«Va comunque sottolineato – ha continuato Daniele Belotti – che fenomeni come la ‘ndrangheta, la camorra e la mafia non sono sicuramente un fenomeno endemico e non fanno parte del patrimonio storico e culturale delle valli bergamasche, bresciane o comasche né tanto meno delle pianure lodigiane, brianzole o cremonesi».
«Si tratta evidentemente di piaghe importate, nello sviluppo delle quali anche lo Stato italiano e la magistratura hanno una grande colpa. La scellerata politica del confino dei mafiosi al Nord negli anni ’60-’70-’80, infatti, ha avuto come unico effetto quello di porre le basi per la nascita delle cellule operative delle organizzazioni malavitose sul nostro territorio».
«In merito poi – ha precisato Belotti – alla squallida affermazione secondo cui “se al nord parlano e scrivono in lingua italiana è perché migliaia di insegnanti del sud sono andati in Lombardia, Emilia e Piemonte a insegnare a leggere e scrivere alle popolazioni del nord Italia, con grande professionalità”, sorprende la vena di razzismo da bar sport di questa dichiarazione, che sotto intende, neanche tanto velatamente, che a Nord del Po saremmo tutti trogloditi ed ignoranti».
«Un’affermazione forte che non spiega come mai l’immigrazione si verifichi, da sempre, dal Sud al Nord e mai in senso inverso. Forse – conclude Daniele Belotti – per far crescere la Calabria, ci vorrebbe maggiore umiltà e sudore e meno vittimismo e arroganza culturale».
Belotti: «La mafia piaga importata»
Belotti: «La mafia piaga importata»ultima modifica: 2011-04-12T13:39:00+02:00da
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