Carmelo Francia. Una vita di dialetto.

I 90 anni di Francia. «Il futuro del dialetto? A teatro e in poesia»

carmelo francia.jpgCarmelo Francia. Una vita di dialetto. Provate a dimostrare il contrario. O meglio «proi a dì ol contrare», come direbbe lui, Francitus, al secolo Carmelo Francia, novant’anni appena compiuti (lo scorso 23 dicembre), almeno una settantina dei quali trascorsi a comporre versi in bergamasco. Ma non chiamatelo «verseggiatore», come qualcuno ogni tanto fa con un po’ di leggerezza. Meglio (ne ha pieno titolo) poeta con diverse pubblicazioni al suo attivo e un’opera – il dizionario Italiano-bergamasco e bergamasco-italiano di cui è stato coautore assieme a Emanuele Gambarini – che si è rivelata un autentico best seller. Il tutto, naturalmente, sotto l’egida del Ducato di Piazza Pontida, di cui è una delle colonne da oltre cinquant’anni. Eccetto un breve periodo in cui fu condirettore al periodico «La Penna», Francia ha dedicato infatti buona parte della sua opera al sodalizio e in particolare al «Giopì», periodico di cui è tuttora direttore onorario con abituali interventi in prima pagina. Non solo: nella sede del Ducato da anni, per l’esattezza dal 1982, Francitus tiene con successo i suoi famosi corsi di bergamasco ed è qui, nella sua «seconda casa» di piazza Pontida, che lo si può incontrare ogni mattina.

Allora Francia, come sta il dialetto?

«Per gli appassionati bene, per gli altri un po’ meno, perché stanno scomparendo le persone che lo parlano. Sono sempre meno e, in generale, direi che la città sta peggio della provincia da questo punto di vista».

Siamo quindi agli sgoccioli per il bergamasco?

«Non credo che il dialetto sia moribondo. Il suo è un futuro di poesia: resisterà tra i cultori e anche a teatro: le serate dialettali sono molto frequentate».

Ma come mai la gente lo apprezza a teatro e poi non lo parla?

«Perché si tratta comunque di un dialetto difficile, soprattutto nella forma scritta. E poi c’è un altro problema: chi è in grado ormai di insegnarlo? Due, al massimo tre persone, me compreso».

I corsi comunque non vanno male…

«No, gli iscritti non mancano. Le lezioni sono cominciate nel 1982, grazie al Duca Gibellini e al professor Mora, e da allora proseguono con una buona affluenza: parliamo sempre di una decina di persone al massimo, ma è comunque il segno di un interesse; personalmente una decina d’anni fa, tra gli allievi ho avuto anche uno statunitense, qualche tempo prima un francese e lo scorso anno un belga».

E la bergamaschità esiste ancora?

«Credo di sì, quando si organizza qualcosa per la città o si scrive su Bergamo si dimostra comunque l’attaccamento alle proprie origini, alla tradizione. Il Ducato si muove proprio in questa direzione e anch’io con lui, cercando di coltivare proprio il dialetto».

A proposito di Ducato: come sta il sodalizio?

«Ci difendiamo, anche se a volte mancano un po’ le risorse finanziarie».

Gli auguri alle autorità sono sempre pungenti: come nascono?

«Gli spunti sono del duca e poi io li metto in rima».

La rubrica «Alla finestra» pubblicata ogni quindici giorni sul Giopì invece è tutta farina del suo sacco?

«Sì, quella nasce dall’osservazione della vita quotidiana, ma anche dal dibattito amministrativo: devo dire che ultimamente si fatica un po’ di più a trovare gli argomenti, con la Giunta Bruni i litigi non mancavano».

Adesso però è tornato l’Arlecchino, magari qualche nuovo spunto si trova: a lei dove piacerebbe vederlo collocato?

«La fontana di largo Rezzara era l’ideale, però dubito che si riesca a spuntarla. C’erano problemi legati alla tutela legale dell’autore, anche se a dire il vero toccherebbe al Comune far valere i proprio diritti nei confronti del progettista visto che la vasca non doveva essere quella che tutti conosciamo».

C’è qualcosa che vorrebbe pubblicare per i suoi novant’anni?       «Una raccolta di poesie naturalmente: nel cassetto ne ho più di 150 composte dal 2000 a oggi. Speriamo: sarebbe un bel regalo». (da Eco di Bergamo, 15-02-2010)

Carmelo Francia. Una vita di dialetto.ultima modifica: 2010-02-15T16:39:00+01:00da leganord.b
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