verso la fine dell’impero…

furti in cittàNel generale decadimento (ma, per carità, non facciamo allarmismi! come chiede Alfano) i furti a Bergamo sono quasi triplicati negli ultimi anni !!
La mancanza di controllo del territorio, l’immigrazione selvaggia, il depauperamento e la continua delegittimazione delle forze dell’ordine, l’inquisizione su coloro che si ribellano e tentano di difendersi… l’ipocrisia del messaggio “nessuno tocchi Caino”.. mentre Abele è costretto a porgere sempre l’altra guancia.. la bieca intelligenza di coloro che si nascondono dietro le statistiche nazionali ben sapendo che tantissimi cittadini (almeno tanti quanti non vanno a votare e presi dalla stessa sfiducia) non vanno neanche più a denunciare furti, aggressioni, malversazioni. Bisogna proprio ammettere che quasi ci sono riusciti e se i cittadini non sapranno reagire ci RIUSCIRANNO ! ad arrivare ad una società dove non ci sono più tradizioni, non regole di civile convivenza, nessun dovere ma solo diritti, nessuna legge o, meglio, così tante leggi che nessuna vien fatta osservare e tanto meno interventi di aiuto al vicino aggredito o in difficoltà.
I furti in abnorme incremento e le quotidiane segnalazioni che giungono dai cittadini sono solo un segnale di questa trasformazione della nostra società. I media nazionali, impegnati da Renzi a ripulire dal fango gettato per anni dalla sinistra e a dimostrare che ora invece va tutto bene, ignorano tranquillamente questa situazione; che importa al radical-chic, che abita in villa super-protetta ed è sempre in volo per il mondo, di queste guerre tra poveri di casa nostra (se si può dire ancora “casa nostra”)…

Piano Sace, la Lega continuerà a vigilare sul progetto

Luisa Pecce, consigliere della Lega Nord, replica all’ex assessore Luigi Nappo in merito al piano integrato di intervento della Sace.

Sace - da sotto.jpgA ciò sollecitata, approfitto per ripetere ancora una volta quello che forse i cittadini di Bergamo si sono stancati di sentire: che tutte le strade  che era possibile in contrattazione percorrere senza aggravio di costi per il Comune con chi aveva già in mano un  PII approvato, sono state battute e nessuno spadone, come affermato, è stato riposto nel fodero.

E’ pur vero che gli originali palazzi di 15 piani, 10 anni di lavori previsti, la trasformazione del Campo Utili in giardinetto del condominio, un assessore che sosteneva questo obbrobrio senza neppure comunicarlo alla Circoscrizione, non esistono più grazie alla battaglie a suo tempo sostenute dai residenti. Certamente l’ideale sarebbe stato per questa Amministrazione aver ereditato una mano libera piena sul progetto, ma purtroppo così non era. La Giunta Bruni ed in particolare l’ex Assessore all’urbanistica Grossi avevano già perseguito, con incredibile caparbietà (e perfino con sospetta sollecitudine) l’iter di approvazione arrivando a varare il PII negli ultimissimi giorni di governo. Con il cambio di maggioranza è stato possibile proseguire nella revisione della convenzione salvaguardando anche il Campo Utili, cui si vuole mantenere la vocazione a destinazione sportiva della città. Il restyling riguarderà tribune, spogliatoi e palestra dando valore aggiunto all’impianto, gli alberi ed il verde saranno rispettati, lo sbancamento radicale per tutta la superficie ed il cambio d’orientamento del campo di calcio precedentemente previsti non saranno realizzati con risparmio di denaro e rispetto dei luoghi. Il sottopasso di via Baioni, del tutto eliminato, sarà sostituito da un rondò per l’immissione di una via Pinetti allargata a doppio senso. Certamente sarebbe stato auspicabile ridurre ulteriormente le volumetrie ma nessuno può negare i risultati fin qui ottenuti : 11.400 mc. in meno, altezze dei palazzi residenziali ridotte a 7 piani, la palazzina Sace dimagrita di 10.000 mq, mentre per la parte residenziale il progetto, da presentarsi entro il 30 giugno 2011, è ancora solo nella mente dei proprietari.

09-11-24 Luisa al Consiglio b.jpgE questo progetto dovrà poi passare in Commissione Urbanistica e poi in Consiglio Comunale. In entrambi i casi quelli con lo spadone, ora parte integrante della coalizione che governa la città, propongono, collaborano e vigilano, come volere dei cittadini che a questo scopo li hanno eletti. Diciamo a tutti i cittadini ciò che i residenti che avevano dato battaglia e che si sono mantenuti informati già sanno: la nostra attenzione è e rimarrà sempre alta su questo (ma non solo poichè questo è una parte dei 5 milioni di metri cemento progettati dalla passata amministrazione) intervento che continuiamo a ritenere determinante per il quartiere della Conca Fiorita ed importante per tutta Bergamo.

 

Luisa Pecce

Consigliere Comunale

Vicepresidente Commissione Urbanistica 

Solidarietà al Mosaico sul caso ex Sace

sace11.jpgNei giorni scorsi l’immobiliare “Conca Fiorita” aveva chiesto un maxi-risarcimento da 8 milioni di euro a 10 cittadini, sostenitori del Mosaico, rei di aver fatto , a suo parere, fallire con i loro ricorsi al TAR contro decisioni della passata Amministrazione comunale (esclusione della VAS e approvazione del P.I.I.) , la vendita di una parte dell’area ex Sace oggetto del P.I.I. 

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Comunicato diffuso alla stampa da Palazzo Frizzoni  :

“La Giunta comunale di Bergamo esprime viva preoccupazione per l’azione giudiziaria iniziata nei confronti di 8 cittadini, alcuni dei quali appartenenti al Comitato “Il Mosaico”, anche perché l’iniziativa rischia di incidere negativamente sulle trattative attualmente in corso per ridefinire le volumetrie del Piano Integrato d’Intervento ex Sace. La Giunta comunale non mancherà di dare ulteriore impulso a dette trattative, nell’auspicio di giungere alla soluzione più opportuna”.

Comunicato firmato dai gruppi consiliari di Lega Nord, PdL e Lista Tentorio  :

“La richiesta di risarcimento avanzata dalla società “Conca Fiorita” ai rappresentanti dell’Associazione Mosaico, firmatari del ricorso al Tar contro il Pii ex Sace, è semplicemente sconcertante ed è un atto per il quale i promotori se ne assumono tutte le responsabilità. Ricorrere al tribunale ed avanzare una richiesta di risarcimento perché la protesta, legittima, dei cittadini avrebbe fatto fallire la cessione a un terzo di una parte del complesso ex Sace, non solo è un assurdo dal punto di vista legale ma soprattutto è pericoloso per la partecipazione popolare nelle scelte della città. La decisione di richiedere otto milioni di euro di risarcimento a dei cittadini che come unica colpa hanno quella di essersi opposti, in modo legittimo e secondo gli strumenti che la legge mette loro a disposizione, allo stravolgimento del proprio quartiere, non può che essere condannata da tutte le forze politiche presenti in consiglio comunale.  Peccato che, invece, da coloro che hanno sempre fatto della partecipazione un punto cardine del proprio programma elettorale ci sia stato il silenzio più assoluto. Il riferimento è al centrosinistra e all’ex sindaco Bruni che non ha sprecato una sola parola per prendere le distanze dall’azione legale che sa tanto di intimidazione avanzata dai proprietari dell’area ex Sace. I gruppi consiliari di maggioranza (Pdl, Lega Nord, Lista Tentorio), invece, condannano fermamente questo grave atto verso una protesta legittima che ha avuto il merito, tra gli altri, di creare un forte e positivo dibattito democratico sulle scelte urbanistiche della città ed esprimono la loro solidarietà agli otto esponenti dell’associazione Mosaico presi di mira dalla richiesta di risarcimento”.

Ex Enel e area Sace. Evitato lo stop Ok dalla Regione

L’Eco di Bergamo/24 marzo 2009

Gli interventi erano a rischio dopo le modifiche alla legge 12. Ma il Pirellone chiarisce: non vale per i Pii già adottati

Arriveranno in Consiglio per l’approvazione finale entro il 21 aprile, data in cui l’assemblea di Palafrizzoni chiuderà i lavori per cambio mandato elettorale. Arriveranno in Consiglio, ma la conferma si è avuta solo ieri. Stiamo parlando dei dibattutissimi Piani integrati di intervento che coinvolgono l’area ex Sace alla Conca Fiorita e quella dell’ex Enel di via Nullo.

Due piani in variante che sono stati adottati dal Consiglio fra dicembre 2008 e gennaio, ma la cui approvazione definitiva è stata messa seriamente in forse nelle scorse settimane. Questioni legate all’incandescente dibattito politico e alle volumetrie? Macché. La faccenda è tutta tecnica e si è sbrogliata solo dopo che il Pirellone ha fornito l’interpretazione ufficiale di una norma che, all’apparenza, sembrava invece stoppare l’approvazione dei Pii fino a quella del Piano di governo del territorio. Cosa che, in soldoni, a Bergamo (dove il Pgt è stato adottato a metà marzo) avrebbe significato lo stop per almeno un anno.
Pericolo di ricorsi a parte, il «congelamento» avrebbe creato più di una questione: il centrodestra a Palafrizzoni ha infatti remato contro ai due piani e il caso politico, con le elezioni di mezzo, sarebbe stato non di poco conto.
Una questione tecnica, si diceva. Perché mentre i fautori dei due piani e i detrattori si sono confrontati a suon di assemblee pubbliche, petizioni e pure osservazioni (decine quelle sull’area Sace, gran parte firmate dall’associazione Il Mosaico, meno numerose quelle pervenute in Comune sull’ex Enel), l’iter procedurale era fino a ora filato via nella logica di un legittimo contraddittorio politico. Il rischio di finire a gambe all’aria per i due interventi si è però fatto concreto nelle scorse settimane, il 10 marzo per l’esattezza. In quella data, infatti, la Regione ha apportato alcune variazioni alla Legge 12 (quella dedicata all’urbanistica e che sovrintende ai Pgt). Al comma 7 dell’articolo 25 si legge: «Fino all’approvazione del Pgt, i Comuni non possono dar corso all’approvazione di Programmi integrati di intervento in variante, non aventi rilevanza regionale, fatta eccezione per i casi di Pii che prevedano la realizzazione di infrastrutture pubbliche o di interesse pubblico di carattere strategico ed essenziali per la riqualificazione dell’ambito territoriale». Quanto sono strategici? «La Giunta regionale fornirà criteri entro 60 giorni». Il tutto però senza annullare la regola per cui l’approvazione di un Pii debba avvenire entro 60 giorni dalla scadenza del termine per le osservazioni, quindi comunque prima del pronunciamento della Giunta del Pirellone. Insomma, un bel pasticcio. E così sono andati in fibrillazione gli uffici dell’Urbanistica di Bergamo ma anche quelli dei Comuni di mezza Lombardia che a marzo si sono trovati con Pii adottati ma non ancora approvati. Inoltre, posto pure il pronunciamento del Pirellone per maggio, a Bergamo si sarebbe arrivati oltre i limiti anche dal punto di vista dell’operatività del Consiglio.
Dopo le modifiche alla legge 12, per due settimane buone gli uffici hanno navigato a vista, in balìa dei dubbi e alla ricerca di certezze. Tanto che al Pirellone è letteralmente piovuta una valanga di richieste di chiarimenti. Mentre ex Enel e piano Sace erano nel limbo, il titolare regionale all’Urbanistica, Davide Boni, aveva però iniziato a dissipare i dubbi ammettendo la nebulosità del comma e giudicando attuabili i piani adottati prima del 10 marzo. Ieri la conferma: sul sito del Pirellone la chiosa che dallo stop «sono fatti salvi i Pii già adottati al momento dell’entrata in vigore della presente legge. La nuova norma riguarda esclusivamente le proposte di Pii in variante allo strumento urbanistico generale, che rimarranno “congelate” fino all’emanazione dei criteri attuativi». Una circolare specifica ancora non c’è, ma nella contro il tempo per garantire il rispetto dell’iter, la specifica del sito internet pare aver rassicurato gli uffici di Palafrizzoni. Un ultimo esame delle osservazioni, poi si approda in aula per il rush finale.