Finalmente anche il TAR sulle moschee

COMUNICATO STAMPA
E’ con estrema soddisfazione che prendiamo atto del pronunciamento del TAR in merito alla moschea abusiva di via Cabrini, fatta chiudere dalla precedente amministrazione, in palese violazione di diverse norme urbanistiche e di sicurezza.
Una battaglia, durata anni, che è stata frutto di moltissimi incontri con i residenti della zona della Malpensata, con i comitati locali e con i tecnici di diversi assessorati (sicurezza, urbanistica, ambiente, attività produttive). Ringrazio in particolare gli ex assessori Invernizzi e Bandera, per il costante monitoraggio della problematica.
La sentenza del TAR sancisce che non è possibile trasformare un capannone artigianale o industriale in luogo di culto e mette la parola “fine” alle pretese di certe associazioni islamiche nel non rispettare neanche le più basilari regole amministrative.
Prendiamo anche atto dei procedimenti in corso sulla moschea abusiva di via Quarenghi, oggetto, negli ultimi mesi, di 3 interrogazioni e di un ordine del giorno della Lega Nord: anche in questo caso è evidente che non sia possibile trasformare un negozio in luogo di culto. Ben venga, dunque, la richiesta di chiarimenti da parte della Procura.
Anche per il futuro, la nostra azione politica sarà volta a contrastare con fermezza qualsiasi forma di luogo di culto non autorizzato, forti dell’appoggio dei nostri concittadini.
Cordiali saluti,
Dott. Alberto Ribolla
Capogruppo Lega Nord
150121 moschea -corsera e giorno

mentre pensiamo all’accoglienza, succede questo…

a Carpi (ma non solo), donne da una parte e uomini dall’altra. Dove sono tutte quelle femministe che organizzano grandi proteste contro la segregazione ??

a Mosul (Iraq), due giovani omosessuali vengono uccisi precipitandoli dal palazzo più alto. Dove sono tutte le associazioni gay che organizzano grandi manifestazioni contro l’omofobia ??

Arrestati sei estremisti islamici a Brescia

I marocchini facevano parte della comunità di Montichiari, predicavano odio contro i cristiani.

belotti 1.jpgA Brescia ieri sono scattate le manette per sei immigrati marocchini appartenenti al movimento islamico “Giustizia e carità”. L’accusa nei loro confronti è di associazione con finalità di incitamento alla discriminazione e alla violenza per motivi religiosi. Il gruppo, secondo gli investigatori, progettava di “punire il papa” per la conversione al cristianesimo dell’europarlamentare Magdi Allam. Al di là di queste farneticazioni, gli uomini praticavano un’educazione all’odio verso le religioni diverse dall’islam sui propri figli, con violenze fisiche e psicologiche. Per cinque dei sei indagati sono stati disposti gli arresti domiciliari, mentre il sesto è stato sottoposto alla custodia cautelare in carcere. 
Il blitz bresciano arriva pochi giorni dopo l’intervento dell’assessore regionale Daniele Belotti che, con una modifica alla legge urbanistica, ha dato ai Comuni la possibilità di controllare l’apertura di luoghi di culto all’interno di locali adibiti a centri culturali. «Gli arresti di Brescia – dice Belotti – confermano ancora una volta che non possiamo abbassare la guardia e che è più che mai indispensabile tenere sotto controllo tutto ciò che ruota intorno a centri di cultura islamica e moschee. I capi d’accusa nei confronti degli arrestati, che avevano costituito un gruppo all’interno del movimento islamico di cui facevano parte, sono gravissimi».
Belotti sulla base di queste vicende sottolinea la recente approvazione del testo che consente ai Comuni di dire no all’apertura di moschee mascherate da centri culturali. «Anche alla luce di questi fatti – dice l’assessore leghista – ritengo che le nuove e importanti modifiche apportate, attraverso il collegato approvato nei giorni scorsi dal Consiglio, alla legge regionale 12, che danno agli amministratori locali la possibilità di mettere un freno al fenomeno del proliferare dei luoghi di culto mascherati da centri culturali, siano importantissime e debbano altresì essere supportate da modifiche normative anche di pubblica sicurezza. Non si tratta più infatti solo di problemi di natura urbanistica ma anche e soprattutto di ordine pubblico e sicurezza. I fatti dimostrano che, troppo spesso, all’interno di moschee e luoghi di culto, fanatici e invasati trovano terreno fertile per fare proselitismo, supportati, come in questo caso, anche da sermoni di imam conniventi». (da giornale di Bergamo,28-2-11)