La commissione del Parlamento: «Il velo offende i valori francesi»
Per la commissione, che ha avanzato in tutto 18 proposte, bisognerebbe adottare una risoluzione (non giuridicamente vincolante) che «proclami che tutta la Francia dice no al velo integrale e chiede che questa pratica sia proibita sul territorio della Repubblica». Consiglia poi il varo di una «disposizione» che vieti di «dissimulare il viso nei luoghi pubblici». «Le persone – si legge – saranno non soltanto costrette a mostrare il volto all’ingresso degli uffici pubblici, ma anche durante la loro permanenza». Tra le proposte, anche una modifica alla legge sul diritto d’asilo degli stranieri che vieti il permesso di soggiorno a quanti manifestano pratiche religiose estremiste.
Il clima non era disteso oggi in Parlamento, dove la scelta dello strumento giuridico da usare non vede d’accordo la maggioranza e divide anche i socialisti. Alcuni deputati della destra hanno denunciato una «legge a metà». Ma un divieto totale potrebbe porre di fatto dei problemi giuridici: Parigi rischierebbe una censura del Consiglio costituzionale e una condanna della Corte europea dei diritti dell’uomo. Il rapporto di 200 pagine comunque conclude sei mesi di lavori della commissione presieduta dal deputato comunista Andrè Gerin, ma non chiuderà gli accesi dibattiti e le polemiche su un tema caldo in Francia, dove vivono circa sei milioni di musulmani. La legge non andrà probabilmente in discussione prima delle elezioni regionali di marzo e riguarderebbe solo una minoranza di persone.
Sono meno di 2.000 le donne a portare il velo integrale, burqa o niqab, in tutto il paese. Ma i due terzi dei francesi vorrebbero vederlo abolire ovunque, anche nelle strade. Le tensioni poi restano tante. A dimostrarlo ancora oggi le minacce di cui è stato vittima l’imam della moschea di Drancy, Hassen Chalghoumi, personalità aperta al dialogo interreligioso e favorevole alla legge anti-burqa. Ieri sera un commando di un’ottantina di persone ha fatto irruzione nella sua moschea e gridato insulti e anatemi davanti a 200 fedeli.
I toni del rapporto di oggi restano prudenti. La commissione non si spinge fino a proporre una «legge generale e assoluta». Mancava, spiegano, il consenso «unanime» del gruppo. Certo il divieto gode dell’appoggio del presidente Nicolas Sarkozy che mesi fa lanciò una frase diventata celebre: «Qui il burqa non è benvenuto». (da LaStampa, 26-01-2010)