“Una legge sulla ruota degli innocenti? Brava Lega”

L’idea è di un senatore leghista, Massimo Garavaglia che è anche sindaco di un comune del Milanese: una versione moderna della ruota degli innocenti, ovvero un luogo dove una mamma in difficoltà, nel più competo anonimato e senza incappare dunque nel reato di abbandono di minore, può lasciare il neonato in tutta sicurezza qualora non sia in grado di mantenerlo e accudirlo. neonato.jpg
Il senatore ha presentato in tema un progetto di legge che mercoledì 28 aprile approderà nelle commisioni congiunte Sanità e Affari costituzionali. Un progetto che mira a regolare realtà che esistono già in alcune località italiane e anche a Bergamo dove da un paio d’anni al monastero Matris Domini c’è la culla  per i bambini abbandonati voluta dal Centro d’aiuto alla vita (Cav) insieme ad altre associazioni.

“Non posso che essere contenta della proposta di legge del senatore leghista – commenta Anna Daini, presidente del Cav di Bergamo – anche perché una legge in tal senso vorrebbe dire pubblicizzare e far sapere che esistono possibilità di questo tipo per le donne che si trovano in condizioni tali da non poter allevare un bambino”.
E di donne in tali situazioni ce ne sono sempre di più, spiega la presidente: “Basta vedere quello che è successo negli ultimi mesi qui da noi, in provincia di Bergamo: un neonato morto trovato ad Arcene vicino a un cassonetto, un’altra piccola abbandonata, ancora viva per fortuna, ad Almè… d’altronde la situazione economica di tante famiglie si fa sempre più difficile anche qui e per certe donne, penso ad alcune immigrate magari senza permesso di soggiorno, diventare mamme risulta impossibile“.
Una maggiore informazione circa le opportunità e le alternative all’abbandono in strada dei neonati è davvero auspicabile visto che le donne hanno più opzioni: oltre alla culla c’è la possibilità di lasciare i bimbi in ospedale in modo totalmente anonimo “e – prosegue Anna Daini – chi porta il piccolo anche alla culla per la vita può sempre ripensarci nell’arco di una decina di giorni“.
Certo, le donne straniere magari non sanno nemmeno che esistono tali opportunità: nel resto d’Europa locandine che le segnalano vengono apposte alle fermate dell’autobus o del metrò oppure nei supermercati. “Noi del Cav abbiamo messo un totem in stazione, ma ben vengano maggiori informazioni”. Anche perché sembra che a tutt’oggi nessun  neonato sia stato portato alla culla del monastero cittadino, forse davvero perchè in pochi la conoscono. “Invece sono tante. sempre più le mamme che si rivolgono al Centro per un aiuto concreto per loro e i loro figli. Per dare un’idea di come la situazione stia peggiorando, le segnalo che nel 2008 abbiamo seguito 567 donne, nel 2009 700 e adesso il trend è ulteriormente in crescita”. (BergamoNews,
Mercoledi 28 Aprile 2010)