«spariti» 2,7 milioni di tributi versati da Bergamo al fisco fino al 2009

tributi-italia,facoetti,terzi,poma,fisco,Nel «trappolone» dei furbetti del fisco erano caduti, con le giunte precedenti alle attuali, anche Bergamo, Dalmine, Stezzano e Gandino. Ammonta a 2 milioni e 724 mila euro il credito che i Comuni bergamaschi vantano nei confronti della Tributi Italia, con la quale sono stati interrotti i rapporti nel 2009. Poteva andare pure peggio, se si considera che alla società finita nell’occhio del ciclone, i municipi orobici avevano affidato solo la riscossione dell’imposta sulla pubblicità e pubblica affissione e non Ici o Tarsu, per cui gli importi mancanti sarebbero potuti essere molto più ingenti. Comunque un danno che pesa. Il più esposto è Palafrizzoni: con un buco di circa 2,5 milioni di euro che è al quarto posto nella classifica dei crediti da riscuotere tra gli oltre 400 Comuni coinvolti, per un totale di 100 milioni «spariti». Tributi Italia è stata concessionaria di Palafrizzoni fino al 2009 (giunta Bruni). L’attuale Assessore al Bilancio Enrico Facoetti: «C’è stato il tentativo andato a vuoto di riscuotere le fidejussoni, il Comune di Bergamo è già insinuato nel processo fallimentare di Tributi Italia, riconosciuto come creditore dal Tribunale di Roma. Ora, se verrà avviato il processo penale, ci costituiremo parte civile e chiederemo i danni». Per quanto riguarda Stezzano l’ammanco è di 94 mila euro e «l’azione legale è già in corso da tempo», ricorda il sindaco Elena Poma. Idem per il sindaco Claudia Terzi di Dalmine, dove non stati versati 120 mila euro tra il 2008 e il 2009, con conseguenti «decreti di ingiunzioni, esposto alla Corte dei conti, denuncia penale e segnalazione al ministero delle Finanze». Cifre più irrisorie (ma dipende dai punti di vista) per Gandino (circa 10 mila euro), che le dà comunque per perse. «Il rischio per un Comune piccolo come il nostro è di avere più spese legali dell’importo ormai perso», fanno sapere dall’ufficio competente.