Una norma suicida per tutelare il pingue portafoglio dei mandarini di stato.

Questo aticolo non riguarda la Padania e neppure il falliMonti…. ma offre uno spaccato così chiaro della situazione in cui è sprofondata questa repubblica romana delle banane da far rabbrividire chi ancora spera che con delle semplici riforme si possa raddrizzare qualcosa.. che non siano appunto le banane..

giannino,Quando 2 anni fa l’allora ministro dell’Economia Giulio Tremonti chiese un contributo di solidarietà del 5 per cento ai pubblici dirigenti sopra i 90 mila euro, e del 10 per cento sopra i 150 mila, non credo affatto che i tecnici della Ragioneria Generale dello Stato, che hanno scritto materialmente la norma, ignorassero che andava formulata perbene, per evitare di incappare nell’ovvia obiezione di incostituzionalità, per lesa eguaglianza.
Invece, la norma è stata proprio scritta da coloro ai quali per reddito si applicava, strizzando l’occhietto alla Corte.  Che, venuto il suo turno, ha puntualmente sparato a zero.
Il punto non è tanto e solo la mancata previsione di un simile contributo per i dirigenti privati, ma di avere omesso che la soglia del reddito nel pubblico valeva sia per chi è contrattualizzato, sia per chi, come giudici e militari, non ha contratto, sia per chi la superasse per indennità integrative, contrattualizzate o meno. Capitava così che il taglio scattasse ai dirigenti dell’Agenzia delle entrate, ma non a quelli della Sogei.
Non ci credo che chi ha fatto errori così pedestri sia un somaro. È un beneficiario, interessato ad aggirare un taglio, e ha ottenuto il suo fine. Che poi la Corte, per non farsi mancare nulla, abbia aggiunto anche la restituzione ai giudici degli adeguamenti automatici retributivi (avete presente quelli che da anni abbiamo levato ai pensionati al minimo?), scrivendo che sono garanzia di «serenità e indipendenza del magistrato», a questo punto è solo una chicca barocca. Il supremo scherno che gli intoccabili riservano a noi parìa. (Oscar Giannino, Panorama 24-10-12).