Anche per la revisione delle Partecipate, la Giunta non rispetta le regole

consiglio comunaleI Consiglieri di minoranza in Consiglio comunale a Bergamo Alberto Ribolla, Stefano Benigni e Andrea Tremaglia, rispettivamente di Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia, intervengono sulla delibera approvata in Giunta che ha dato il via libera al nuovo piano di razionalizzazione delle società partecipate.
“Siamo rimasti stupiti dall’apprendere la notizia che la Giunta, guidata dal Sindaco Giorgio Gori, abbia approvato una delibera per dare il via al piano di razionalizzazione delle società partecipate” dichiarano i Consiglieri di minoranza Alberto Ribolla, Stefano Benigni e Andrea Tremaglia “non per il tema in sé, bensì per le modalità con cui questa operazione è stata portata avanti dall’Amministrazione”. “Su nostra proposta infatti il Consiglio comunale ha votato all’unanimità, ben due mesi fa, l’istituzione di un tavolo tecnico il cui compito sarebbe stato quello di vagliare singolarmente le società partecipate dal Comune di Bergamo e – una volta valutati costi, utilità, bilancio e operato degli amministratori – decidere eventuali tagli e la strategia migliore per la riduzione dei costi” spiegano i Consiglieri. (da BergamoNews, 25/03/15)

BILANCIO DI PREVISIONE, RIBOLLA: “NONOSTANTE TAGLI DI ROMA, BERGAMO MANTIENE I SERVIZI E NON AUMENTA LE IMPOSTE”

“L’aspirante sindaco Giorgio Gori, prima di ambire a indossare la fascia tricolore, dovrebbe ripassare le regole alla base dell’economia delle pubbliche amministrazioni”. Lo dichiara Alberto Ribolla, capogruppo della Lega Nord a Palazzo Frizzoni, riferendosi a quanto dichiarato dal candidato alla carica di sindaco per il centrosinistra sull’avanzo di amministrazione del Comune di Bergamo. “Invece delle solite sparate da campagna elettorale – prosegue Ribolla all’indomani della votazione in Commissione consiliare del bilancio di previsione per il 2014  – , Gori potrebbe impiegare il suo tempo per suggerire a Renzi di intraprendere una strada diversa rispetto a quella attuale, volta a far pagare il prezzo più alto a quei Comuni che come Bergamo si sono sempre dimostrati virtuosi”.
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BERGAMO VIRTUOSA, IN CITTA’ I NUOVI MANIFESTI DELLA LEGA NORD

COMUNICATO STAMPA 
BERGAMO VIRTUOSA, IN CITTA’ I NUOVI MANIFESTI DELLA LEGA NORD

Continua la campagna di manifesti della Lega Nord. Attraverso i manifesti affisi a partire da oggi in città, si intende sottolineare la virtuosità del Comune di Bergamo- “In un periodo in cui lo stato vessa i suoi cittadini con tasse sempre più esose e sproporzionate che affannano le imprese e e le famiglie, il Comune di Bergamo – spiega la Segretaria cittadina della Lega Nord, Luisa Pecce – gestisce le sue economie al meglio. Riesce così non solo a non far pagare la mini Imu ma anche a non fare aumenti sulle tasse e sui tributi di sua competenza. La nostra amministrazione arriva addirittura a diminuire la tassa sui rifiuti (TARI) fino al 6 %, grazie ad una ottimizzazione del servizio ottenuta con la collaborazione della cittadinanza molto attenta e coinvolta nella raccolta differenziata. Nel contempo coglie l’obiettivo di ridurre l’indebitamento da 140 a 70 milioni, evitando così pesanti uscite per i rimborsi delle rate dei mutui e con una ulteriore riduzione degli interessi passivi”. “Confrontandoci con i bilanci in profondo rosso di tante città – conclude Pecce – , non possiamo che essere orgogliosi di aver onorato la promessa fatta ai bergamaschi di non procedere a ulteriori salassi locali nonostante le sempre più magre risorse del nostro Comune”.

la Bergamo che lavora e produce lavoro

IMG_00000118 b.jpgE’ stata inaugurata la nuova copertura del Mercato ortofrutticolo all’ingrosso di via Borgo Palazzo. Alla cerimonia di inaugurazione sono intervenuti anche il sindaco Franco Tentorio, gli assessori Enrica Poppa Pedretti, Alessio Saltarelli ed Enrico Facoetti, il presidente del Consiglio comunale Guglielmo Redondi, il presidente di Bergamo Mercati Renzo Casati.
Sono stati coperti i due corridoi intermedi del mercato che separano le tre pensiline che costituiscono rispettivamente il settore riservato ai produttori (quello centrale), dai due laterali dove stanno i grossisti In tutto 3.500 metri quadri di tetto. Un anno e mezzo di lavoro per un’opera dal costo di un milione completamente autofinanziata dalla società partecipata del Comune che è una delle poche con il bilancio positivo e che pur nel momento di crisi ha migliorato il suo giro di affari.  L’ortomercato di Bergamo, secondo della Lombardia dopo Milano, rappresenta una realtà positiva per l’economia della nostra provincia : è in continua crescita per quanto riguarda le derrate contrattate (nel 2012 hanno raggiunto le quasi 157 mila tonnellate), vi operano  circa 450 addetti, 20 grossisti e florovivaisti e 75 produttori, le ditte acquirenti registrate sono circa 1.400. Le condizioni in cui versava l’ortomercato erano da considerarsi inaccettabili per una città come Bergamo che rappresenta un gioiello dell’imprenditoria anche in questo settore e la realizzazione di questa infrastruttura è la dimostrazione concreta di quali positivi risultati si possano ottenere attraverso la collaborazione tra ente pubblico e privati. I lavori erano urgenti e necessari. C’era da fare uno sforzo per rendere la struttura confortevole così da non essere più in balia del tempo e consentire agli operatori di lavorare in condizioni più dignitose.  La nuova copertura è garantita anche dal punto di vista statico e sismico e ha già evidenziato i suoi positivi effetti sul lavoro degli operatori ma anche per una maggiore salvaguardia delle derrate alimentari. La struttura, voluta sia dall’amministrazione comunale sia dagli operatori privati, è stata finanziata dagli operatori tramite mutuo con un aumento del canone di concessione e al Comune non è costato una lira – ha sottolineato Renzo Casati ». Un passo avanti sul piano estetico, ma soprattutto funzionale. L’ortomercato è rimasto alla Celadina e non spostato come era nelle previsioni urbanistiche e si trova in una posizione strategica con un’area adiacente che potrebbe anch’essa avere una destinazione in linea.

Expo 2015, un’occasione da non perdere per promuovere il territorio e le sue aziende

imagesCA8UYTT6.jpgBergamo farà da apripista. Attesi in città 350 delegati di 72 nazioni partecipanti ai “cluster” dell’esposizione universale si fermeranno per tre giorni, dal 29 al 31 gennaio 2014, in città, dove incontreranno i dirigenti di Expo 2015 Spa. L’obiettivo è mettere a punto i dettagli tecnici per allestire le 9 aree tematiche (“cluster”) su cui ruoterà l’esposizione universale del 2015, aree che saranno dedicate a : Riso; Cacao; Caffè; Cereali e Tuberi; Frutta e Legumi; Spezie, Prodotti del Mediterraneo, Isola, mare e cibo; Agricoltura e Nutrizione in zone aride. I delegati appartengono a Paesi per i quali è previsto un notevole sviluppo (dalla Cambogia allo Yemen, compresi i paesi economicamente emergenti dell’Africa) e bisognosi, oltre che di alberghi e strutture ricettiv e ricreative per il periodo in cui i delegati dimoreranno a Bergamo, soprattutto di prodotti tecnologici e manifatturieri all’avanguardia. Quelli che le imprese bergamasche possono offrire loro, rilanciando anche la ripresa nostrana. Ecco perché il grande evento (che vedrà riuniti per la prima volta in Italia i 72 paesi delle aree tematiche) è un’occasione per le imprese locali di farsi conoscere e apprezzare. Messo sul chi va là il mondo economico e le istituzioni bergamasche circa l’opportunità che Bergamo deve cogliere subito. “E’ la prima tappa di avvicinamento di Bergamo a Expo 2015. La scelta della nostra città per questo importante appuntamento è un modo per promuovere il territorio, il turismo, la realtà economica e imprenditoriale bergamasche su scala internazionale dice Paolo Malvestiti, presidente della Camera di Commercio Un’occasione che richiede un forte coinvolgimento delle amministrazioni locali e di tutti i protagonisti dell’economia provinciale. I tre giorni di fine gennaio devono essere un momento utile e fruttuoso per la nostra economia: ai 350 delegati potremo far conoscere la nostra ospitalità, le bellezze del territorio e l’eccellenza delle nostre imprese. Stabiliremo i primi rapporti con paesi in netta espansione, a cui abbiamo tanto da offrire”. (da Il Giorno,22-10-13)

La Lega e il controllo della spesa in Comune.

Palazzo Frizzoni 2.jpgRiunione di maggioranza in Comune per risolvere la questione della convenzione con la Fondazione Bergamo nella Storia. A luglio l’accordo era stato stoppato dai consiglieri Luisa Pecce (Lega Nord) ed Enzo De Canio (Lista Tentorio) che avevano chiesto approfondimenti sugli aspetti economici. I due esponenti della maggioranza si sono schierati contro il finanziamento di 480 mila euro indicizzati per dieci anni rispetto ai 264 mila previsti finora. Anche nella nuova riunione è stata ribadita con forza la volontà di opporsi a questo accordo perché in un momento di gravi difficoltà come questo è bene fare scelte ponderate e la documentazione di spesa effettuata e prospettiva deve risultare chiara ed efficiente. La convenzione passerà perciò con i voti dell’opposizione che, stranamente per un caso di spesa della maggioranza, non ha chiesto come al solito ulteriori estenuanti approfondimenti.
Ad inasprire la discussione erano nel frattempo intervenute pure le dichiarazioni su Facebook del membro del CdA della Fondazione Salvioni. “Abbiamo avuto i documenti richiesti – spiega il capogruppo della Lega Alberto Ribolla -, ma chiederemo comunque le dimissioni di Carlo Salvioni dalla fondazione per le frasi contro gli elettori leghisti scritte su Facebook”.

La giungla delle coop con titolari ignari e lavoratori fantasma.

images.jpgSfruttano sistemi mutualistici ed evadono. Quando hanno fondato la coop, sono stati anche gentili: visto che lei era la presidente avevano deciso di dare il suo nome alla ditta. Peccato che la signora di Calcio, 82 anni, non ne sapesse niente. Non sapeva di avere a che fare con l’impresa, non sapeva di avere alle sue dipendenze 140 persone e tantomeno di dovere organizzare dei lavori edili. Ma questo non è un problema, visto che tanto la ditta, hanno scoperto gli ispettori dell’Inps quando l’hanno controllata, non ha nessun cantiere aperto. Benvenuti nel mondo delle finte cooperative, delle aziende che hanno dipendenti ma non li usano, che nascono e muoiono in pochi mesi, che cambiano nome ogni anno, che hanno come presidente dei nullatenenti, che producono documenti falsi, che sfruttano i lavoratori e non pagano loro nemmeno i contributi. «Solo nel settore del facchinaggio, che con le pulizie rappresentano i due principali settori di attività precisa Alberto Civera, segretario della Fit-Cisl le vere cooperative di lavoro bergamasche si contano sulle dita di due mani». Nell’ultimo anno l’Inps ne ha controllate a campione 45, trovandone regolari solo 18. Tutte le altre si nascondono nella nebbia formata da una contabilità opaca che sfrutta ogni piega di una legislazione pensata per favorire il sistema mutualistico ma che è diventata una scusa per l’evasione e lo sfruttamento più sfrenati. Il primo boom delle imprese fittizie (tra coop e ditte individuali) risale al 2005-2006, ed erano quelle create da malviventi di mezza tacca spesso collegati con malavita organizzata che le usavano per farsi pagare dei clandestini ai quali fornivano fìnte buste paga che servivano per ottenere il permesso di soggiorno. Poi è arrivata la crisi. «Con la crisi gli strozzini prosperano commenta Civera e le false coop si sono moltiplicate». Ora sono suddivise in tre categorie: quelle che certificano lavoro inesistente, quelle che piazzano personale in modo illecito (praticando un caporalato organizzato) e quelle che lavorano davvero. «Quelle che erano stamperie di finte buste paga riassume il maggiore Emanuele Chietera, comandante della Guardia di Finanza di Treviglio si sono sviluppate fino a mettere a segno una lunga serie di abusi. In più c’è un incremento di ditte che si trasformano in cooperative in modo da non avere più personale direttamente alle proprie dipendenze e non avere i relativi problemi. Ed effettuare evasioni fiscali e contributive anche di grossi importi». I trucchi per non pagare tasse e soprattutto i contributi ai lavoratori sono tanti. Per esempio la compensazione di credito e debito. Se una ditta deve versare una somma allo Stato ma deve anche incassare un credito per degli arretrati, la legge consente una compensazione: le due somme si annullano o si paga giusto la differenza. Succede quindi che qualcuno che dovrebbe versare i contributi produca fatture false che generano crediti Iva per somme simili e quindi non paghi un euro, contando sul fatto che i controlli (quando e se ci saranno) arriveranno come minimo due anni dopo. Se una ditta è regolare viene scoperta. Ma le ditte fantasma hanno una durata di vita di un paio d’anni, e nel frattempo la coop è sparita, ha traslocato e cambiato nome, lasciando solo il responsabile legale, spesso un nullatenente sul quale non è possibile rifarsi. Ma non è finita. Perché se la coop non paga i contributi scatta l’automaticità delle prestazioni. Il che significa che i contributi li versa lo Stato. E con quelli arrivano i diritti a malattia, mobilità, cassa integrazione, e nel caso degli irregolari anche la residenza e quindi i servizi comunali. Perché se a gestire il gioco in genere sono italiani (nella Bassa per esempio è molto attiva una famiglia calabrese) la manodopera è straniera. Le ultime tre coop irregolari scoperte avevano 150, 80 e 57 dipendenti, tutti immigrati del Maghreb e dell’Africa subsahariana. «A volte riusciamo a scoprirne una prima che chiuda dice un ispettore Inps . Ma anche in pochi mesi ha già fatto un danno da milioni di euro alle casse dello Stato». (Corriere della Sera,18-10-13)

Consiglio Comunale. Rinviato il pagamento della Tares

In Consiglio comunale via libera al rinvio. Se lo Stato chiederà gli interessi di mora c’è l’accordo trasversale per l’autotassazione dei Consiglieri.

tares,facoetti,«Dobbiamo andare incontro alla famiglie e alle attività commerciali in un periodo difficile», aveva spiegato in precedenza l’Assessore Enrico Facoetti. Una motivazione destinata a prevalere anche sul timore di un’eventuale sanzione: l’emendamento passa, nonostante le astensioni, mentre il rinvio dell’ultima rata viene approvato da tutti.
Una boccata d’ossigeno, anzi due. L’ultima rata della Tares slitta assieme all’addizionale di 30 centesimi al metro quadro imposta dallo Stato e Palafrizzoni, pur di andare incontro ai contribuenti, decide di prendersi anche qualche rischio. Se sul primo rinvio deciso dal Consiglio comunale, quello relativo all’ultima rata dell’imposta appunto, non c’è infatti alcun problema in quanto le disposizioni del Ministero ne hanno esplicitamente previsto il posticipo, sul rinvio dell’addizionale in assenza di un indirizzo univoco, potrebbe anche capitare che lo Stato, verificato il ritardo nel pagamento, chieda ai contribuenti gli interessi di mora. Quanto? Occhio e croce 10 mila euro. Che i consiglieri comunali, in conferenza dei capigruppo, si sono detti disposti a sborsare personalmente nel caso in cui il danno erariale si dovesse effettivamente verificare (circa 300 euro a testa), ma che nella pratica si troverebbero di fronte a una questione di difficile gestione. Tutti d’accordo nel farsi carico di un eventuale errore compiuto però nell’interesse dei cittadini.
Parte del centrosinistra si astiene.

Tares. Anche una tassa comunale nel gioco delle tre carte per coprire i buchi del Sud

belotti serio -conferenza.jpg Lo chiamano un «atto di resistenza» fiscale contro quella che definiscono, senza mezzi termini, «una porcheria», cioè l’introduzione della Tares, la nuova tassa sui rifiuti. Per adesso sono otto sindaci, con la regia politica della Lega, ma l’appello è per tutti i Comuni bergamaschi: «Non è una battaglia politica, ma di civiltà» spiega il segretario provinciale del Carroccio Daniele Belotti. I primi cittadini «ribelli» hanno, metaforicamente, rimandato al mittente la circolare ministeriale in cui si formalizza l’invito agli enti locali di prevedere la riscossione della quarta e ultima rata di Tares, quella in cui è incorporato l’aumento destinato al governo (e in parte ai Comuni siculi e sardi), pari a 30 centesimi a metro quadro, entro il 2013. Palafrizzoni intanto «congela » il recapito del quarto bollettino ai residenti.
Cinque sindaci bergamaschi del Carroccio – Pierguido Vanalli (Pontida), Stefano Locatelli (Chiuduno), Paolo Nozza (Martinengo), Giovanni Malanchini (Spirano), Gianfranco Masper (Treviolo) – si sono ritrovati con il segretario provinciale Daniele Belotti per parlare di “disobbedienza fiscale”.
“I Comuni che rappresentiamo hanno approvato il regolamento per il pagamento della Tares fissando l’ultima rata a luglio 2014 – ha spiegato Masper-. E’ stato fatto in questo modo perché la legge prevedeva questa possibilità. Una circolare del Ministero delle finanze adesso ci dice invece che dobbiamo farla pagare entro il 2013 perché lo Stato non sa quanti soldi trasferire alla Regione Sicilia e alla Regione Sardegna. Riteniamo che questa giustificazione sia insufficiente per cambiare il nostro regolamento, che quindi non verrà modificato. I nostri cittadini potranno pagare entro il 2014”.
“Sempre più persone arrivano in Comune con bollette che non riescono a pagare –ha aggiunto Nozza -. Figuriamoci se poi lo Stato ci mette del suo con queste decisioni. Io penso che a volte le leggi siano fatte appositamente in maniera poco chiara, in modo che all’occorrenza ci si possa infilare dentro una postilla che possa sanare la situazione in zone sempre collocate al sud d’Italia”.
Questa è l’ennesima dimostrazione che le politiche a livello di Governo centrale sono scollegate dalle realtà del territorio –ha proseguito Giovanni Malanchini-. Per il ministero delle finanze gli unici comuni che hanno bisogno di qualcosa sono posizionati in Sicilia e Sardegna. Nel mio paese, Spirano, ormai si conta un fallimento al mese a livello di aziende”.
A chiudere la conferenza stampa Daniele Belotti, che ha annunciato la protesta che intendono seguire i sindaci leghisti: “La linea che stiamo adottando è quella della resistenza fiscale. O comunque di denunciare pubblicamente quella che è una porcheria. E’ una battaglia che vede la Lega in prima fila, ma assolutamente aperta alla partecipazione di qualsiasi altra amministrazione comunale. L’auspicio è quello che altri Comuni, anche non leghisti, che hanno posticipato il pagamento della Tares al 2014, possano mantenere quanto deliberato. Questa è una battaglia dei comuni virtuosi contro quelli spreconi. 150 anni fa abbiamo fatto l’Italia, ora vediamo di renderla un po’ migliore”.