Ronde bloccate in prefettura

ronde volontarie.jpgC’è chi è pronto da mesi a partire con i servizi di “osservatori volontari”, come li definisce il decreto Maroni del 2009, e non può farlo. È il caso dell’Api (Associazione poliziotti italiani) di Bergamo. «Già a novembre 2010 abbiamo depositato la richiesta di iscrizione, con un primo elenco di rondisti, in Prefettura, così come prevede la legge. Da allora però non abbiamo avuto nessuna risposta» spiega Memoli, il presidente provinciale. In progetto non potrà diventare operativo finché non ci sarà il timbro della Prefettura. «Non sappiamo nulla delle reali ragioni per cui non ci sia stata rilasciata l’iscrizione all’elenco dalla Prefettura – dice Memoli -. Nessuna spiegazione ci è stata data e a questo punto penso che sia un fatto politico. Voglio dire che probabilmente le autorità di pubblica sicurezza a Bergamo non sono particolarmente predisposte a collaborare con questo tipo di esperienze. Siccome da parte delle Prefetture c’è la massima autonomia nel decidere sull’iscrizione agli elenchi, non possiamo fare altro che rimanere in attesa».
Secondo il presidente provinciale, l’Api avrebbe tutti i requisiti necessari per iniziare l’attività con gli osservatori volontari. «Da tre anni la nostra associazione opera a Milano con oltre cento uomini in accordo con il Comune. È un modello collaudato e aspettiamo di poter fare lo stesso a Bergamo. Per il momento abbiamo depositato un elenco di circa venti nomi, appartenenti alle forze dell’ordine e non, ma altre persone potrebbero aggiungersi». I contatti con Palazzo Frizzoni sono stati fin qui solo informali. «Il Comune aspetta la nostra iscrizione per poter discutere di progetti concreti di collaborazione. Uno degli obiettivi di cui si era parlato insieme all’assessorato alla Sicurezza è quello di operare nell’area della Malpensata, una delle più delicate per il tema della sicurezza. Noi siamo disponibili, vedremo le richieste. Prima però sarà necessario ottenere risposte dalle autorità competenti».