La Lega fa quadrato, Bossi difende Boni: niente dimissioni

boni63-300x225.jpgIl Presidente del consiglio regionale Davide Boni, indagato per corruzione in un presunto giro di tangenti dalla Procura di Milano, avrebbe offerto le sue dimissioni al segretario della Lega Umberto Bossi, ma il leader del Carroccio le ha respinte. È l’esito dell’incontro di ieri pomeriggio tra lo stesso Boni e Bossi. Il leader della Lega gli avrebbe infatti risposto: per ora vai avanti.
L’iscrizione nel registro degli indagati di Boni per corruzione “è un attacco ad un uomo simbolo della Lega, ed al contempo alla Lega stessa”, un atto “di “guerra” ha confermato l’ex ministro Maroni, su Facebook.
Da settimane ormai un uomo viene interrogato dai magistrati di Milano. Si chiama Michele Ugliola, pugliese di San Severo, classe 1958, professione architetto, ma soprattutto mediatore di tangenti e uomo cerniera tra l’impresa e la politica. Questo sostengono i pm, i quali, il 25 maggio scorso, lo hanno messo agli arresti domiciliari.

Michele Ugliola, il pentito (poco credibile) che parla in “ugliogliese”…

Ad accusare Boni di corruzione, nell’indagine aperta nel luglio 2011 dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo e dal sostituto Paolo Filippini, è infatti l’architetto Michele Ugliola, una vecchia conoscenza delle cronache giudiziarie. Era stato coinvolto nell’inchiesta milanese di Mani pulite, ed era stato arrestato per corruzione: l’accusa riguardava una tangente pagata a un assessore all’Urbanistica di Bresso (Milano), Giovanni Terzi.

Nel 1996 Ugliola aveva patteggiato la pena di 1 anno, mentre Terzi (paradossalmente) era stato assolto in appello. In quella sentenza, i giudici milanesi d’appello avevano definito «vago, generico e per nulla circostanziato» il contributo testimoniale di Ugliola.

Il giudice si spinse addirittura a ironizzare sul suo lessico: nella sentenza si legge che «con riferimento al suo modo di esprimersi si può ben parlare dell’”ugliolese”, inteso quale neologismo sintomatico di particolare ambiguità espressiva». Un viatico non proprio positivo, per chi oggi è il testimone centrale della nuova inchiesta. Indagato nuovamente a Milano nel 2010 con l’accusa di avere emesso fatture false a fronte di operazioni inesistenti. Ugliola è stato ri-arrestato nella primavera del 2011.

Nel luglio scorso Ugliola ha iniziato a collaborare con Robledo, riempiendo pagine e pagine di verbali, tutti «segretati». E ora quei documenti sono tra le carte alla base della nuova inchiesta sulla Lega Nord. (!!!!)