Dopo una lunga esperienza amministrativa nelle file della Lega è arrivato in parlamento. Ma a dire il vero ama molto di più il contatto con la sua gente, quella della Valseriana. Nunziante Consiglio, vulcanico deputato del Carroccio è il nuovo presidente della Teb (tramvie elettriche bergamasche). Lo abbiamo incontrato nel suo studio di Albino per questa intervista a tutto campo.
La prima domanda è d’obbligo: che ne pensa di quel che è accaduto a Berlusconi?
Abbiamo perso il senso della misura. Non è la prima volta che accade. E’ già la seconda e probabilmente è accaduto anche altre volte. Il vero problema, al di là del danno fisico e psicologico indubbio per il premier, è capire perché si è arrivati a una cosa del genere.
Lei ha una spiegazione?
Rifletto su una situazione. Non è pensabile che una persona qualunque, indipendentemente dalla sua storia personale, arrivi a percuotere il presidente del Consiglio. Evidentemente c’è qualcosa dietro, una situazione estrema enfatizzata sotto tutti gli aspetti, dove lo scontro politico non c’è più, ed è stato lasciato spazio alla demonizzazione dell’avversario. Di Pietro dice che il premier ha provocato. Credo che le dichiarazioni del leader dell’Italia dei valori siano state poco intelligenti, se le poteva risparmiare e infatti ha dovuto ritrattarle. Berlusconi dal palco ha caricato le sue truppe, per il tesseramento e in vista delle Regionali: è normale.
Ma secondo lei dietro l’aggressore c’è qualcosa o c’è qualcuno?
C’è qualcuno che ha qualcosa che non funziona. Pare che Tartaglia non sia legato ad ambienti estremistici. Ma c’ è sicuramente un aspetto di premeditazione. Quindi c’è un qualcosa che ha “lavorato sotto” le debolezze di questo ragazzo, fino a portarlo al gesto estremo.
ll ministro Maroni aveva avvertito della possibilità che soggetti isolati passassero all’azione…
Certamente. Si tratta di soggetti difficilmente individuabili da chi è deputato alla sicurezza del premier, del presidente della Repubblica e così via, perché la loro azione è priva di qualunque logica. Nel caso specifico, Berlusconi, come Bossi, è un politico particolare, che ama il contatto con la gente e su questo ha costruito le sue fortune.
Lei pensa che all’origine di tutto ci sia la campagna di demonizzazione portata avanti da certi ambienti dell’opposizione?
Certamente “sparare” continuamente contro il Berlusconi politico e imprenditore, può aver portato un soggetto particolarmente debole a far qualcosa di cui probabilmente si pentirà per tutta la vita. Temo però che quel che è accaduto oggi possa succedere anche domani. Spero che l’atteggiamento del governo non venga influenzato da questa situazione, perché la politica è qualcos’altro.
La Lega sta mantenendo una posizione di grande cautela in questo momento…
Il nostro patto con Berlusconi è forte. Bossi poi è legato da un’amicizia personale col premier. Dal punto di vista del contatto con la gente, Bossi è identico a Berlusconi. Non deve passare nel paese l’idea che chiunque possa compiere un’aggressione del genere.
Come cambierà, se cambierà, l’atteggiamento della maggioranza nel futuro prossimo?
Noi abbiamo un grosso problema, che è quello di una magistratura che vuole inserirsi in un ruolo che è proprio del parlamento: quello di legiferare. E’ un problema annoso che si è acuito con l’attacco a Berlusconi, l’avviso di garanzia a Formigoni. Non è possibile che ad ogni vigilia di campagna elettorale ci siano attacchi di questo tipo. Mi chiedo: se hanno mandato un avviso di garanzia al povero Formigoni per la Co2, che cosa dovevano fare con Bassolino a Napoli?
Parliamo di Regionali. Farete un accordo anche con l’Udc?
Più che fare un accordo noi, saranno loro che cercheranno di entrare in certi meccanismi. Può darsi che Bossi decida di andare in talune regioni con l’Udc. Può darsi che capiti. Fermo restando che Lega e Pdl hanno una forza tale…
Alcuni esponenti dell’Udc sostengono di poter convergere sulla candidatura Formigoni...
In questo momento abbiamo un problema serio che è quello dei soggetti che rappresentano l’Udc in Lombardia. Deve esserci una chiarezza di comportamento, che non può certo essere quella degli ultimi anni del governo Berlusconi da parte di Tabacci e di Casini. In regioni dove poi abbiamo percentuali altissime è difficile accettare qualcuno che ti detta delle regole.
Dal punto di vista elettorale, puntate a raccogliere anche i voti degli scontenti del Pdl?
Abbiamo avuto l’8 per cento alle Politiche, superato il 10 alle Europee, ora tocca alle Regionali. Credo che ci attesteremo sulle due cifre perché mai come in questo periodo l’elettorato chiede soluzioni concrete e pratiche. E’ possibile che la Lega intercetti qualche “finiano” deluso, e qualcuno che si era staccato dal nostro movimento in precedenza: i sondaggi ci danno al 10-11 per cento. L’importante è capire a cosa serve questo 10 per cento. Il nostro elettorato fa domande ben precise. Sono persone che hanno in mente uno Stato che non è quello di adesso. Hanno in mente l’idea che “responsabilità” sia la parola chiave della politica. Responsabilizzare ogni regione, con le sue potenzialità. Al Sud Italia per esempio, c’è la percezione che lo Stato abbia ricchezze enormi e debba fare da “mamma” a tutti. Non è più possibile. Da parte nostra abbiamo un obiettivo: il federalismo. Talvolta per raggiungerlo mandiamo giù qualche rospetto, ma siamo un alleato fedele e abbiamo obiettivi seri.
Pare sia un atteggiamento che paga…
Il nostro programma elettorale non è fatto da grandi “cervelloni”. Alla Lega basta fare 200 metri in un mercato, parlare con le persone e incontrare la gente per rendersi conto dei problemi che ci sono e cercare di dar loro risposte concrete. E’ talmente forte il rapporto che abbiamo con la gente semplice, perché da loro abbiamo tratto un ventaglio di consigli, ambizioni e speranze. Questo secondo noi è fare politica. Mi preoccupo per gli altri partiti: come fanno a vivere la politica senza avere il polso del soggetto che vai ad amministrare?
Il Federalismo è la panacea di tutti i mali?
Non lo so. So però che è il primo gradino importante per modificare la struttura economica dello Stato che non regge più. Ogni Regione, così come avviene per i comuni, deve essere responsabilizzata nella gestione delle sue risorse. Bisogna tirare una riga sul passato. I cittadini devono poter controllare l’operato dei loro amministratori.
A proposito di amministratori. Lei è stato il presidente di Blu Meta, l’ha risanata e ora è il nuovo presidente della Teb. Che società ha trovato?
Una società sana, che ha ottimizzato le risorse disponibili. Ci sono prospettive future per nuovi investimenti. Serviva una figura che facesse da collante fra i soggetti bergamaschi, la Regione e lo Stato per quanto riguarda gli investimenti sulle tramvie e quant’altro. Il presidente della Provincia Pirovano ha pensato che la figura di un parlamentare come il sottoscritto potesse essere strategica per questi obiettivi: bussare alle porte giuste senza tanti intermediari. Ci tengo a dirlo: ho un doppio incarico ma non un doppio stipendio.
Il futuro delle tramvie bergamasche?
Ci sono ottime possibilità che la seconda linea, quella che va verso la Valbrembana, possa essere realizzata. Avremo un quadro più preciso della situazione nei primi mesi del prossimo anno. Dobbiamo riuscire a realizzare anche il tratto per Orio: è indispensabile per il nostro turismo. La Provincia si sta muovendo molto bene con l’assessore Bonassoli. La Bergamasca ha delle potenzialità enormi dal punto di vista turistico: laghi, montagne, Città Alta. Dobbiamo cercare di creare un circuito virtuoso che attraverso il turismo generi quella percentuale di Pil provinciale che abbiamo dimenticato negli anni scorsi e che dobbiamo, per forza di cose visto la crisi del manufatturiero, riscoprire. (BergamoSera, 16-12-09)