Il piano “segreto” della Lega: ministeri a Torino, Brescia e Venezia

bossi primo piano.jpgLo ha anticipato domenica a Venezia. Ma come nel suo stile dietro quello parole c’è un piano ben preciso. Umberto Bossi vuole portare i ministeri dell’Interno, dell’Industria e dei Beni Culturali al Nord. Rispettivamente a Torino, Brescia e Venezia.

Il piano segreto della Lega prevede lo spostamento di alcuni dicasteri chiave da Roma alla Padania. Il colpo grosso è il trasferimento a Torino del ministero dell’Interno, guidato da Roberto Maroni. L’obiettivo è quello di far traslocare il Viminale nel capoluogo piemontese entro la fine della legislatura. Nella capitale resterebbe solo un distaccamento, legato alle questioni elettorali. Mentre gli uffici che pesano di più – pubblica sicurezza, immigrazione e ordine pubblico, oltre al centro di comando dei prefetti -, verrebbe portato nella città piemontese, oggi guidata dall’esponente del centrosinistra Sergio Chiamparino ma in cui il Carroccio conta di far man bassa alle prossime Amministrative.

Il piano padano, poi, prevede che il dicastero dell’Industria, ovvero dello Sviluppo Economico, venga spostato a Brescia. E si capisce: la Leonessa è capitale di uno dei distretti produttivi più attivi d’Italia, centro di gravità di piccole e medie aziende ed artigiani. Alla splendida Venezia andrebbe invece il ministero dei Beni Culturali. Niente di più logico, viste le caratteristiche artistiche e culturali della Serenissima che potrebbe ricevere in dote anche un segretariato al Turismo.

La strategia è dunque più federale che mai. Ovvero, ridistribuisce i centri di potere nelle grandi capitali del Nord: un ministero al Piemonte, uno alla Lombardia, uno al Veneto. A Milano poi andrebbe la Consob, come peraltro accade in tutti i grandi paesi del mondo, dove l’organo di controllo della Borsa risiede nella stessa città in cui ha sede il mercato azionario. E al Nord arriverebbero anche importanti funzioni del ministero dell’Economia mentre la sede principale, vista la complessità delle funzioni resterebbe a Roma. Per quanto riguarda Milano, infine, almeno per il momento, il Senatùr si accontenterebbe del trasferimento della Consob, l’organismo di controllo della Borsa, che in questo modo – come accade in tutti i paesi occidentali, starebbe nella stessa città dove ha sede il principale mercato azionario e obbligazionario. E Tremonti? Il ministero dell’Economia, vista la complessità delle funzioni, resterebbe a Roma. Anche se importanti sedi locali dovrebbero essere aperte tanto al Nord quanto al Sud, sottraendo alcune competenze a Via XX Settembre in modo tale da non moltiplicare i costi.  (da BergamoSera,15-9-10)