Sempre alla ricerca di soluzioni per frenare gli effetti “montiani”

facoetti nuovo.jpgCon 25 milioni di euro di opere pubbliche da fare e poche entrate garantite, il Comune di Bergamo comincia a prendere in considerazione  anche forme non convenzionali di pagamento. La proposta di un gruppo di consiglieri di maggioranza è di cedere parte del patrimonio immobiliare di Palazzo Frizzoni alle aziende che vincono appalti comunali. Appartamenti, terreni, altri immobili in sostituzione di una fetta dei contanti dovuti. Qualcosa di simile al baratto o alla permuta. L’idea, contenuta in un ordine del giorno, verrà discussa in commissione Bilancio. La proposta  prende spunto dal Codice dei contratti pubblici. L’articolo 53 della legge prevede che, «in sostituzione totale o parziale delle somme di denaro» di cui un ente pubblico è debitore verso un fornitore, sia possibile il trasferimento «di beni immobili appartenenti all’amministrazione aggiudicatrice». Possono essere ceduti quei beni già inseriti nell’elenco delle dismissioni, oppure quelli già messi all’asta e rimasti invenduti per mancanza di richieste. L’idea è quella di inserire già nei bandi di gara per gli appalti comunali il valore dei pagamenti che verrebbero effettuati in denaro e della parte che verrebbe riconosciuta con immobili.   L’amministrazione cittadina ha approvato, insieme al bilancio, un elenco di beni da mettere sul mercato, per un valore complessivo di 20 milioni di euro. C’è poi il pacchetto di azioni A2A, attualmente oscillante tra i 22 e i 23 milioni di euro: 7 milioni di euro saranno messi sul mercato entro fine anno. Esiste però anche un elenco molto più corposo e pesante (oltre 150 milioni di euro) di beni che dovrebbero  confluire in  un fondo immobiliare e che, almeno in parte, il Comune è disposto a vendere. Delle due liste di immobili fanno parte sia la sede dei Servizi sociali in via San Lazzaro, sia piccoli appartamenti, negozi, terreni del valore di qualche decina o centinaia di migliaia di euro. Da tutto questo bacino di proprietà, i consiglieri della maggioranza propongono di pescare per ottenere un doppio risultato: rispettare i limiti imposti dal patto di stabilità e sgonfiare il debito nei confronti delle aziende che hanno lavorato per l’amministrazione.    Al momento è solo una proposta, la giunta non ci ha ancora lavorato per tradurla in un provvedimento concreto, ma il fatto che se ne discuta in commissione è un segnale. «È una proposta alla quale daremo corso se sarà approvata dal consiglio comunale – dice l’assessore al Bilancio, Enrico Facoetti -, bisogna però valutarne bene la fattibilità e ci sarebbero aspetti finanziari e normativi da verificare prima di poterla applicare». Non ultima, è da verificare anche la disponibilità dei privati ad accettare queste forme di pagamento. «Comunque — dice Facoetti — in un momento di crisi è importante cercare delle soluzioni nuove. Di sicuro la permuta di immobili in cambio di prestazioni all’amministrazione consentirebbe anche di valorizzare proprietà che oggi non abbiamo i fondi per riqualificare». Se non sarà seguita la via del baratto, l’amministrazione cittadina dovrà comunque nelle prossime settimane cercare e trovare soluzioni diverse da quelle prospettate qualche mese fa per far quadrare i conti del 2012. A bilancio approvato, il governo ha deciso nuovi tagli ai trasferimenti verso gli enti locali, a Bergamo dovrebbero arrivare 1,2 milioni di euro in meno rispetto a quanto previsto fino a luglio. «Un metodo peggiore di quello tanto criticato dei tagli lineari di Tremonti — dice Facoetti —. Anche perché il governo, riducendo i trasferimenti in corso d’opera, passa sopra a ogni norma sui bilanci». A questo punto Palafrizzoni si ritrova un taglio effettivo, rispetto al 2010, di 12 milioni di euro. In una situazione del genere anche l’idea del baratto di immobili in cambio di opere pubbliche diventa meno improbabile. (da Corriere della Sera-Bergamo, 2-9-12)