Belotti : «Puntiamo su Maroni. Ma prima la riforma elettorale»

belotti perplesso.jpg«Una legislatura finita male, ma era un atto dovuto, la Lega non c’entra niente con la ‘ndrangheta e non può tollerare infiltrazioni in Consiglio regionale». Non usa mezzi termini Daniele Belotti, assessore al Territorio nell’ultima Giunta Formigoni, nel chiarire la posizione del Carroccio in merito all’ultimo scandalo che ha fatto crollare il Pirellone. Parole condivise dai colleghi seduti nei banchi sotto il Sole delle Alpi. Nessuno dimentica l’esperienza positiva di questi anni che, con la guida della coalizione Pdl-Lega ha fatto sì che la Lombardia fosse «un’eccellenza», ha ricordato Giosuè Frosio. Ma sul legame futuro con il Pdl i leghisti non si sbilanciano: «Non parliamo di alleanze, ma di programmi». E guardano con favore alla discesa in campo di Roberto Maroni come possibile governatore. Un’ipotesi che non sembra piacere all’altro Roberto, quello che dovrà lasciare la poltrona. «Formigoni conta uno – taglia corto Roberto Pedretti – non è il Pdl. Credo che abbia terminato la sua carriera politica in Lombardia». Gli esponenti del Carroccio, ribadendo di essere pronti ad andare a elezioni «anche domani», continuano a puntare alla chiamata alle urne ad aprile, insieme alle politiche. In questo modo «i lombardi risparmiano 50 milioni di euro». «Stiamo verificando – ha spiegato Belotti – la norma che stabilisce l’obbligo di accorpare le elezioni di qualsiasi livello in un’unica data». Sulla necessità del voto però non ci sono dubbi: «È giusto che si torni alle urne – ha affermato Frosio – anche per dare un segno: la mafia e la ‘ndrangheta non possono partecipare al governo della Lombardia. Mi interessa il futuro della Regione, non deve essere affossata a causa di alcuni personaggi che devono essere cacciati». La Lega ha inoltre indicato alcuni nodi che auspica siano sciolti prima delle elezioni: «Si deve fare la riforma elettorale – hanno ricordato Pedretti e Belotti – e approvare il bilancio, anche perché ci sono di mezzo i finanziamenti ai Comuni per alleggerire il patto di stabilità e pagare i fornitori, e i bandi destinati alle imprese e alle famiglie che altrimenti verrebbero ritardati». E Pedretti ha aggiunto: «Non stiamo parlando di una Regione governata male, ricordiamo che la Lombardia è arrivata all’eccellenza con la Lega e il Pdl, ma quando si parla di mafia e ‘ndrangheta, con una persona presunta collusa, per noi è un fatto inaccettabile». L’ipotesi della candidatura di Maroni è caldeggiata dai compagni di movimento. «La Lega metterebbe in campo il suo numero uno – ha affermato Belotti – e sarebbe una candidatura significativa perché, lo riconoscono tutti, è stato il miglior ministro dell’Interno, e sarebbe anche una risposta forte al fatto che la Regione oggi cade per le infiltrazioni della ‘ndrangheta». (Eco di Bergamo,17-10-12)