Nei borghi storici niente kebab, phonecenter, scommesse e sexy shop.
L’amministrazione comunale di Bergamo mette mano all’organizzazione delle attività commerciali. La delibera di “Valorizzazione del Commercio” presentata dalla Giunta comunale fissa delle regole per l’apertura di nuovi negozi nei borghi storici. Una serie di categorie non sono più ammesse: kebab, friggitorie, distributori automatici, lavanderie self service, vendita di materiale erotico e pronografico, centro di telefonia internazionale e di trasferimento denaro, sale giochi, sale bingo, agenzie di scommesse. Queste tipologie di commerci non potranno aprire in Città alta, Borgo Pignolo e Borgo Canale, Borgo Santa Caterina, Borgo Palazzo e Borgo San Leonardo (compresa via Quarenghi), tutto il centro cittadino. Inoltre gli esercizi di vendita di materiale erotico o pornografico, le sale giochi, le sale bingo e le agenzie di scommesse possono insediarsi, solo nel resto della città, rispettando una distanza minima di 150 metri da luoghi di culto, ospedali, case di cura, cimiteri, caserme, scuole di qualsiasi ordine e grado ed insediamenti destinati all’educazione e allo svago dei ragazzi. In particolare per i kebab e le altre attività artigianali la motivazione contenuta nella delibera spiega che “la caratteristica dei prodotti venduti si discostano profondamente dalla tradizione di “negozietti e trattorie sotto casa” che per decenni hanno caratterizzato i centri di antica formazione delle nostre città”. Il nuovo regolamento passerà ora in commissione e poi all’esame del Consiglio comunale. “E’ una delibera che ha come obbiettivo la salvaguardia dei borghi storici, preservardone l’autenticità. Vogliamo favorire la cultura dell’accoglienza turistica con un occhio di riguardo al patrimonio della città e spingiamo per la completezza dell’offerta e dei servizi ai residenti. Il ruolo di questa amministrazione è sostenere i negozi di vicinato, fa parte della nostra impostazione politica iniziale”.