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Stucchi : la crisi? Se ne esce solo con le riforme
Il mostruoso debito pubblico che ci portiamo dietro non è opera del governo Berlusconi, così come il ritardo sulle riforme strutturali non è certo addebitabile ad un esecutivo che proprio sui grandi cambiamenti (a cominciare dal federalismo fiscale) ha improntato la sua azione di governo. Se non partiamo da questi punti fermi rischiamo davvero di non venirne più fuori”. Così il parlamentare della Lega Nord, e Segretario dell’Ufficio di Presidenza di Montecitorio, Giacomo Stucchi, in un articolo pubblicato sul suo blog.
“Tutti quanti i protagonisti dell’opposizione – scrive l’esponente leghista – dai sindacati ai segretari di partito, dagli osservatori agli intellettuali, sembrano invece marciare nel senso opposto. Il crollo della borsa di martedì scorso, che non ha riguardato solo il nostro Paese ma il mondo intero, e che ha avuto come probabile causa determinante l’annuncio della Grecia di voler indire un referendum, la dice lunga su quanto siano strumentali le posizioni della sinistra. Anche i più distratti capiscono infatti che in una fase di estrema volatilità del sistema economico e finanziario planetario, che purtroppo dura ormai da mesi, qualsiasi parola o annuncio da parte dei governanti europei può determinare vere e proprie tempeste sui mercati di tutto il mondo. Ed è per questo – conclude Stucchi – che bisogna dimostrare coi fatti, e non solo a parole, come è solita fare l’opposizione, di volere approvare quelle riforme che sono indispensabili al Paese per tirarlo fuori dai guai.
Stucchi : dal governo un percorso concreto per uscire dalla crisi
“Bersani, Di Pietro e Casini, speravano che il premier non fosse neppure nelle condizioni di presentare proposte concrete a Bruxelles e quindi non vedevano l’ora di metterlo ko una volta per tutte. La responsabilità della Lega Nord, invece, ha fatto sì che tutto questo non avvenisse e anzi ha permesso di individuare un percorso verosimile per venire fuori da una situazione difficile”. Lo ha detto il parlamentare della Lega Nord, e Segretario dell’Ufficio di Presidenza di Montecitorio, Giacomo Stucchi. “Adesso – continua l’esponente leghista – spetta al Parlamento, nella sua interezza, lavorare alacremente per tradurre in provvedimenti concreti le indicazioni che il presidente del Consiglio Berlusconi ha consegnato ai vertici dell’Ue. Ma se il buon giorno si vede dal mattino c’è da scommettere che le opposizioni non faranno nulla per assumersi le loro responsabilità dinanzi al Paese e, anzi, cercheranno di affossare in tutti i modi il percorso legislativo necessario per tradurre in fatti i provvedimenti annunciati”.
ABB: i deputati della Lega chiedono l’intervento dei ministri
Il piano di ristrutturazione della ABB di Dalmine che prevede 248 esuberi preoccupa la Lega Nord che per voce dei suoi parlamentari Giacomo Stucchi, Nunziante Consiglio, Ettore Pirovano e Pierguido Vanalli ha presentato un’interrogazione parlamentare ai ministri del Lavoro, dello Sviluppo economico e dell’Economia.
“Le società del gruppo ABB – si legge nel documento – sono leader nel settore delle tecnologie per l’energia e l’automazione, che consentono ai clienti delle utilities e delle industrie di migliorare le loro prestazioni riducendo al contempo l’impatto ambientale, impiegano più di 120.000 dipendenti in oltre 100 Paesi, mentre in Italia il Gruppo ABB è presente con 5.496 dipendenti in totale dislocati in unità produttive ubicate nel nord e nel centro”.
Nei giorni scorsi l’azienda ha illustrato ai sindacati un piano di riorganizzazione per lo stabilimento bergamasco di Dalmine, che prevede 248 esuberi di personale. “La suddetta riorganizzazione consisterebbe nello spostamento della produzione dallo stabilimento bergamasco di Dalmine a vantaggio di quello della Repubblica Ceca. La delocalizzazione annunciata dal gruppo ABB colpisce una realtà industriale della bergamasca, quella di Dalmine, già profondamente segnata dalla grave crisi economica-occupazionale”, sottolineano i deputati della Lega.
Per questo chiedono ai ministri “se non ritengano necessario convocare l’azienda e i rappresentanti dei lavoratori, al fine di individuare ogni utile soluzione che possa permettere ai dipendenti interessati di ottenere garanzie circa il loro futuro occupazionale. Se non ritengano opportuno intervenire con urgenza, qualora venisse attuato il piano illustrato, al fine di accelerare l’iter per la concessione degli ammortizzatori sociali straordinari per i lavoratori coinvolti. E infine quali iniziative intendano promuovere, per fare fronte alla crisi industriale e produttiva che da diversi anni investendo pesantemente il comparto manifatturiero lombardo coinvolgendo migliaia di lavoratori della Provincia di Bergamo”. (BergamoSera, 8-12-09)