“A Bergamo – dichiara il capogruppo del Carroccio – la Giunta, fin dal suo insediamento, ha messo in atto una serie di misure per tutelare i negozi di vicinato, il cui ruolo è di fondamentale importanza in quanto svolgono un duplice servizio: da un lato offrono una preziosa funzione di presidio del territorio, garantito dal via vai dei clienti e da un numero maggiore di controlli, dall’altro svolgono un’importante funzione sociale per la comunità, soprattutto per soggetti più deboli come gli anziani”.
In virtù di queste ragioni la Giunta di Palazzo Frizzoni ha attivato una serie di misure utili sia a salvaguardare i negozi di vicinato, sia a regolamentare il commercio nei centri storici, ma le liberalizzazioni rischiano non solo di vanificare gli sforzi di salvaguardia attuati da Regioni e amministrazioni comunali, ma di mettere in seria difficoltà il piccolo commercio: “Con la liberalizzazione degli orari – dichiara Ribolla – non si persegue l’obiettivo richiesto dalla Banca Centrale Europea di promuovere parità di condizioni. Al contrario si avvantaggerà esclusivamente la grande distribuzione organizzata composta soprattutto dalle grandi catene francesi e tedesche. Inoltre, le liberalizzazioni non andranno a creare maggiore consumi e maggiore economia”. Ecco perchè è importante che la Regione presenti ricorso alla Corte costituzionale. “Nel frattempo a Bergamo – prosegue il capogruppo della Lega Nord – nell’ottica di riqualificazione degli spazi urbani attraverso la diffusione del commercio e in particolare dei negozi di vicinato, è stato aperto un bando da 150 mila euro per chi vuole aprire un’attività in zone da rivitalizzare: un’ottima ricetta elaborata dalla Giunta e in particolare dall’assessore al Commercio Enrica Foppa Pedretti – contro il rischio di desertificazione che interessa anche la nostra città. Inoltre, sempre nell’ottica di salvaguardare la tipicità dei borghi storici e delle sue attività produttive, abbiamo recepito la legge regionale 12 del 2005 per il governo del territorio, che definisce i criteri per la destinazione d’uso degli immobili e che da febbraio introduce la salvaguardia dell’ambiente originale, stiamo apportando le modifiche al Regolamento edilizio per definire le linee guida per la salvaguardia architettonica dei borghi storici dal punto di vista estetico, del decoro e storico e decideremo, sulla base delle modifiche apportate ai vari piani e regolamenti, quali attività commerciali potranno aprire in Città Alta. E’ chiaro che tutto questo lavoro rischia di essere vanificato dalle norme sulle liberalizzazioni decise da Monti. Ecco perché auspichiamo che la Regione si attivi per evitare che tali norme possano essere applicate”.