Domenica la Lega di Bergamo eleggerà sette degli otto segretari che, per due anni, guideranno il movimento nelle circoscrizioni che dividono la provincia orobica secondo la geografia lumbard. All’appello manca quello del capoluogo. La sua scelta è stata rinvita a data da destinarsi. Negli ultimi giorni era spuntata l’ipotesi che in città le redini del movimento potessero finire a Maurizio Barcella, responsabile della Sicurezza del Senatur nonché suo capo di Gabinetto. Ieri sera, però, è arrivato il contrordine. I militanti bergamaschi, in vista delle amministrative della prossima primavera, voteranno ovunque, tranne in città. Il Carroccio ha messo gli occhi sulla Provincia (che ha guidato solo una volta, dal 1995 al 1999) ma deve fare i conti con gli appetiti degli alleati. Il presidente uscente, Valerio Bettoni non è più ricandidabile ed è quello che al ballottaggio del 2004 rifiutò l’apparentamento con gli uomini di Bossi, dopo una campagna elettorale tesissima, non piegandosi neppure dopo una telefonata di Berlusconi in persona, e i leghisti la presero così male che alcuni di loro annunciarono di voler votare per il centrosinistra.
Negli ultimi tempi le acque si sono calmate ma il PdL non vuole mollare lo scranno provinciale e dato che il nuovo inquilino di via Tasso sarà eletto contemporaneamente al sindaco di Bergamo (che attualmente è del centrosinistra), ecco che la partita si complica. Se non ci sarà convergenza su un candidato leghista in via Tasso (Bossi ha già fatto il nome del deputato Ettore Pirovano) le camicie verdi sono pronte ad andare da sole. Pure in città, dove però non hanno mai sfondato.
La soluzione più probabile prevede la corsa di un lumbard per la Provincia (nella Bergamasca la Lega è il primo partito con più del 30%) e di un esponente del PdL per il Municipio. Chiaro che se l’accordo saltasse la Lega mostrerebbe i denti. Ecco perché Bossi vuole selezionare accuratamente chi dovrà gestire la partita.
Nel capoluogo, fino al 2007, la Lega era stata guidata da Massimo Leardini, che poi aveva gettato la spugna per motivi di lavoro. Al suo posto era subentrato il commissario Lucio Brignoli, poi sostituito dall’ex Guardasigilli Roberto Castelli. Maurizio Barcella, 47 anni a gennaio, si era candidato consigliere comunale nel 2004, quando il Carroccio decise di non sostenere il sindaco uscente di Forza Italia Cesare Veneziani, schierando l’ex parlamentare Luciana Frosio Roncalli. La città passò al centrosinistra di Roberto Bruni, che riuscì a spuntarla nonostante il ricompattamento dell’allora Cdl al ballottaggio.
Barcella venne ringraziato pubblicamente dal Senatur nell’agosto 2004, quando il leader intervenne alla Bèrghem Fest di Alzano Lombardo, nel periodo in cui faceva la spola da una clinica e l’altra per riprendersi dal malore che lo aveva colpito pochi mesi prima, l’11 marzo. In quell’occasione l’Umberto si lasciò andare: “Ringrazio gli amici bergamaschi che mi sono vicini”. Loro, un pugno di fedelissimi, si commossero fino alle lacrime. Barcella spiegò ai giornalisti: siamo pronti “a risolvere ogni sua necessità perché questo è il nostro compito: seguirlo, affiancarlo, proteggerlo, rimanendo comunque nell’ ombra”. Un ruolo apprezzato particolarmente dalla moglie del ministro, Manuela Marrone. D’altronde vigilavano sul Senatur ovunque, stanze d’ospedale comprese. Pure di notte. Dopo il malore, giurava Barcella, “non l’abbiamo mai abbandonato e noi vogliamo restare, per dare la possibilità alla Manuela di tirare il fiato”. Bossi è così legato a Barcella che gli fa guidare anche l’inseparabile Volvo Verde con cui il ministro gira la Padania.(Libero e BgNews-16-10-08)