L’Amministrazione non si costituirà nel ricorso del Mosaico. Centrosinistra all’attacco
Ex Sace, Palafrizzoni non si oppone al Tar
Il sindaco Franco Tentorio lo definisce un gesto di distensione: «Non volevamo dare un segno politico di contrapposizione». Da qui la scelta del sindaco di ritirare la delibera che autorizzava Palafrizzoni a costituirsi nel giudizio promosso da alcuni residenti della Conca Fiorita (che si riconoscono nell’associazione Mosaico) al Tar di Brescia, relativamente alla delibera consiliare di approvazione del Pii ex Sace.
Di più: «Riteniamo che il ricorso al Tar possa essere uno strumento utile per la mediazione in sede di presentazione del progetto vero e proprio», spiega il sindaco. In pratica, vista da Palafrizzoni versione centrodestra, il ricorso amministrativo dell’associazione contraria agli insediamenti alla Conca Fiorita potrebbe essere uno degli strumenti possibili per la trattativa con i privati che dalla loro hanno comunque volumetrie regolarmente concesse e una convenzione messa nero su bianco. O comunque ad un passo dalla firma.
Una scelta, quella «della rinuncia a far valere in giudizio le ragioni a sostegno della legittimità dei provvedimenti adottati dall’amministrazione comunale, che pare davvero grave e sorprendente» stigmatizzano i consiglieri comunali del centrosinistra «perché la non condivisione nel merito del provvedimento impugnato da parte della Giunta attualmente in carica non può comportare la rinuncia ad affermarne e sostenerne la piena legittimità» si legge in un’interpellanza.
Inoltre il centrosinistra sottolinea come «siano apparse a più riprese notizie circa la volontà dell’amministrazione in carica di apportare modifiche al Pii ex Sace senza che alcuna informazione sia stata fornita, allo stato, ai consiglieri comunali, nonostante la rilevanza dell’intervento urbanistico in questione». Da qui la richiesta di conoscere i motivi del ritiro della delibera, di sapere se la convenzione urbanistica sia stata già sottoscritta e se e quali modifiche si intendano apportare a tale Pii e quale sia l’iter procedurale previsto per la loro eventuale approvazione».
Nell’attesa della risposta in aula, la decisione del Comune si può interpretare solo in un modo, cercare di creare un clima disteso con l’associazione, poco convinta (eufemisticamente) dell’epilogo della convenzione con i privati. Atto però dovuto per legge, in quanto conseguenza di una regolare deliberazione dell’aula la scorsa primavera. Il tentativo di tagliare le volumetrie previste ci sarà, con quale esito è difficile prevedere: nell’attesa Palafrizzoni ha strappato l’impegno a rivedere almeno le altezze. Per i metri cubi si vedrà.
(Eco di Bergamo, 30-10-2009)