«Ci vuole un referente e i lavori di messa a norma vanno conclusi»
«La questione parte dal fatto che la struttura non è a norma», spiega Epis: «Mentre erano in corso i lavori di ristrutturazione, infatti, gli operai sono stati praticamente cacciati dagli occupanti del centro sociale». Naturalmente, poi, i problemi sono anche altri, come viene evidenziato nel testo dell’ordine del giorno: «Vi è una situazione di evidente illegalità che investe le condizioni strutturali dell’immobile, privo di ogni requisito di sicurezza e delle più elementari condizioni igienico-sanitarie». Inoltre le attività notturne del centro sociale impediscono ai residenti «di godersi il giusto riposo a causa dell’assordante rumore provocato da automobili, motorini e musica ad altissimo volume, che cessa solo nelle prime ore della mattina». Insomma, nulla di nuovo: il dibattito sui disagi e i fastidi provocati da chi frequenta il Pacì Paciana non sono certo nuovi, come non lo è il fatto che, continua il testo della delibera, «il centro è occupato da soggetti per i quali è pressoché impossibile ogni identificazione di pubblica sicurezza e che vivono in un conclamato disprezzo delle regole, della legalità e nella prevaricazione dei più fondamentali diritti». Ed è anche per questo che, aggiunge Epis, «sarebbe opportuno che vi fosse un gruppo di referenti con cui dialogare, ovvero qualcuno che abbia l’autorità o il titolo per parlare a nome di tutti». Questo anche perché, spiega il presidente della 2ª circoscrizione, «qualora succedesse qualcosa a una delle persone che frequentano il centro, ora come ora, la responsabilità ricadrebbe sul Comune», non essendovi alcun delegato a far rispettare le norme di sicurezza. «Le regole, però, sono uguali per tutti, anche per gli occupanti del Pacì Paciana. I quali, fra l’altro, vanno sempre dicendo che la struttura è aperta a chiunque, che l’ingresso è libero. So, però, che al prete del quartiere non è stato consentito l’accesso. Chissà se mi presentassi io…». (Giornale di Bergamo,21-7-11)