Rassegna stampa

La “deregulation” di Calderoli per le imprese e l’edilizia

 Continua la lotta contro la burocrazia del ministro per la Semplificazione normativa, Roberto Calderoli.
Nella seduta di oggi del Consiglio dei Ministri sono stati infatti approvati importanti novità in termini di risparmio e di snellimento delle attività burocratiche. 
Tre i settori che, in modo particolare, saranno agevolati dai nuovi interventi di semplificazione: le imprese, l’edilizia – lavori pubblici e il welfare. 
“Grazie a questi nuovi interventi avremo un ulteriore risparmio complessivo di oltre 1 miliardo di euro l’anno”, sottolinea il ministro per
la Semplificazione Normativa, Roberto Calderoli.
  Molte le agevolazioni alle imprese, per esempio: la tenuta dei libri sociali, il cui obbligo passerà da trimestrale ad annuale, con un risparmio complessivo di circa 750 milioni di euro l’anno; le gestioni delle strutture ricettive saranno informatizzate, per un risparmio di 49 milioni di euro.
Sul modello di altri Paesi comunitari, tutti gli adempimenti amministrativo – burocratici per le imprese vengono poi concentrati in due date l’anno (il 1° marzo ed il 1° settembre). Saranno libere – ossia non più soggette a Dia – una serie di piccole attività edilizie, purché conformi agli strumenti urbanistici comunali e nel rispetto delle norme antisismiche, di sicurezza, antincendio igienico-sanitarie, nonché di quelle ambientali. 
Tra queste tutti gli interventi di manutenzione ordinaria, nonché alcuni lavori per l’abbattimento delle barriere architettoniche. 
Per via telematica e senza spese in più per il cittadino, si potrà inoltre comunicare la cessione di fabbricati, con un risparmio di oltre 93 milioni di euro. 
Importanti e dettagliati anche gli interventi che riguardano il welfare, dalla semplificazione della denuncia d’infortunio o malattia: il Dipartimento della funzione pubblica ha quantificato in 155 milioni di euro annui il costo della doppia denuncia ma attuando questa semplificazione si potrà avere un risparmio per le imprese di 77 milioni di euro l’anno. 

Buone notizie anche per i lavoratori dello spettacolo: la misura adottata potrebbe eliminare oneri per circa 3 milioni e mezzo di euro l’anno, di cui 209 milioni a carico delle imprese ed il resto per l’Enpals. Questa semplificazione riguarda oltre 6 mila imprese e ben 260mila lavoratori.
“Questi – conclude il ministro Calderoli – sono soltanto alcuni degli interventi che sono stati attuati contro la burocrazia, grande nemica di cittadini e imprese”.

 

Carolina Lussana: no al ritorno dell’immunità

La Lega Nord si schiera nettamente contro la proposta di reintrodurre l’immunita’ parlamentare avanzata da molti esponenti del Popolo della Liberta’. “Non penso che sia opportuno al momento discutere di immunita’ e comunque ritengo che sia impraticabile tornare alla vecchia formulazione”, ha detto Carolina Lussana, vicepresidente della Commissione Giustizia della Camera.

 

Terrorismo, arresti a Bergamo

Operazione Hajii. Il blitz del Gico, il reparto speciale della Guardia di Finanza che si occupa di terrorismo internazionale, è scattato prima dell’alba. Quaranta uomini in tutto provenienti da Milano, rinforzati da alcuni militari del comando di Bergamo, sono entrati in azione nella periferia sud della città, in contemporanea con i reparti antiterrorismo di mezza Europa (17 gli arrestati in totale). Nel mirino otto abitazioni e un magazzino dove è stata trovata refurtiva elettronica. L’obiettivo era arrestare il maggior numero possibile di appartenenti a un’organizzazione criminale algerina dedita a furti, rapine, clonazione di carte di credito: tutti reati il cui provento finiva in buona parte in Algeria, attraverso corrieri o money transfer. Le tracce del denaro, una volta arrivato in Nord Africa, si perdono nel deserto. Ma, secondo il Gico, il gruppo aveva contatti piuttosto evidenti con presunti membri di cellule terroristiche: per la precisione, li finanziava.  
Il “cervello” dell’organizzazione è stato preso proprio a Bergamo, in città, dove il gruppo ha messo a segno alcuni furti in appartamento. Si tratta di un quarantenne algerino, coetaneo di un altro arrestato: entrambi sono stati presi nella zona di via Carducci. L’operazione è filata liscia, ma non sono mancati i momenti di tensione: per entrare in due abitazioni i finanzieri hanno dovuto usare le maniere forti. Un altro algerino, un 50enne, è stato arrestato a Almenno San Salvatore. Tutti e tre sono finiti in carcere con l’accusa di associazione a delinquere, aggravata dal carattere di transnazionalità. Indagato a piede libero il titolare del magazzino dove sono state trovate le apparecchiature elettroniche, pure lui algerino.
I membri del gruppo erano estremamente mobili: si spostavano attraverso le frontiere come volevano. Oggi qui, domani in un’altra città europea. Disponevano di molti documenti falsi, che in certi casi producevano da soli. Arresti sono stati fatti in Francia, Spagna, Austria e Gran Bretagna. In Italia gli algerini ammanettati, compresi i tre di Bergamo, sono in tutto sei.
Inquietanti i contatti con i gruppi terroristici attivi sulla scena internazionale: uno degli arrestati (non è tra quelli presi a Bergamo) figura addirittura nella lista Onu dei sospetti finanziatori delle organizzazioni eversive. Non solo. Un membro del gruppo, tempo fa, spedì denaro in Bosnia. Sorpresa: il destinatario era un appartenente a una cellula terroristica islamica locale.
Infine, sono stati documentati contatti con altri due soggetti arrestati in Svizzera, accusati a loro volta di foraggiare i professionisti del terrore. Uno scenario preoccupante, che ha toccato direttamente anche Bergamo. A dimostrazione che nemmeno una tranquilla città di provincia può ritenersi estranea alle tensioni che percorrono questi anni difficili.
A sottolineare l’importanza dell’operazione è stato il Ministro dell’Interno Roberto Maroni: “Abbiamo smantellato una cellula terroristica algerina che raccoglieva finanziamenti per le attività terroristiche fuori dall’Italia”.

 

La rivelazione – Clamorosi sviluppi nelle indagini sul fallito attentato alal caserma Santa barbara: game aveva annotato luoghi e spostamenti del ministro orobico.

Calderoli nel mirino del kamikaze libico

Nel giorno in cui Bergamo scopre di avere in casa tre presunti fiancheggiatori di cellule terroristiche, arriva un’altra notizia inquietante. Mohammed Game, il libico che tentò di farsi saltare in aria davanti alla caserma Santa Barbara di Milano, aveva messo nella lista dei possibili obiettivi anche Roberto Calderoli. E’ quanto emerge dagli sviluppi delle indagini in corso a Milano.
Game, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, aveva minuziosamente annotato dettagliate informazioni su personalità istituzionali, tra cui anche il ministro orobico,
La Russa e Maroni. In particolare, aveva preso nota degli spostamenti della scorta di Calderoli, informandosi anche sulla sua abitazione a Mozzo. Attraverso Google Maps, il libico aveva studiato attentamente i luoghi dove il leghista risiede. Con il passare dei giorni, Game assomiglia sempre meno a un esaltato e sempre di più a un pericoloso elemento estremista. E Bergamo si scopre compreso nell’incubo.

 

Il ministro – Roberto Maroni, ministro dell’Interno, scende in sala stampa a palazzo Chigi prima del Cdm per parlare dell’operazione di oggi a Milano e fare i complimenti alla Gdf.

Maroni: “Cresce terrorismo in franchising”

“Non solo a Milano ma anche nell’area circostante” sta prendendo piede quello “che ho definito il terrorismo in franchising”. Roberto Maroni, ministro dell’Interno, scende in sala stampa a palazzo Chigi prima del Cdm per parlare dell’operazione di oggi a Milano e fare i complimenti alla Gdf. “Questi fenomeni – avverte – stanno assumendo una dimensione piuttosto rilevante. Come ho già avuto modo di dire qualche giorno fa, l’evoluzione che c’è stata da queste cellule che raccolgono fondi per kamikaze fai da te attraverso il sistema di terrorismo in franchising”, riguarda il capoluogo lombardo e l’area circostante. Seguiamo tutto sempre con grande attenzione, intervenendo con tempestività come il caso di oggi. Faccio i complimento ai magistrati e alla Gdf che hanno smantellato questa pericolosa cellula criminale algerina”.

 

Il verde Vertova su Facebook: Invernizzi da Ku Klux Klan

Provocazione del consigliere comunale dei Verdi Pietro Vertova: sulla sua bacheca in Facebook è comparsa un’immagine che ritrae l’assessore alla Sicurezza Cristian Invernizzi con il cappuccio bianco da Ku Klux Klan. Il riferimento di Vertova è all’aggressione di Venezia: il 13 settembre quattro bergamaschi, secondo la Procura della Repubblica lagunare, furono protagonisti dell’aggressione a due camerieri immigrati, in una trattoria. Le seguenti dichiarazioni di Invernizzi non sono piaciute a Vertova, che ha incollato su Facebook un’immagine piuttosto forte accompagnata da un finto lancio dell’agenzia Ansa, ritoccato in più punti. Una provocazione. “Politicamente ho fatto una cavolata, ma restano ferme le mie critiche all’atteggiamento di Invernizzi”. “Mi consulterò con il mio avvocato – ha ribattuto Invernizzi -. Ma se Vertova chiede scusa tutto si può risolvere”. Sull’argomento Vertova ha già presentato un’interpellanza in Consiglio comunale: chiederà al sindaco Franco Tentorio se ritiene Invernizzi idoneo per il ruolo di assessore alla Sicurezza.

 

E BRAVO CONSIGLIERE VERTOVA……..   NOI PENSIAMO AL TERRORISMO E LUI SEMPRE IN CERCA DI MODI PER FARSI NOTARE !!!!

Rassegna stampaultima modifica: 2009-11-13T12:24:00+01:00da leganord.b
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