la Liga Veneta preme per la secessione

stival-daniele-300x225.jpgI segnali sono forti e importanti. La Liga Veneta, che per ora è una costola di quella federazione che si chiama Lega Nord, scalpita. E, delusa dai rappresentanti leghisti in parlamento, rilancia la secessione.
Crisi economica, tasse, rifiuti, immigrazione, missioni all’estero. I leghisti veneti non ne possono più di questo governo. Il sindaco di Verona, Flavio Tosi, più volte ha chiesto a Berlusconi di fare un passo indietro. Bossi ha cercato di mettere la museruola alla Liga Veneta ma, a quanto pare, non c’è riuscito.
“Il Veneto ha sempre avuto una tradizione millenaria di repubblica a sé stante” ha detto alla stampa il segretario della Lega Nord Veneto orientale Daniele Stival. “Siamo da sempre un popolo autonomo. E quindi la secessione o la richiesta di una forte autonomia partirà sempre da qui. E’ nel nostro Dna”.
Due i temi principali sul tavolo, di cui i veneti sono bandiera. Il primo è la sicurezza, ovvero controllare l’immigrazione. Il secondo è il lavoro. In Veneto ci sono 150mila disoccupati, problemi di ordine sociale. “La gente vuole la sicurezza del posto di lavoro. I nostri tesserati chiedono che nelle prossime settimane vengano approvate delle manovre positive per il lavoro” spiega Stival.
Se così non sarà, la strada per la secessione, dall’Italia e dal resto del movimento, è aperta. (BergamoSera,29-9-11)

La Lega grida alla secessione

bossi a venezia.jpgIn Padania ci sono milioni di persone disposte a combattere per la loro libertà. Lo ha detto a Venezia il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, tornando sul tema della secessione. “Fate bene i conti. In Padania ci sono milioni di persone pronte a combattere”, ha ammonito alla ‘Festa dei popoli padani’. Bossi ha comunque ribadito che la Lega Nord è “un partito democratico, che crede nella democrazia”, e proprio per questo, per arrivare alla Padania potrebbe esserci una “via referendaria”.
Il leader del Carroccio lancia l’idea dal palco della ‘Festa dei popoli padani’ di Venezia, a cui, secondo gli organizzatori hanno partecipato 50mila persone. In un passaggio del suo discorso, dopo aver attaccato la mancanza di democrazia che ha portato delle persone “ad aggredire i corridori” del Giro di Padania, Bossi ha aggiunto che “sono dei vigliacchi, ma vincono i popoli non gli eserciti: vincono i popoli alla fine”. “Bisognerà trovare la via democratica, forse quella referendaria”, ha aggiunto, spiegando che quello padano e’ “un popolo che finora e’ stato costretto a mantenere l’Italia, cosi’ non si puo andare avanti. Se l’italia va giù la Padania viene su. Bisogna solo trovare la via, io sono per la via democratica” .