Archivio tag: facoetti
e ora anche la sepoltura islamica solo col telo…
dicono di noi..
la Bergamo che lavora e produce lavoro
E’ stata inaugurata la nuova copertura del Mercato ortofrutticolo all’ingrosso di via Borgo Palazzo. Alla cerimonia di inaugurazione sono intervenuti anche il sindaco Franco Tentorio, gli assessori Enrica Poppa Pedretti, Alessio Saltarelli ed Enrico Facoetti, il presidente del Consiglio comunale Guglielmo Redondi, il presidente di Bergamo Mercati Renzo Casati.
Sono stati coperti i due corridoi intermedi del mercato che separano le tre pensiline che costituiscono rispettivamente il settore riservato ai produttori (quello centrale), dai due laterali dove stanno i grossisti In tutto 3.500 metri quadri di tetto. Un anno e mezzo di lavoro per un’opera dal costo di un milione completamente autofinanziata dalla società partecipata del Comune che è una delle poche con il bilancio positivo e che pur nel momento di crisi ha migliorato il suo giro di affari. L’ortomercato di Bergamo, secondo della Lombardia dopo Milano, rappresenta una realtà positiva per l’economia della nostra provincia : è in continua crescita per quanto riguarda le derrate contrattate (nel 2012 hanno raggiunto le quasi 157 mila tonnellate), vi operano circa 450 addetti, 20 grossisti e florovivaisti e 75 produttori, le ditte acquirenti registrate sono circa 1.400. Le condizioni in cui versava l’ortomercato erano da considerarsi inaccettabili per una città come Bergamo che rappresenta un gioiello dell’imprenditoria anche in questo settore e la realizzazione di questa infrastruttura è la dimostrazione concreta di quali positivi risultati si possano ottenere attraverso la collaborazione tra ente pubblico e privati. I lavori erano urgenti e necessari. C’era da fare uno sforzo per rendere la struttura confortevole così da non essere più in balia del tempo e consentire agli operatori di lavorare in condizioni più dignitose. La nuova copertura è garantita anche dal punto di vista statico e sismico e ha già evidenziato i suoi positivi effetti sul lavoro degli operatori ma anche per una maggiore salvaguardia delle derrate alimentari. La struttura, voluta sia dall’amministrazione comunale sia dagli operatori privati, è stata finanziata dagli operatori tramite mutuo con un aumento del canone di concessione e al Comune non è costato una lira – ha sottolineato Renzo Casati ». Un passo avanti sul piano estetico, ma soprattutto funzionale. L’ortomercato è rimasto alla Celadina e non spostato come era nelle previsioni urbanistiche e si trova in una posizione strategica con un’area adiacente che potrebbe anch’essa avere una destinazione in linea.
Consiglio Comunale. Rinviato il pagamento della Tares
In Consiglio comunale via libera al rinvio. Se lo Stato chiederà gli interessi di mora c’è l’accordo trasversale per l’autotassazione dei Consiglieri.
«Dobbiamo andare incontro alla famiglie e alle attività commerciali in un periodo difficile», aveva spiegato in precedenza l’Assessore Enrico Facoetti. Una motivazione destinata a prevalere anche sul timore di un’eventuale sanzione: l’emendamento passa, nonostante le astensioni, mentre il rinvio dell’ultima rata viene approvato da tutti.
Una boccata d’ossigeno, anzi due. L’ultima rata della Tares slitta assieme all’addizionale di 30 centesimi al metro quadro imposta dallo Stato e Palafrizzoni, pur di andare incontro ai contribuenti, decide di prendersi anche qualche rischio. Se sul primo rinvio deciso dal Consiglio comunale, quello relativo all’ultima rata dell’imposta appunto, non c’è infatti alcun problema in quanto le disposizioni del Ministero ne hanno esplicitamente previsto il posticipo, sul rinvio dell’addizionale in assenza di un indirizzo univoco, potrebbe anche capitare che lo Stato, verificato il ritardo nel pagamento, chieda ai contribuenti gli interessi di mora. Quanto? Occhio e croce 10 mila euro. Che i consiglieri comunali, in conferenza dei capigruppo, si sono detti disposti a sborsare personalmente nel caso in cui il danno erariale si dovesse effettivamente verificare (circa 300 euro a testa), ma che nella pratica si troverebbero di fronte a una questione di difficile gestione. Tutti d’accordo nel farsi carico di un eventuale errore compiuto però nell’interesse dei cittadini.
Parte del centrosinistra si astiene.
con lo sblocco dei pagamenti, beffate ancora le città virtuose
In totale sono stati sbloccati 40 miliardi di euro per dare respiro alle imprese e iniettare liquidità nell’economia.
“A Reggio Calabria andranno 97 milioni di euro, a Palermo 46, ad Avellino 23 milioni e Benevento 21 – continua Facoetti – anche la Firenze del sindaco Renzi avrà 75 milioni. Sono i debiti non ancora saldati. Si è deciso di premiare i Comuni meno virtuosi. A Bergamo avevamo già provveduto a pagare sacrificando le azioni di A2A e perciò 2 milioni e 445 milioni di euro più 3,7 milioni di bonus, esclusi dal patto di stabilità, resteranno ancora bloccati”. E’ l’amara constatazione dell’Assessore al Bilancio Enrico Facoetti nel commentare le cifre sbloccate dalla Camera riguardanti i pagamenti alle imprese che vantano crediti nei confronti degli enti locali.
nonostante i tagli e la crisi…
L’Euro contro l’Europa
Venerdì 08 febbraio 2013 alle ore 20,45 presso la sala Galmozzi (ex consiliare) via Tasso, 4 (biblioteca Caversazzi) – Bergamo, si terrà la presentazione del libro “L’Euro contro l’Europa” di Roberto de Mattei. Insieme all’autore interverranno: Enrico Facoetti, Assessore al Bilancio del Comune di Bergamo e Massimiliano Bonavoglia, ricercatore di filosofia. Introduce Alessandro Gnocchi, di Alle Radici della Comunità.
in attesa di giusta riforma fiscale, stop ai furbetti
Cimitero islamico e i “regali” della giunta Bruni
Il caso della concessione per l’utilizzo del cimitero islamico in Consiglio comunale. Il capogruppo Alberto Ribolla ha infatti presentato un’interpellanza rivolta all’ assessore al Bilancio,Enrico Facoetti, per chiedere lumi sul documento approvato dalla Giunta Bruni nel 2008 che aveva concesso gli spazi a Colognola a mille euro all’anno per 60 anni. Gli uffici ritengono che non sia possibile costituire un diritto di superficie – spiega Facoetti – inoltre nel caso di costituzione di reparti speciali nel cimitero la cifra è a totale carico della comunità richiedente. Il canone concessorio non può essere scomputato. E’ inoltre rilevante la differenza del corrispettivo previsto: 60 mila euro al posto dei previsti 576 mila”. La questione era stata già oggetto di una conferenza stampa convocata dagli esponenti leghisti. Secondo il capogruppo è ora necessario accertare tutte le responsabilità. “Si facciano le analisi del caso, se si ravvisasse qualcosa di difforme si devono accertare responsabilità politiche e amministrative. Noi agiamo nel totale rispetto delle regole, non vogliamo negare nessun diritto a nessuna persona. Il cimitero islamico è stata una scelta della precedente amministrazione”.
Cimitero islamico, la Lega alza il tiro
Il Carroccio ha inoltrato una relazione scritta: contestata la legittimità della convenzione con gli islamici.
I dubbi espressi dalla Lega, cioè il fatto che nel cimitero islamico possano essere sepolti non soltanto i cittadini residenti in città, ma anche quelli dell’hinterland, la possibilità di seppellire cinque defunti di fede islamica provenienti da altri Paesi e la mancanza di un capitolo che riguardi le modalità di tumulazione per chi muore per malattie infettive, erano già noti a tutti. Ma ora l’Assessore al Bilancio Enrico Facoetti in una lettera all’assessore Leonio Callioni, delegato ai Servizi cimiteriali, esprime una serie di osservazioni anche sulla legittimità del regolamento e spinge a rivedere tutti i passaggi fatti finora sul cimitero islamico. Di fronte alla richiesta della Lega, l’assessore Callioni ha chiesto all’avvocatura comunale di valutare tutti gli elementi di legittimità o meno sul cimitero islamico. «Io credo che possano bastare pochi giorni per avere il parere dell’avvocatura. Chiedere un approfondimento ulteriore mi è sembrata la scelta giusta, piuttosto che aprire in seguito un contenzioso. Poi mi avvarrò dei tecnici comunali per valutare e approfondire il regolamento, ma questo avverrà solo dopo aver sentito il parere dei legali». Pare così probabile che l’inaugurazione della struttura non sia più imminente e possa slittare a data da destinarsi.
«spariti» 2,7 milioni di tributi versati da Bergamo al fisco fino al 2009
Nel «trappolone» dei furbetti del fisco erano caduti, con le giunte precedenti alle attuali, anche Bergamo, Dalmine, Stezzano e Gandino. Ammonta a 2 milioni e 724 mila euro il credito che i Comuni bergamaschi vantano nei confronti della Tributi Italia, con la quale sono stati interrotti i rapporti nel 2009. Poteva andare pure peggio, se si considera che alla società finita nell’occhio del ciclone, i municipi orobici avevano affidato solo la riscossione dell’imposta sulla pubblicità e pubblica affissione e non Ici o Tarsu, per cui gli importi mancanti sarebbero potuti essere molto più ingenti. Comunque un danno che pesa. Il più esposto è Palafrizzoni: con un buco di circa 2,5 milioni di euro che è al quarto posto nella classifica dei crediti da riscuotere tra gli oltre 400 Comuni coinvolti, per un totale di 100 milioni «spariti». Tributi Italia è stata concessionaria di Palafrizzoni fino al 2009 (giunta Bruni). L’attuale Assessore al Bilancio Enrico Facoetti: «C’è stato il tentativo andato a vuoto di riscuotere le fidejussoni, il Comune di Bergamo è già insinuato nel processo fallimentare di Tributi Italia, riconosciuto come creditore dal Tribunale di Roma. Ora, se verrà avviato il processo penale, ci costituiremo parte civile e chiederemo i danni». Per quanto riguarda Stezzano l’ammanco è di 94 mila euro e «l’azione legale è già in corso da tempo», ricorda il sindaco Elena Poma. Idem per il sindaco Claudia Terzi di Dalmine, dove non stati versati 120 mila euro tra il 2008 e il 2009, con conseguenti «decreti di ingiunzioni, esposto alla Corte dei conti, denuncia penale e segnalazione al ministero delle Finanze». Cifre più irrisorie (ma dipende dai punti di vista) per Gandino (circa 10 mila euro), che le dà comunque per perse. «Il rischio per un Comune piccolo come il nostro è di avere più spese legali dell’importo ormai perso», fanno sapere dall’ufficio competente.
Sempre alla ricerca di soluzioni per frenare gli effetti “montiani”
Con 25 milioni di euro di opere pubbliche da fare e poche entrate garantite, il Comune di Bergamo comincia a prendere in considerazione anche forme non convenzionali di pagamento. La proposta di un gruppo di consiglieri di maggioranza è di cedere parte del patrimonio immobiliare di Palazzo Frizzoni alle aziende che vincono appalti comunali. Appartamenti, terreni, altri immobili in sostituzione di una fetta dei contanti dovuti. Qualcosa di simile al baratto o alla permuta. L’idea, contenuta in un ordine del giorno, verrà discussa in commissione Bilancio. La proposta prende spunto dal Codice dei contratti pubblici. L’articolo 53 della legge prevede che, «in sostituzione totale o parziale delle somme di denaro» di cui un ente pubblico è debitore verso un fornitore, sia possibile il trasferimento «di beni immobili appartenenti all’amministrazione aggiudicatrice». Possono essere ceduti quei beni già inseriti nell’elenco delle dismissioni, oppure quelli già messi all’asta e rimasti invenduti per mancanza di richieste. L’idea è quella di inserire già nei bandi di gara per gli appalti comunali il valore dei pagamenti che verrebbero effettuati in denaro e della parte che verrebbe riconosciuta con immobili. L’amministrazione cittadina ha approvato, insieme al bilancio, un elenco di beni da mettere sul mercato, per un valore complessivo di 20 milioni di euro. C’è poi il pacchetto di azioni A2A, attualmente oscillante tra i 22 e i 23 milioni di euro: 7 milioni di euro saranno messi sul mercato entro fine anno. Esiste però anche un elenco molto più corposo e pesante (oltre 150 milioni di euro) di beni che dovrebbero confluire in un fondo immobiliare e che, almeno in parte, il Comune è disposto a vendere. Delle due liste di immobili fanno parte sia la sede dei Servizi sociali in via San Lazzaro, sia piccoli appartamenti, negozi, terreni del valore di qualche decina o centinaia di migliaia di euro. Da tutto questo bacino di proprietà, i consiglieri della maggioranza propongono di pescare per ottenere un doppio risultato: rispettare i limiti imposti dal patto di stabilità e sgonfiare il debito nei confronti delle aziende che hanno lavorato per l’amministrazione. Al momento è solo una proposta, la giunta non ci ha ancora lavorato per tradurla in un provvedimento concreto, ma il fatto che se ne discuta in commissione è un segnale. «È una proposta alla quale daremo corso se sarà approvata dal consiglio comunale – dice l’assessore al Bilancio, Enrico Facoetti -, bisogna però valutarne bene la fattibilità e ci sarebbero aspetti finanziari e normativi da verificare prima di poterla applicare». Non ultima, è da verificare anche la disponibilità dei privati ad accettare queste forme di pagamento. «Comunque — dice Facoetti — in un momento di crisi è importante cercare delle soluzioni nuove. Di sicuro la permuta di immobili in cambio di prestazioni all’amministrazione consentirebbe anche di valorizzare proprietà che oggi non abbiamo i fondi per riqualificare». Se non sarà seguita la via del baratto, l’amministrazione cittadina dovrà comunque nelle prossime settimane cercare e trovare soluzioni diverse da quelle prospettate qualche mese fa per far quadrare i conti del 2012. A bilancio approvato, il governo ha deciso nuovi tagli ai trasferimenti verso gli enti locali, a Bergamo dovrebbero arrivare 1,2 milioni di euro in meno rispetto a quanto previsto fino a luglio. «Un metodo peggiore di quello tanto criticato dei tagli lineari di Tremonti — dice Facoetti —. Anche perché il governo, riducendo i trasferimenti in corso d’opera, passa sopra a ogni norma sui bilanci». A questo punto Palafrizzoni si ritrova un taglio effettivo, rispetto al 2010, di 12 milioni di euro. In una situazione del genere anche l’idea del baratto di immobili in cambio di opere pubbliche diventa meno improbabile. (da Corriere della Sera-Bergamo, 2-9-12)
Facoetti: Comune in prima linea contro i furbetti
«I dati del Centro Sintesi mi lasciano perplesso. Per quanto riguarda il nostro Comune, non ci risulta un incremento dell’evasione rispetto agli anni precedenti: l’evasione è assestata attorno al 6%». A parlare è Enrico Facoetti, assessore al Bilancio di Palafrizzoni, quindi persona più che informata sui fatti. «Il Comune di Bergamo è in prima linea nella lotta all’evasione fiscale – prosegue Facoetti –. Lo è tramite le segnalazioni che facciamo all’Agenzia delle Entrate (e per le quali il Comune ha diritto al 100% di quanto recuperato dal Fisco). Incrociando la nostra ricchissima banca dati con quelle dell’Agenzia delle Entrate, abbiamo ad esempio permesso al Fisco, per quanto concerne il periodo dal 2005 a metà 2007, di effettuare accertamenti per un totale di circa 4,3 milioni di euro, tra imposte evase e relative sanzioni».
Disponendo di un’anagrafe aggiornata, Palafrizzoni può incrociare i vari dati con i redditi dichiarati dal cittadino all’Agenzia delle Entrate, «riuscendo così a stabilire – spiega Facoetti – il reddito del nucleo familiare e la situazione patrimoniale. A ciò si aggiunge il controllo incrociato con le banche dati relative agli immobili e alle auto. Nel caso, quindi, un nostro contribuente non paghi nostre utenze o prestazioni, non solo ci attiviamo per recuperare quanto ci è dovuto, ma nel caso verifichiamo delle discordanze tra il reddito dichiarato e le proprietà, inviamo la segnalazione all’Agenzia delle Entrate».
Le ultime segnalazioni fatte da Palafrizzoni riguardano sei utenti che non pagavano la mensa scolastica comunale. Tra questi c’è chi, a fronte di redditi dichiarati davvero minimi, ha patrimoni immobiliari importanti, contornati da auto di lusso. «In questo caso – spiega Facoetti – i furbetti non solo dovranno pagarci con le relative sanzioni quanto ci è dovuto, ma avranno anche l’accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate. A parte le segnalazioni – conclude l’assessore al Bilancio di Palafrizzoni – per noi è fondamentale contrastare i mancati pagamenti delle entrate principali, quali l’Ici e la Tassa rifiuti.
Per quanto concerne la tassa rifiuti, basta verificare chi non paga i bollettini. Negli ultimi due anni, siamo riusciti a contenere a circa il 5% i mancati pagamenti: si tratta di una percentuale fisiologica, soprattutto quando è in corso una crisi grave come quella che stiamo vivendo da alcuni anni. Per quanto riguarda l’Ici, invece, dato che si basa sull’autodenuncia, ci possono essere delle quote di evasione che non riusciamo ad individuare: ma la percentuale di accertamento è comunque rimasta in linea con quella degli anni precedenti». (Eco di Bergamo,28-8-12)
e Bergamo continua a finanziare gli sprechi..
La Lega accende la discussione su Equitalia
L’assessore Enrico Facoetti: deve cambiare il rapporto tra la società di riscossione e il cittadino.
Equitalia e il contribuente moroso. Equitalia e il recupero coattivo di tasse, imposte e multe non pagate. C’è il fine (ovvero il recupero dei soldi), ma anche il metodo. E l’assessore al Bilancio Enrico Facoetti ora ne fa una questione di metodo: «Equitalia? Credo che il tema davvero importante in questo momento sia il rapporto tra la società di riscossione dei tributi e il cittadino debitore. Mai come ora sarebbe importante avere un servizio più vicino al territorio, più attento ai casi particolari, alle situazioni di difficoltà». Un fisco dal volto più umano quindi, Facoetti parla di «un concessionario di riscossione dei tributi in grado di instaurare un rapporto più collaborativo con i cittadini». Il tema è molto caldo, drammaticamente d’attualità. Ci sono imprenditori schiacciati dai debiti che a causa delle difficoltà economiche arrivano a forme di protesta e a gesti estremi. Gesti disperati anche in casa nostra (dall’irruzione all’Agenzia delle entrate di Romano al tentato suicidio di un ex imprenditore di Calolziocorte oppresso dai debiti, solo nell’ultima settimana) che hanno acceso il dibattito sui metodi di riscossione utilizzati da Equitalia, giudicati da più parti troppo severi. «Sarebbe importante avere un concessionario che instauri un rapporto più collaborativo con i contribuenti, il che faciliterebbe anche il recupero dei soldi. E sarebbe importante una maggiore sensibilità verso chi è in condizioni difficili», rimarca l’assessore. Il Comune di Bergamo ha affidato ad Equitalia il recupero coattivo di imposte, tariffe e sanzioni amministrative come fa il 90 per cento dei Comuni bergamaschi. Si va dalla tassa sui rifiuti alla vecchia Ici, dalle rette delle mense scolastiche alle multe. «Abbiamo affidato all’esterno – prosegue l’assessore – solo la riscossione dell’imposta sulla pubblicità che è gestita dall’Aipa. E devo dire che quando ci sono casi di recupero di crediti c’è molta sensibilità nell’affrontarli. Si cerca un colloquio con l’utente, gli si mostrano le cartelle esattoriali, cosa che non fanno tutti. Sono piccoli segnali di attenzione al cittadino che soprattutto in questo momento non possono mancare». La protesta anti-Equitalia sta montando sempre più, sorretta dalla Lega che l’ha messa nella sua agenda politica. L’ex-ministro Roberto Maroni dal palco di Zanica ha lanciato anatemi contro la società pubblica di proprietà dell’Agenzia delle entrate e dell’Inps, invitando poi i sindaci leghisti «ad assumere il servizio in proprio». (da Eco di Bergamo,10-5-12)
“Imu, ci rifiutiamo di mettere a bilancio le stime del governo”
Grande mistero Imu. E’ ancora buio pesto sul calcolo dell’imposta introdotta dal governo Monti. L’unica certezza è la scadenza delle tre rate: 16 giugno, 16 settembre, 16 dicembre. Il ministero dell’Economia sta studiando i decreti attuativi per la dichiarazione e per farlo sentirà l’associazione dei Comuni italiani perché la casistica è infinita. Nel frattempo gli enti locali si stanno attrezzando preparando vademecum per i cittadini. Per ora si è capito solo che si deve aprire ancora il portafoglio. Anche le amministrazioni sono alle prese con i calcoli e le stime del governo, spesso troppo ottimistiche rispetto al gettito reale previsto dalla nuova tassa. C’è infatti la possibilità di inserire nei bilanci preventivi le stime del Tesoro sul gettito Imu. Con una specifica: se le stime dell’Economia dovessero risultare troppo alte, la differenza la pagheranno i contribuenti, non lo Stato. Il caso di Bergamo è significativo. “Secondo le nostre previsioni verranno incassati 30 milioni di euro – spiega l’Assessore al Bilancio Enrico Facoetti – il governo ci ha però inviato una stima di 35 milioni di euro, ben 5 in più dei nostri calcoli. Non riusciamo a spiegarcelo, infatti ci rifiutiamo di iscrivere a bilancio quella cifra”. Sì, perché prima di riscuotere Palafrizzoni deve scrivere la cifra tra le entrate del resoconto di entrate e uscite anche se gran parte dell’Imu è destinata a Roma. “Non vogliamo presentare cifre inventate come quelle fornite dal ministero – continua Facoetti -, i gettiti sono sovrastimati rispetto al reale. E’ un’operazione sporca con l’unico intento di far credere che stanno risanando i conti pubblici”. I cittadini nel frattempo non sanno ancora che pesci pigliare, anche perché non è ancora chiaro quanto, quando e come pagare. “Manderemo un vademecum per facilitare il calcolo, poi se ci sono modifiche vedremo”. (BergamoNews,27-4-12)