«Questo è un Piano più realistico, non abbiamo voluto scrivere un libro dei sogni: è un Pop vero, quello che abbiamo scritto lo vogliamo realizzare»: parola di Alessio Saltarelli, arrivato alla quadra del Piano delle opere pubbliche 2010-2012, varato ieri dalla Giunta. Una versione decisamente meno small rispetto a quella entrata in Giunta, visto che il totale del programma triennale è passato dagli iniziali 166 milioni 350 mila euro agli attuali 195 e 750 mila. Come dire che, strada facendo, c’è stato il classico assalto alla diligenza del Pop.
E così sono rientrate (o entrate) opere come il collegamento tra l’asse interurbano, via Rovelli e Borgo Palazzo (per ora c’è 1 milione destinato evidentemente alla progettazione e frutto dei fondi della Camera di Commercio ex tangenziale est), il parcheggio a servizio della moschea di via Cenisio, i 2 milioni per la sistemazione delle piscine Italcementi (per il quale ne sono inseriti altri 5 da reperire tramite un project financing, il coinvolgimento cioè di privati anche per la gestione), la sistemazione degli spazi interrati della De Amicis alla Celadina, l’ampliamento della scuola dell’infanzia del quartiere e del nido di Loreto, un nuovo centro anziani nel centro. In generale risultano maggiormente incrementati gli interventi previsti nel 2012, ma a sorpresa ora il totale triennale 2010-2012 è superiore a quello del Pop 2009-2011 varato dal centrosinistra, per la precisione quasi 4 milioni in più, anche se frutto di possibili contributi privati.
Nel dettaglio, nel 2010 sono previsti 56 milioni 590 mila euro di opere, di cui 37 e 740 mila a carico del bilancio comunale, il resto frutto di contributi di privati o enti. Nell’ipotesi precedente il computo era di 75 milioni (di cui 40 comunali), e qui il taglio c’è stato, eccome.
Nel 2011 il totale generale sale a 77 milioni 930 mila euro, di cui 52 e mezzo del Comune 25 e mezzo da privati o enti: il Pop del centrosinistra ne prevedeva 52 milioni e 30 mila euro in totale, di cui solo 500 mila da privati ed enti. E qui l’inversione di tendenza è netta, anche se frutto soprattutto degli attesi contributi extracomunali. Infine il 2012 si scende a 61 milioni e 230 mila, di cui 55 e 730 mila a carico delle casse di Palafrizzoni.
Fatti questi due calcoli risulta abbastanza curioso l’atteggiamento più «realista del re» di Saltarelli e del suo collega al Bilancio Enrico Facoetti che hanno improntato buona parte del proprio intervento al ribasso, rilevando soprattutto come i Pop passati avessero cifre più consistenti «ma la media delle realizzazioni concrete si fosse poi nei fatti assestata sui 35 milioni l’anno». Il che, numeri alla mano è indiscutibile. «Questo Piano è reale e compatibile con le esigenze e i vincoli di bilancio: presentare Pop da 83 milioni l’anno vuol dire prendere in giro i cittadini» rileva Facoetti con un chiaro riferimento ai predecessori di centrosinistra. Ma alla fine curiosamente sia lui che Saltarelli sorvolano su un computo finale superiore sia alla prima versione entrata in Giunta che (soprattutto) a quella ereditato dai predecessori. Probabilmente un eccesso di prudenza che ha portato a concentrarsi soprattutto sul 2010, il traguardo più a portata di mano, consci che più si spostano le lancette in avanti e meno le opere sono certe. Anche in un orizzonte limitato come quello triennale.
Nell’attesa di vedere passare i progetti dalla carta al cemento, Saltarelli si toglie qualche sassolino dalla scarpa. Insieme ai colleghi di Giunta quando mettono nero su bianco su un comunicato stampa la replica ai sindaci della Valle Seriana quell’attimo neri per lo spostamento della sistemazione del rondò delle Valli dal 2011 al 2012: «È frutto dell’accordo di programma sul Gleno». Poi in corsa solitaria quando circostanzia meglio alcuni concetti dello stesso comunicato: «Su quell’accordo di programma tutte le spese se le accolla il Comune: andiamo avanti, ma chi l’ha firmato (l’amministrazione Bruni – ndr) non ha fatto l’interesse dei cittadini». Fermo restando che, fosse per lui, quell’adeguamento – che altro non è che un sovrappasso dalla Valle Seriana – non s’avrebbe da fare: «Mi domando se sia utile realizzarlo, dal punto di vista funzionale ed estetico».
Fermo restando che a) una soluzione alternativa non c’è e b) «non è logico che queste opere siano solo a carico nostro, sono d’interesse sovracomunale: sediamoci tutti intorno ad un tavolo con il coordinamento della Provincia ed ognuno ci metta del suo». Una posizione non nuova, visto che la necessità di una compartecipazione era già stata sollevata dall’allora sindaco Cesare Veneziani e più recentemente da Roberto Bruni al momento di cassare la Tangenziale est: «Ma quel taglio è costato milioni al Comune» replica tranchant Facoetti. E comunque sul Gleno «discuteremo e magari litigheremo sulla fase attuativa e sulle modalità operative», assicura Saltarelli. Ma in Giunta non sembrano in molti a pensarla come lui.
A proposito di tagli, Saltarelli conferma quello al Carmine e boccia sostanzialmente il progetto: «Ma cosa vogliamo farci lì dentro: c’era del residenziale con dei ristoranti, voglio vedere come si potrebbe farli convivere». E allora si aspettano buone nuove dal Demanio su Sant’Agata per «considerare le due strutture insieme». Cosa che in realtà il vecchio progetto faceva già. Nell’attesa una buona notizia, dai risparmi su un appalto sono saltati fuori 290 mila euro che verranno impiegati per sistemare alcune abitazioni di via Rosa 18/e a Boccaleone («Hanno ancora le coperture in eternit»). Martedì, infine vertice a Palafrizzoni sul nuovo stadio: ci sarà Gino Zavanella, progettista dei nuovi impianti di Juventus e Roma e ora in campo con l’Atalanta.
L’Eco di Bergamo – 5/11/2009