Ribolla: stop alla “rapina” statale alle casse dei Comuni

ribolla nuovo.jpgCancellare l’obbligo di trasferimento delle disponibilità liquide del Comune alla tesoreria statale. E’ quanto richiede Alberto Ribolla, capogruppo della Lega Nord a Palazzo Frizzoni, attraverso una mozione urgente che sarà presentata nel corso del prossimo Consiglio comunale.  “Il regime di tesoreria mista – spiega il capogruppo del Carroccio – riconosce a tutti gli enti locali una adeguata autonomia nel gestire le proprie risorse finanziarie, autonomia dalla quale, se gestita in modo oculato, responsabile e professionale, può derivare anche un incremento delle entrate. L’articolo 35 del decreto sulle liberalizzazioni,  tuttavia, ha cancellato la precedente legislazione sulle tesorerie comunali, oltre che provinciali e regionali, le quali di fatto entro un paio di mesi cesseranno di esistere: questo significa che le risorse dei territori andranno trasferite, entro aprile, alla tesoreria statale. Una vera e propria ‘rapina’ per gli enti locali, un ulteriore passo indietro che segna il ritorno al centralismo più becero”. “Elasticità di cassa drasticamente ridotte e soprattutto vantaggi finanziari più bassi e non contrattabili sono tra gli effetti più evidenti di questo provvedimento, al quale la Lega Nord si oppone con forza”. spiega Ribolla.

“Con il ritorno al vecchio sistema di tesoreria unica,infatti, gli enti locali non avranno più disponibilità diretta delle proprie risorse depositate presso il sistema bancario e il tesoriere di ciascun ente potrà e dovrà soltanto curare pagamenti e riscossioni, senza però potere gestire la liquidità dell’Ente, secondo le disposizioni e le decisioni di quest’ultimo: ciò è una grave limitazione dell’autonomia dei Comuni, così privati di un importante strumento di gestione finanziaria che è risultata ampiamente vantaggiosa per le casse pubbliche negli ultimi anni. Inoltre, per i municipi che avessero investito le loro risorse, la legge stabilisce che gli eventuali investimenti finanziari sono smobilizzati. E’ chiaro che siamo di fronte all’ennesima dimostrazione che questo Governo sta cercando di distruggere definitivamente gli enti locali”. Ribolla non usa mezzi termini: “Ho presentato questo odg in quanto ritengo che la norma in questione sia dubbia sotto il profilo della costituzionalità, in quanto lesiva del principio di autonomia finanziaria riconosciuto agli enti Locali dalla Costituzione e del principio di sussidiarietà. Mi auguro che tutto il Consiglio comunale appoggi questo odg, affinché il documento possa essere inviato ai parlamentari bergamaschi e al Governo per richiedere l’eliminazione dell’obbligo di versamento alla Tesoreria Unica Statale delle disponibilità attualmente in capo agli enti locali, evitando in questo modo il furto delle tesorerie”.

Comunicato Stampa : La Lega è dalla parte dei Comuni virtuosi

LN - LL - Bossi - UFFICIALE.jpgBergamo 21/09/2011

Comunicato stampa

 “La Lega è dalla parte dei Comuni”

La Lega Nord non indebolisce i Comuni. Anzi, da sempre è dalla parte degli enti locali”. Lo dichiara Alberto Ribolla, capogruppo della Lega Nord, in riferimento all’intervento del capogruppo del Pd Elena Carnevali, pubblicato oggi sulla stampa locale.

Ribolla chiarisce che la Lega Nord ha da sempre “sostenuto gli enti locali virtuosi, che però troppo spesso devono pagare gli sprechi dei Comuni del Sud Italia. Basti pensare che mediamente il numero dei dipendenti comunali al Sud è pari a cinque volte quelli del Nord e che i dipendenti di Regione Lombardia sono 3 mila mentre quelli di Regione Sicilia, con la metà degli abitanti, sono oltre 20 mila“.   Ribolla a questo proposito prende come esempio Alzano Lombardo, comune di 13.247 abitanti con 68 dipendenti comunali: “Un numero che è circa 4 volte inferiore rispetto a quello registrato in altri Comuni del Sud con più o meno lo stesso numero di abitanti (Mussomeli in provincia di Caltanissetta conta 245 dipendenti comunali su poco più di 11 mila abitanti, Partanna in provincia di Trapani, è a quota 247, giusto per citare alcuni esempi). Eppure, Lega a parte, a Roma nessuno denuncia questi sprechi“.

Il riferimento è “agli altri partiti politici di destra, centro e sinistra, che al Nord copiano la Lega parlando di federalismo e di virtuosità (anche se vent’anni fa queste parole erano considerate fumo negli occhi dai non leghisti) – dichiara Ribolla – mentre a Roma continuano a difendere le politiche assistenzialiste del Centro sud, dovendo ascoltare anche le esigenze del loro elettorato meridionale”.

Per quanto riguarda la manovra Ribolla sottolinea che, grazie alla Lega Nord, sono state introdotte misure per tutelare gli enti locali virtuosi: “Grazie ai ministri Maroni e Calderoli – fa notare il capogruppo – i tagli agli enti locali sono stati ridotti di 1,8 miliardi di euro, di cui 500 milioni ai Comuni, passando da 6 miliardi a 4,2 miliardi. Si è agito sulla spesa centrale, con un taglio ai ministeri pari a 8,5 miliardi di euro. Inoltre, l’anticipazione dell’applicazione dei fabbisogni standard e dei criteri di virtuosità avrà ulteriori effetti benefici per i Comuni virtuosi“.Altro punto su cui il capogruppo della Lega vuole fare chiarezza è la coalizione che amministra la città  a Palazzo Frizzoni : “Una coalizione che – sottolinea – , a differenza di quanto vogliono far credere le minoranze, è saldissima. Lo si vede nell’attività programmatica ed amministrativa che portiamo avanti in sintonia di giorno in giorno”.

Segreteria Provinciale  Lega Nord – Lega Lombarda

“Dieta” Calderoli

«Dieta» Calderoli. Leggi semplificate e meno poltrone

Calderoli2.jpgEnti locali, sforbiciata al numero degli assessori. Il ministro: norme in vigore ridotte a undicimila

Roma Circa 34 mila tra consiglieri comunali, circoscrizionali e provinciali e circa 15 mila assessori comunali e provinciali in meno. E poi meno Province, soppressione delle Circoscrizioni nelle città meno popolose, delle Comunità montane e isolane, degli Enti di bonifica e dei difensori civici.
«In poco più di un anno di lavoro – spiega il ministro per
la Semplificazione amministrativa, Roberto Calderoli – abbiamo raggiunto un obiettivo che in molti ritenevano irrealizzabile: quello di portare il totale delle leggi in vigore, ante e post 1970, a poco più di undicimila». Primo risultato, quest’ultimo, del cosiddetto decreto «salva-leggi», nel quale sono selezionate le circa 2.400 leggi statali pubblicate prima dell’1 gennaio 1970 e che, attraverso il contributo delle amministrazioni interessate, sono state individuate come leggi di cui è indispensabile la permanenza in vigore.
Risparmi e federalismo
Intanto, il Consiglio dei ministri ha varato anche il Codice delle autonomie, un’operazione che, solo sul capitolo comunale, fa risparmiare circa 150 milioni di euro, ma che complessivamente potrebbe portare risparmi per diversi miliardi. Ora il Codice dovrà affrontare l’iter parlamentare. Il Codice delle autonomie è uno dei tasselli mancanti per la riforma federalista: individua, infatti, funzioni e competenze dei diversi livelli di governo. Ma, con l’occasione, il governo intende intervenire anche per «razionalizzare le modalità di esercizio» delle autonomie locali, «favorendone l’efficienza e l’efficacia e riducendone i costi».
Ecco allora che il disegno di legge, preparato dal ministro Calderoli, «modifica la composizione dei Consigli e delle Giunte degli enti locali, prevedendo una significativa riduzione del numero di consiglieri e assessori» e stabilisce le modalità per sopprimere le «Province inutili».
Una riforma attesa da almeno tre legislature, ovvero dal varo della modifica del Titolo V della Costituzione. «Andiamo finalmente a definire le funzioni delle Autonomie locali – spiega Calderoli –, stabilendo chi fa che cosa, e a eliminare migliaia di enti dannosi, con consistenti risparmi di spese per la macchina pubblica e un complessivo snellimento delle strutture amministrative».
Il disegno di legge – in linea con l’autonomia finanziaria e tributaria prevista dal federalismo fiscale – individua e disciplina le funzioni fondamentali di Comuni, Province e Città metropolitane.
Una nota del ministero spiega che il disegno di legge razionalizza e riordina, anche al fine del contenimento della spesa pubblica, soprattutto gli uffici periferici dello Stato. Prevede, inoltre, lo snellimento dell’apparato amministrativo locale mediante una complessiva rivisitazione dell’impianto degli enti territoriali e una drastica riduzione, che porterà al taglio di circa 34 mila tra consiglieri comunali, circoscrizionali e provinciali e di circa 15 mila assessori comunali e provinciali.
«In tutto – afferma Calderoli – quasi cinquantamila poltrone in meno». Alla scadenza dei mandati in carica alla data di entrata in vigore della legge, infatti, i Consigli comunali potranno contare al massimo 45 membri nei Comuni con popolazione superiore a un milione di abitanti e quaranta membri se sopra i cinquecentomila, fino a scendere a un minimo di otto membri nei Comuni con popolazione fino a tremila abitanti.
I Consigli provinciali
I Consigli provinciali potranno, invece, avere un massimo di 36 membri nelle province con popolazione superiore a 1.400.000 abitanti, per scendere fino a un minimo di venti membri nelle province con meno di trecentomila abitanti.
Quanto alle Giunte, sia comunali che provinciali, anch’esse avranno limitazioni. Quelle comunali potranno essere composte da un massimo di due assessori per i Comuni tra 1.001 e 3.000 abitanti, fino a un massimo di 12 nei Comuni con più di un milione di abitanti. Quelle provinciali potranno essere composte da un massimo di quattro assessori per le Province con meno di trecentomila abitanti e sino a un massimo di dieci assessori per quelle con più di 1.400.000 abitanti. (Eco di Bergamo, 20-11-09)