Referendum per l’Indipendenza della Lombardia

Anche al Comune di Martinengo, dindipendenza-lombardia,martinengo,spirano,maroni,bassaniopo quello di Spirano, è stata approvata una mozione del gruppo Lega Nord che chiede l’indizione di un referendum sull’indipendenza della Lombardia, sull’esempio di quanto era già avvenuto nel Comune di Brescia.
E’ il risultato dell’adesione delle due amministrazioni al progetto di Color44 (Comitato Lombardo Risoluzione 44), l’associazione apartitica che ha lanciato una raccolta firme in tutte le province lombarde per chiedere con forza il referendum. In precedenza aveva firmato anche il presidente della Regione Roberto Maroni, così come migliaia di leghisti e altri cittadini, anche on-line sul sito dell’associazione. La petizione ha avuto particolare successo in Bergamasca e ora cominciano a muoversi anche i Comuni. “Ritengo che sia giusto dare la possibilità ai cittadini Lombardi di esprimersi su un diritto all’autodeterminazione come sancito dall’ONU fin dagli anni ’70 – spiega Omar Bassani, consigliere della Lega di Martinengo”.

Cresce il numero delle città che vogliono tutelare il loro centro storico

spirano.jpgNiente kebab e negozi etnici nel centro storico di Spirano.  E’stata approvata in via definitiva la variante al Pgt con la proposta presentata con un emendamento della maggioranza leghista guidata da Giovanni Malanchini: «Per preservare i caratteri storici e di tradizione del vecchio nucleo del nostro paese – recita – si chiede di inserire nel comma “a” dell’articolo 27 del piano delle regole, fra le destinazioni d’uso non compatibili, la frase “apertura di negozi etnici nell’abitato del centro storico”, come previsto dall’articolo numero 150 del Testo unico del commercio approvato dalla Regione Lombardia nel 2010».
In sostanza, sarà esclusa la possibilità di aprire negozi etnici di qualunque tipo: niente phone center, transfer-money, kebab, ristoranti e via dicendo. «Una norma non legata all’etnia del titolare – specifica il sindaco – bensì alle categorie merceologiche e soprattutto all’alimentare. Vogliamo salvaguardare il profilo storico del centro, tutelando le nostre attività tipiche e tradizionali anche nell’ottica della riqualificazione che sta subendo, pensiamo al rifacimento di alcune vie principali e al divieto inserito, sempre nel Pgt, di installare parabole e impianti di condizionamento in facciata, con l’obbligo di rimuovere quelli esistenti».

Notizie dalla provincia

AZZANO SAN PAOLO — “Nulla da nascondere. Quello che ci spaventa è che ci sia qualcuno, nell’ombra, pronto a commettere certi atti intimidatori. Ma non escludo che oltre a quella ora in mano agli inquirenti ci siano altre registrazioni di sedute di Giunta”. Simona Pergreffi, sindaco leghista di Azzano San Paolo, non ha voglia di spendere troppe parole sul fantomatico caso di spionaggio da lei stessa denunciato.

La traccia audio di una riunione dell’esecutivo azzanese è misteriosamente finita nelle mani di un privato cittadino, con qualche gola profonda lestissima a seminare in paese voci incontrollate. Ed è proprio per porre fine a ipotesi peregrine e chiacchiere da comari che il primo cittadino si concede a telecamere e taccuini: “Qualcuno insinua che siamo sotto controllo per chissà quali irregolarità, ma i Carabinieri li abbiamo chiamati noi – premette -. All’inizio di novembre un cittadino mi ha detto di avere a disposizione una registrazione non autorizzata. Ho avvisato le autorità, che hanno sequestrato il materiale e stanno eseguendo le indagini”.

Massimo riserbo su nomi e circostanze del fattaccio, anche se dietro all’inestricabile spy story del ricco paese suburbano potrebbero celarsi interessi contrari alle scelte urbanistiche dell’attuale amministrazione, insediatasi nella primavera scorsa. Ad Azzano, infatti, oltre al Piano di Governo del Territorio già agli atti c’è in ballo il cosiddetto Polo del Lusso, giunto all’iter finale con regolare Accordo di Programma depositato in Regione ma attualmente bloccato da alcuni ricorsi al Tar. Pergreffi non conferma né smentisce: “Non posso rivelare il contenuto della registrazione né la data della Giunta in oggetto. Comunque all’ordine del giorno non c’erano argomenti di rilievo per la pianificazione territoriale. Ogni seduta è verbalizzata, e se non ne vengono divulgate registrazioni è perché spesso si trattano dati sensibili per la privacy, quali ad esempio nomi di azzanesi destinatari di interventi di assistenza sociale”.

Ma che la faccenda sia tutt’altro che una bega di condominio lo dimostra l’interesse suscitato nei pezzi grossi del Carroccio. Parola del deputato Giacomo Stucchi, che prefigura una violazione del segreto d’ufficio: “Domani presenterò un’interpellanza ai ministri Alfano e Maroni per un supplemento d’indagine, e per verificare se ci siano gli estremi per contestare l’articolo 326 del codice penale. L’accaduto ha il sapore di un avvertimento, di una bieca minaccia: Azzano è al centro di scelte strategiche, ereditate dalla maggioranza precedente ma condivise pienamente dalla Lega”. E Claudia Terzi, sindaco di Dalmine nonché segretario di circoscrizione del movimento padano, invita a sgombrare il campo da dubbi: “Si tratta di un atto deplorevole, un attentato contro la democrazia e la libertà”.

Oltre alla solidarietà del suo partito, il sindaco incassa quella delle minoranze. L’ex sindaco Leonio Callioni (“Noi per Azzano”, ora assessore ai Servizi sociali a Bergamo) non c’è, e allora ad esprimerla è Andrea Ferrari, capogruppo di “Insieme per Azzano futura”: “L’unico luogo deputato al confronto nell’interesse del paese è il consiglio comunale. Speriamo che la vicenda venga chiarita”.

(BergamoSera, 17-11-09)

 

E L’AGGIORNAMENTO :

……. Quella che sembrava una vicenda di spionaggio, vista anche l’importanza dei progetti immobiliari che investiranno Azzano nel prossimo futuro (Polo del lusso su tutti), pare quindi sgonfiarsi e ridursi a una piccola bega basata su antipatie e rivalse. Che però ora potrebbe anche avere ripercussioni politiche, oltre che penali. Le conseguenze potrebbero infatti andare ben oltre le intenzioni del fantomatico “registratore”, la cui identità oltretutto sarebbe stata scoperta dallo stesso sindaco. Simona Pergreffi potrebbe aver indetto la conferenza stampa anche per far uscire allo scoperto l’infido ascoltatore, per fargli capire di averla fatta grossa.

 

 

SPIRANO – Sono state 600 le firme che i «Giovani padani» di Spirano hanno raccolto domenica in piazza a favore del crocifisso negli edifici pubblici e nella aule scolastiche.

I ragazzi, insieme al sindaco Giovanni Malanchini, hanno trascorso l’intera mattinata in piazza Libertà per raccogliere consensi su quella che loro definiscono una «sentenza assassina nei confronti della cultura e dei valori della nostra società». «Sono stati molti gli spiranesi che hanno voluto aggiungere il proprio nome alla lista di chi dice “no, il crocifisso non si tocca” – ha spiegato Luca Sonzogni, assessore al Commercio –. Si è rivelata dunque una mattinata molto positiva, un’ulteriore conferma di come la nostra gente tenga molto alle proprie radici e identità culturale».

Nel pomeriggio i «Giovani padani» si sono spostati in via Merisi, dove hanno distribuito un quintale di caldarroste: il ricavato andrà all’ Associazione Umanitaria Padana   http://www.umanitariapadanaonlus.net/ .