Nella discussione sul tema, avvenuta in Commissione comunale, il consigliere della Lega Nord Luisa Pecce, ha espresso la grave preoccupazione della Lega per la situazione che si è venuta a creare a causa del sovraffolamento. “L’istituto di pena di via Gleno – spiega il consigliere Luisa Pecce – che era sorto come casa circondariale per accogliere solo detenuti in attesa di giudizio, ospita ora al 50 % detenuti condannati definitivamente. Questa situazione genera situzioni di forte tensione ed è diventata insostenibile sia per i detenuti, cui bisogna riuscire ad offrire la possibilità di completare la preparazione scolastica e l’opportunità di impiegare il tempo con un lavoro interno od esterno all’istituto con le ottime iniziative già in atto, sia per il personale di polizia che deve lavorare in situazioni di stress.
La soluzione già tentata, con la netta opposizione della Lega, di sconti di pena o sanatorie o indulti di vario genere si è rivelata fallimentare.
E’ ora che si guardi in faccia la realtà : dall’analisi della tipologia della popolazione carcerata, emerge lampante il dato che anche a Bergamo, come nella maggior parte delle patrie galere, ben il 53% dei detenuti è costituito da extracomunitari !!!
E’ ora che anche la nostra città solleciti fortemente le soluzioni già proposte nelle passate legislature dai nostri ministri Castelli e Maroni. Non è più pensabile sostenere costi e situazioni di conflitto a causa di gente che viene a delnquere nel nostro paese. Come hanno dimostrato i ministri citati, è possibile sottoscrivere accordi con i paesi dai quali provengono forti flussi immigratori, stabilendo la possibilità di far scontare la pena nel paese d’origine. E questa linea deve essere consolidata, ben sapendo anche che essa stessa costituisce un forte deterrente per ogni straniero che delinque.
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Sciopero fame in carcere : Pedretti: “Gli stranieri detenuti nel loro paese”
Dopo l’annuncio dello sciopero della fame a causa del sovraffollamento delle celle il consigliere regionale della Lega Nord Roberto Pedretti ha fatto visita ai detenuti per vedere la situazione del carcere di Bergamo. I numeri parlano chiaro: 540 detenuti in una struttura che può ospitarne 337. Le condizioni di vivibilità delle celle sono al limite, come in tante altre case circondariali d’Italia. I carcerati che da venerdì hanno iniziato a picchiare bicchieri di ferro sulle sbarre delle celle gridano “amnistia” e “indulto”: sono queste le loro richieste. “Il disagio sociale c’è, eccome – spiega il consigliere leghista Roberto Pedretti – i detenuti ce l’hanno con la legge Cirielli, con la Bossi-Fini. Il sovraffollamento c’è, non è un problema solo di Bergamo. A mio avviso l’amnistia o l’indulto non sono soluzioni efficaci, sarebbe come dare un’aspirina a un moribondo. Dopo due o tre mesi la situazione sarebbe di nuovo la stessa. Bisognerebbe agire a livello nazionale e internazionale per trovare accordi con gli altri paesi e permettere ai detenuti di scontare la pena nel loro paese. Nel carcere di Bergamo infatti solo il 40% sono italiani, il 40% è extracomunitario, il restante 20% comunitario. Se l’Italia trovasse un accordo con gli altri paesi si risolverebbe il problema del sovraffollamento. Serve agire a livello comunitario, come aveva iniziato a fare Roberto Maroni”.