Il Carroccio ha dettato le sue condizioni, una su tutte: election day ad aprile per le Politiche e per le Regionali. Ma se andare a votare in primavera è l’intenzione della Lega Nord, che in pratica ha staccato la spina, Formigoni – impegnato a fare una nuova squadra dopo l’arresto dell’assessore alla Casa, Domenico Zambetti, con l’accusa di aver comperato voti della ‘ndrangheta e l’azzeramento della Giunta – ha tutt’altra idea e si attesta in trincea denunciando che «l’accordo firmato giovedì con Alfano e Maroni è diverso da quanto emerso» ieri. Il presidente della Regione ha ripetuto di voler restare fino al 2015 e di escludere «certamente» l’idea di un governo a tempo o di un appoggio esterno. Gli risponde proprio Roberto Maroni, chiarendo a muso duro che a Roma non è stato fatto nessun accordo sulla «durata della legislatura». Per dimostrare che fa sul serio, la Lega Nord – dopo il Consiglio federale – ha annunciato un referendum il 20 e 21 ottobre sull’election day con 1.500 gazebo nelle piazze. E intanto ha fatto alcune richieste: entro dicembre approvare il bilancio, cambiare la legge elettorale e mandare via i consiglieri rinviati a giudizio. In pratica il Carroccio ha chiesto la testa di Nicole Minetti, il consigliere del Pdl a processo per favoreggiamento della prostituzione, e di Gianluca Rinaldin, condannato in primo grado per truffa e falso. Il Popolo della libertà, dopo lo scarno comunicato della Lega Nord, ha chiamato in causa Roberto Maroni, sperando forse che il segretario sconfessasse le decisioni. Lui però ha confermato tutto. «Gli scandali – ha sottolineato il segretario del Carroccio – non fanno bene alla politica» che «può reagire in due modi: nel modo sbagliato, che è quello di sottovalutare o di dire che non è successo niente, e nel modo giusto, che è quello di reagire sapendo quando è ora di fare scelte anche difficili, ma scelte giuste e tempestive come abbiamo fatto nel Consiglio federale». (da Eco di Bergamo,14-10-12)