Election Day: Maroni ad Alfano, si voti il 10 febbraio

maroni e microfoni.jpgFissare l’Election Day al 10 febraio, in concomitanza con il voto per le regionali. E’ la proposta che da Genova Roberto Maroni lancia ad Angelino Alfano. “Condivido la proposta del segretario del Pdl Alfano di fare l’election day per risparmiare 100 milioni di euro. Ma gli faccio una proposta: siccome il 10 di febbraio sono gia’ fissate le elezioni regionali, facciamo l’Election Day il 10 di febbraio, anticipando la scadenza della legislatura” ha detto il segretario della Lega Nord, “Questa e’ la soluzione che aprirebbe nuovi e interessanti scenari” nel rapporto tra il partito e il Pdl.A margine della convention del partito a Genova, Maroni ha detto che l’Election Day il 10 febbraio “si puo’ fare ad una condizione: che il segretario Alfano e il Pdl tolgano il sostegno al governo Monti subito dopo l’approvazione della legge di Stabilita’. Cosi’ il governo Monti cade, si sciolgono le Camere prima di Natale e si va al voto il 10 di febbraio, con l’election day. Avra’ il segretario Alfano il coraggio di dar seguito alle parole dette? Mi auguro di si. Lo fara? temo – ha concluso Maroni – di no”.

La Lega si smarca: «Al voto ad aprile». Formigoni protesta ma Maroni chiude

maroni e microfoni.jpgIl Carroccio ha dettato le sue condizioni, una su tutte: election day ad aprile per le Politiche e per le Regionali. Ma se andare a votare in primavera è l’intenzione della Lega Nord, che in pratica ha staccato la spina, Formigoni – impegnato a fare una nuova squadra dopo l’arresto dell’assessore alla Casa, Domenico Zambetti, con l’accusa di aver comperato voti della ‘ndrangheta e l’azzeramento della Giunta – ha tutt’altra idea e si attesta in trincea denunciando che «l’accordo firmato giovedì con Alfano e Maroni è diverso da quanto emerso» ieri. Il presidente della Regione ha ripetuto di voler restare fino al 2015 e di escludere «certamente» l’idea di un governo a tempo o di un appoggio esterno. Gli risponde proprio Roberto Maroni, chiarendo a muso duro che a Roma non è stato fatto nessun accordo sulla «durata della legislatura». Per dimostrare che fa sul serio, la Lega Nord – dopo il Consiglio federale – ha annunciato un referendum il 20 e 21 ottobre sull’election day con 1.500 gazebo nelle piazze. E intanto ha fatto alcune richieste: entro dicembre approvare il bilancio, cambiare la legge elettorale e mandare via i consiglieri rinviati a giudizio. In pratica il Carroccio ha chiesto la testa di Nicole Minetti, il consigliere del Pdl a processo per favoreggiamento della prostituzione, e di Gianluca Rinaldin, condannato in primo grado per truffa e falso. Il Popolo della libertà, dopo lo scarno comunicato della Lega Nord, ha chiamato in causa Roberto Maroni, sperando forse che il segretario sconfessasse le decisioni. Lui però ha confermato tutto. «Gli scandali – ha sottolineato il segretario del Carroccio – non fanno bene alla politica» che «può reagire in due modi: nel modo sbagliato, che è quello di sottovalutare o di dire che non è successo niente, e nel modo giusto, che è quello di reagire sapendo quando è ora di fare scelte anche difficili, ma scelte giuste e tempestive come abbiamo fatto nel Consiglio federale». (da Eco di Bergamo,14-10-12)