscontro della validità delle nostre scelte, importantissime per l’Assessorato alla Sicurezza e condivise da tutta la Giunta, ci viene dalla soddisfazione dei residenti, sulle cui richieste si è mosso il nostro progetto».

Un altro passo per lo stop al gioco d’azzardo

130906 LUDOPATIA.jpgLa lotta al gioco d’azzardo entra nel vivo e diventa operativa. Regione Lombardia è pronta a varare la sua prima legge di contrasto al gioco d’azzardo patologico per regolamentare in maniera strutturata il fenomeno, concentrando in particolare l’attenzione alla proliferazione delle slot-machine. In Commissione Attività Produttive il consigliere Fabio Rolfi della Lega Nord è stato nominato relatore del provvedimento unico che recepirà le quattro proposte di normativa elaborate nei mesi scorsi dalla Giunta Regionale e dai gruppi consiliari. “L’obiettivo è dotarsi di un dispositivo ad hoc entro Ottobre – spiega Rolfi -. Grazie al contributo di tutti, questa sarà una legge completa e assolutamente innovativa per regolare e in parte contrastare un fenomeno che ogni giorno fa registrare fatti di cronaca drammatici. Noi pensiamo sia stato fatto un buon lavoro preparatorio e contiamo senza dubbio di arrivare ad una mediazione condivisa”. Nelle quattro proposte sono contenute indicazioni per l’assistenza dei ludopatici, la costituzione di centri di ascolto, l’erogazione di incentivi economici o di detassazione ai locali no-slot, l’introduzione di un “contributo etico” per chi invece ospita le macchinette e contemplano corsi di formazione per la Polizia Locale finalizzati ad agevolare un controllo più sistematico ed efficiente per il rispetto della normativa.

A Milano il centrosinistra propone le “nuove ronde”

imagesCAWQWALG.jpgE adesso la Giunta di Pisapia ha pensato alle “unità mobili sociali”, ma guai chiamarle “ronde”… Quei gruppi di cittadini volontari che tanto fecero discutere nel 2009, quando il Decreto Maroni li rese legali tra le mille e più polemiche. Ora, a distanza di anni, a rilanciare la figura del “cittadino in pettorina” è il Comune di Milano, pronto a lanciare in autunno  un doppio avviso pubblico per la ricerca di volontari e finanziatori per quelle che saranno chiamate le “unità mobili sociali”. Certo si muoveranno in aree ben precise, come le linee della metropolitana e i bus, per “aiutare le persone in difficoltà, gli emarginati, gli invisibili”. Un’idea che ha fatto scatenare le opposizioni che rivendicano la paternità del progetto che all’epoca finì al centro di incredibili, quanto ipocrite, polemiche. L’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Milano, però, ci tiene a precisare che “non si tratta di ronde, ma avranno il compito di agganciare le persone fragili, deboli e che vivono nella solitudine per portarle nei dormitori, nei centri, nei pronto soccorso”. Bravo ! e questo cosa significa.. se vedranno un marocchino con una mazza sfasciare la testa a qualche milanese o aggredire qualche donna nel parco dovranno girare la testa da un’altra parte ??.. Bravissimo !!

Immigrati, Bergamo terza provincia in Italia per inserimento sociale

immigrati bg.jpgLa ricerca condotta congiuntamente da Onc (Organismo nazionale di coordinamento per le politiche di integrazione sociale degli stranieri), dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dalla Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione, riporta i dati annuali relativi al livello di inserimento sociale e occupazionale degli immigrati su base nazionale e locale, nonché al grado di attrattività che province, regioni e grandi aree nazionali esercitano sulla popolazione straniera presente in Italia. Dal IX Rapporto Cnel sugli “Indici di integrazione degli immigrati in Italia” si può notare che Bergamo è la terza provincia italiana più attrattiva per la popolazione immigrata, mentre la Lombardia guida la classifica delle regioni.
Tra tutte le regioni italiane la Lombardia presenta :
– la più alta densità demografica degli immigrati, con punta nella provincia di Milano, che non a caso svetta smisuratamente nella corrispondente graduatoria per province;
– il più elevato grado di stabilità delle presenze, con un’incidenza media di minorenni tra gli stranieri residenti pari al 24,2% (contro una media nazionale del 21,7%), con punte del 27,3 a Brescia e Cremona e di poco meno del 27% a Bergamo e Lodi, che infatti guidano, nell’ordine, la corrispondente graduatoria per province;
– la più elevata quota di incremento annuo degli immigrati.
Tra le province, la massima attrattivita’ e’ detenuta da Brescia, che precede Prato e le successive Bergamo e Milano. La minor attrattivita’ registrata dalla provincia di Prato è dovuta semplicemente al fatto che molti cinesi stanno abbandonando l’area pratese per spostarsi in altre zone del Paese.

Contrastare l’apertura di nuove sale slot : la Lega porta il caso anche in Parlamento

gioco malato.jpgDopo aver partecipato partecipato a numerosi incontri con i cittadini ed organizzato convegni, il Capogruppo della Lega Nord Alberto Ribolla ed il Segretario Cittadino e Consigliere Luisa Pecce avevavno presentato ben cinque ordini del giorno in Comune sulle problematiche legate alle sale slot. L’argomento è stato ora portato in Parlamento dai deputati leghisti Cristian Invernizzi e Paolo Grimoldi con la seguente interrogazione al Ministero degli Interni :
Premesso che:
• Il settore del gioco d’azzardo legale è la terza impresa italiana per giro d’affari, con quasi 100 miliardi di euro di fatturato, in continua crescita;
• dopo Giappone e Regno Unito, l’Italia è il terzo Paese al mondo per volume di gioco;
• i giocatori in Italia sono 15 milioni: 3 milioni sono a rischio dipendenza ed 800 mila sono i  malati;
• la tassazione sulle slot machines è bassissima: nel 2005 era pari, in media, al 29%; oggi è, in media, dell’8%;
• da un lato lo Stato guadagna 8 miliardi dal gioco d’azzardo, dall’altro però ne spende 5-6 per curare i giocatori affetti da dipendenza, ignorando in sostanza gli effetti devastanti sulla società;
• i problemi connessi all’apertura di sale slot sono molteplici: degrado e problemi di ordine pubblico, schiamazzi notturni, gravissimi problemi e costi sociali, costi affettivi, con famiglie rovinate dal gioco ma soprattutto aumento e diffusione della criminalità organizzata;
• la criminalità organizzata guadagna con il gioco d’azzardo più che con gli altri traffici illeciti, in quanto il gioco d’azzardo è meno rischioso e più redditizio;
• la criminalità organizzata agisce attraverso prestanome, pressioni sui gestori, la pratica dell’usura, il riciclaggio di denaro di dubbia provenienza, e l’adescamento di nuovi affiliati insospettabili, ovvero i giocatori malati;
• in molte città, tra cui Bergamo, il problema è molto sentito: le sale slot sono in continua crescita;
• alcune di queste sale sono a pochi metri da scuole, oratori e da contesti particolarmente delicati per l’ordine pubblico;
• i residenti, i commercianti, gli insegnanti delle scuole ed i parroci, fortemente preoccupati, sono intervenuti, supportati dai quotidiani locali, con diverse iniziative volte a scongiurare l’apertura di queste sale (raccolte firme, riunioni, assemblee pubbliche) ed è in programma una manifestazione davanti alla Prefettura di Bergamo;
• il Comune di Bergamo, così come molti altri comuni, ha approvato alla fine del 2012 il regolamento “Disposizioni per la valorizzazione del commercio negli ambiti del tessuto urbano consolidato” che vieta, tra l’altro, l’apertura di sale slot nei borghi storici e a 400 metri dai luoghi di culto, ospedali, case di cura, cimiteri, caserme, scuole di qualsiasi ordine e grado ed insediamenti destinati all’educazione ed allo svago di bambini e ragazzi;
• l’autorizzazione per l’apertura di nuove sale slot è però concessa, a norma di legge, direttamente dal Questore, in quanto licenza di pubblica sicurezza;
• difatti, una recente Circolare del Ministero degli Interni afferma che il rilascio delle licenza di pubblica sicurezza alle sale può avvenire “eventualmente anche in contrasto con regolamenti comunali che, se adottati, non possono interferire con la competenza dell’autorità di pubblica sicurezza”;
• le Questure autorizzano l’apertura di nuove sale esclusivamente sulla base di tre requisiti previsti dalla legge nazionale: il titolare della sala non deve avere precedenti penali, la sala deve avere accessi controllabili e deve essere presente un sistema di videosorveglianza;
• se i Comuni limitano in qualche modo, con regolamenti od ordinanze, queste attività, nel 90% dei casi i Tar hanno bocciato questi provvedimenti (es. Vicenza, Milano, Verbania…);
• ciò ha comportato, nei fatti, una proliferazione delle sale senza che i Comuni possano intervenire, ad eccezione dei controlli;
• la tutela dell’ordine pubblico e della salute pubblica è da intendere anche come prevenzione delle condizioni che potenzialmente le minacciano;
• la scelta operata alcuni anni fa dal legislatore nazionale di rimettere al mercato la regolazione del numero di sale dedicate ad ospitare slot e vlt si scontra con le esigenze dei Comuni, ai quali non si può impedire ogni possibilità di intervento;
• oltre 160 Sindaci hanno aderito al “Manifesto dei Sindaci per la legalità” per chiedere maggiori poteri;
• numerosissimi Comuni stanno affrontando questa problematica e hanno recentemente organizzato a Pavia la prima manifestazione nazionale no-slot:-
Si chiede se il Ministro non ritenga opportuno ed urgente modificare la normativa relativa al rilascio delle licenze per sale slot VLT in modo tale da permettere ai Sindaci di esprimere parere preventivo e vincolante per l’apertura di nuove sale e di regolamentarle in particolar modo per quanto attiene la vicinanza a luoghi sensibili e orari di apertura.

La Lega in prima fila contro la violenza

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Stampa e televisioni hanno parlato in questi giorni  della manifestazione di solidarietà alla giovane donna che ha subito violenza in città. Molti hanno trascurato il fatto che il principale artefice e organizzatore della manifestazione è stato il Consiglio delle Donne di Bergamo presieduto dal consigliere comunale della Lega Nord Luisa Pecce, in prima fila del corteo a fianco del sindaco. Ma non solo; la stessa consigliera, alla conclusione del corteo nel teatro del Liceo Mascheroni e dopo tutte le considerazioni sul caso specifico, è stata anche relatrice di una serie di proposte concrete, come d’uso nel nostro movimento, per iniziative da intraprendere per educare al rispetto le nuove generazioni e per rendere la città sempre più sicura ed accogliente.