Lega all’attacco: Casa Amica rischia il fallimento

invernizzi in ufficio.jpg“Casa Amica ha ancora senso?” A chiederlo è il segretario provinciale della Lega Nord Cristian Invernizzi, all’indomani della riunione del Cda della Fondazione che ha come obbiettivo facilitare l’accesso alla casa a immigrati e italiani in situazioni di disagio o esclusione abitativa.
“Le preoccupazioni emerse nel corso dell’ultima riunione del Cda relativamente alla situazione finanziaria in cui versa Casa Amica, unitamente alle perplessità già avanzate dalla Provincia di Bergamo circa il funzionamenti e la gestione della Fondazione, rendono necessaria una riflessione su questa realtà, che sta venendo meno allo scopo per la quale era stata costituita e cioè aiutare i più bisognosi” dichiara Invernizzi.

Pirovano : “Troppe case agli stranieri”

pirovano serio.jpg “L’86% degli alloggi è occupato da stranieri”

“Troppe case agli stranieri”. Il presidente della Provincia Ettore Pirovano riprende un lei motiv già utilizzato in passato da esponenti leghisti quando si parla della Fondazione Casa Amica. Durante la discussione di un ordine del giorno presentato da Paolo D’Amico in Consiglio provinciale il presidente non risparmia pesanti critiche alla Fondazione di cui fanno parte Provincia, Comune, Diocesi, Mia, Fondazione Banca Popolare, Confindustria, Ance e che ha come obbiettivo facilitare l’accesso alla casa a immigrati e italiani in situazioni di disagio o esclusione abitativa”. “Dei 175 appartamenti gestiti da casa Amica – ha spiegato Pirovano – 151 sono occupati da stranieri. Dei 16 immobili di proprietà della Provincia 13 sono dati a immigrati. Non ci piace per niente questo modo di fare di Casa Amica e siamo profondamente contrari che si continui così. O si dà pari dignità a bergamaschi e stranieri nell’accesso della casa, oppure perché non tornare a gestire in proprio i nostri appartamenti? Non esiste che gli italiani per avere una casa debbano essere per forza ex tossicodipendenti, ex carcerati o ragazze madri”. L’ordine del giorno di Paolo D’Amico viene ovviamente bocciato. Anche con i voti del Popolo della Libertà “perché Regione e conferenza dei sindaci fanno già abbastanza”.